lunedì 18 dicembre 2017

Meditazione di Natale da Padre Gianchi e dalla comunità di Jandira

Jandira, Natale 2017

Carissimi amici,

      nonostante i grandi successi della tecnologia per comunicare velocemente, cellulari, social…, lo scrivere rimane sempre un insostituibile mezzo di comunicazione, potente e penetrante. A me piace scrivere. Il problema è fermarsi e mettere a fuoco ciò che desidero dire. 
Mi lascio prendere dalle preoccupazioni, dalle più semplici alle più complicate, del tipo: ancora non ho preparato la messa o la riunione; c’è da visitare quell’asilo in difficoltà; c’è da sistemare il tetto di casa, da visitare l’accampamento e la scuola agricola. Da quanto tempo non vado da quelli della favelas? Come fare con la Comuna Urbana che ha un sacco di problemi e la Panetteria Comunitaria “Padre Nostro” che è stata già assaltata 2 volte anche a mano armata?...
Potrei continuare questa litania per ore… ho solo cominciato per dirvi i miei impegni “spiccioli e non”, giorno per giorno, che mi assorbiscono da mattina a sera, chiedendomi anche cosa deve fare un prete missionario per andare in pensione e stare tranquillo… Si fa per dire. Anzi, è un regalo della vita essere sempre richiesti, vivere sotto “pressione” dalle persone più povere e più in difficoltà. 

“Avevo fame e mi hai dato da mangiare…”.
Non è solo una bella azione da scout o elemosina alle porte della chiesa, è un dovere senza il quale non si entra nella Casa del Padre. “Andate via, maledetti”…, è una maledizione non solo contro i ricchi e i popoli ricchi, ma anche contro chi distoglie lo sguardo dal povero, che fa l’indifferente, che fa il “non sapevo”, che fa il sorpreso “quando mai ti abbiamo visto?!!!”.
Papa Francesco ci mette il Vangelo puro e semplice sotto i nostri occhi, anche se vive in una struttura carica di secoli di ipocrisia e tanto pesante per muoversi. Prudente e semplice, dalle “prigioni” del Vaticano sfida il mondo sul tavolo dei più poveri. Un mondo dominato dal Dio Denaro che vuole seppellire il Dio fatto Carne, il Bambin Gesù, sotto la valanga smisurata di luci, regali, cibi e frastuoni. Poveri alberi, poveri vecchietti e papà costretti a spendere anche ciò che non hanno per fare i Babbi Natale dei loro piccoli.

Il Bambin Gesù, nella grotta, sulla paglia, con Maria e Giuseppe, il bue e l’asinello, le pecore con i pastori ci colmano di speranza, perché ci assicurano che un altro mondo è possibile.
Su quasi 1.000 bambini che abbiamo nei nostri asili, 300 non mangiano in casa perché non ce n’è: mangiano solo all'asilo. 
E in tutto il Brasile, quanti bambini sono ancora alla fame e non hanno l’asilo per sfamarli?! 
Il Brasile non ha bisogno di cacciare via i poveri o i profughi, come fanno i paesi d’Europa; agisce nella cultura di colonia, costituita da padroni e schiavi. Discendenti di africani, di indios, di orientali, di europei mal capitati, etc. sono espulsi dalle terre, rinchiusi in favelas o periferie urbane, caotiche e violente, costretti a vivere al di sotto di un tetto di povertà o semi-povertà (salario minimo), dentro la grande rete del sistema economico che si piglia anche quel poco che guadagnano.
C’è stato anche un governo popolare che ha tentato di cambiare le cose, ma i padroni non erano disposti a perdere i loro schiavi e con un colpo di stato “bianco” le cose si sono ristabilite nell’ordine di sempre e di buona colonia. 

giovedì 14 dicembre 2017


Tra lemuri, orchidee, solidarietà e 50 anni di missione 

Ho avuto la fortuna, l'onore e la gioia di far parte della Delegazione diocesana in visita al Madagascar per il 50° della  Missione della Diocesi di Reggio Emilia.  
Donata Frigerio ha già  abbondantemente relazionato sulla Libertà circa le solenni e partecipate celebrazioni nelle varie città dove siamo presenti dal 1967 quando la prima equipe con don Mario Prandi, don Pietro Ganapini, Suor Bernadette, Suor Margherita, e qualche laico sbarcò nell'Isola Rossa. 

Raccontare il Madagascar è come leggere un libro di storie, ogni luogo ha i suoi colori caratteristici, le sue tribù con storie e tradizioni millenarie che ancora sopravvivono, la sua natura peculiare e i suoi animali unici ed indimenticabili. Volevo in questa occasione fare un raffronto tra il viaggio che feci quasi 30 anni fa e quello dei giorni scorsi  Ma già scendendo all'aeroporto di Ivato con il super traffico di Tananarive, inizio subito  a capire che nulla è cambiato nelle condizioni di vita dei malgasci: tutti ancora per strada, bancarelle improvvisate, gente ammassata che aspetta taxi-be, signore che lavano panni nel fiume. Incontro, esattamente come la volta scorsa,  tanta gente a piedi, tutti camminano, spesso senza scarpe, tanti bimbi che giocano, le donne, nei loro abiti colorati, in testa portano di tutto, taxi-brousse stracarichi di gente e merce. 
Dolce Novembre 

 Per la rubrica “Dolce Missione”, questo mese vi presentiamo un’agenda missionaria farcita di amici, visite, impegni, sorrisi. Il procedimento è lungo (ben 30 giorni), ma semplice.

Ingredienti:
- 7 villaggi del nord Albania
- 2 Missionarie (meglio se frizzanti amabili, di annata compresa tra il 1992 e il 1994)
- 1 collaboratrice albanese di marca “Vilma”
- 2 visitatori italiani presi dalla serra “Seminario Diocesano di Reggio Emilia”
- 1 Casa di Carità effervescente
- q.b. di Paola Tagliavini

Procedimento:
Il dolce in questione si prepara in 4 strati.

lunedì 6 novembre 2017

Due cuori, due case e – forse- due macchine

Ottobre a Gomsiqe è arrivato col giorno 1 ed è finito il 31, con giorni di 24 ore ciascuno suddiviso tra ore di luce (poche) e di buio (molte!).

Fosse tutto così lineare, sarebbe cosa alquanto noiosa e sicuramente non leggereste oltre.
Ma qualcosa da raccontare ce l’abbiamo e ben sappiamo che “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla” (come ci insegna Baricco nel suo capolavoro Novecento).

15 ottobre, guardando la festa delle Case della Carità con Dila e Rregjina

Innanzitutto quei due animali superstiti dell’arca di Noè (o comunemente dette “Le missionarie”) si sono trasferiti a Vau-Dejes, lavorando sì a Gomsiqe e per Gomsiqe, ma facendo famiglia con la Fauna che popola la Casa della Carità! È stato proprio un bel mese e certamente non ci dimenticheremo i momenti passati insieme agli ospiti e alle suore Rita e Grazia, le preghiere, le condivisioni, qualcuno che si butta giù dal letto, le tisane, i film a cui mancano i finali, le disgrazie delle macchine di Gomsiqe (lasciando le ragazze 4 ore a Vrrith)…

martedì 31 ottobre 2017

Ti auguro tempo

Ampasimanjeva, 21 ottobre 2017

“Ti auguro tempo.
Ti auguro tempo per divertirti e ridere.
Ti auguro tempo non per affrettarti e correre.
Ti auguro tempo per meravigliarti,per stupirti,per avere fiducia.
Ti auguro tempo per sperare ed amare.
Ti auguro tempo per sentirti fortunato ogni giorno”.

E’ ormai passato quasi un anno da quando mi hanno regalato queste parole su un bigliettino, poco prima della mia partenza.
Un anno, tanto o poco tempo, dipende un po’ dai punti di vista (chiedetelo a mia mamma!). Ma tempo in cui davvero mi sono divertita, meravigliata, sentita viva. In cui ho riso, pianto, a volte corso un po’ troppo (non solo sul campo da calcio!), camminato scalza, cantato, accolto mani tra le mie. Tempo in cui ho amato, con le mie fragilità, le mie fatiche, aprendo il mio cuore sempre troppo piccolo.
E mi sento tanto fortunata, non lo dico perchè voglio farvi credere che sia tutto rosa, lo sento davvero. Anche nei giorni in cui qualcosa non va, fuori o dentro di me, in cui sono più stanca o triste, c’è SEMPRE un momento, una situazione, un gesto in cui il mio cuore trova pace ed è grato di essere amato, nella semplicità di quello che è. Ogni giorno.


A volte è qualcosa di inaspettato, che stupisce.
Richard, un ragazzino ricoverato per due mesi all’ospedale a causa della

lunedì 30 ottobre 2017

Con i malati, da fratelli

La testimonianza di Enrica Salsi, missionaria laica in Madagascar

Il missionario fidei donum  (“dono di fede”) compie 60 anni. Nati dall’Enciclica Fidei Donum di Pio XII del 1957, i fidei donum sono sacerdoti, diaconi e  laici diocesani  inviati a realizzare un servizio temporaneo in un territorio di missione dove già esista una diocesi, con una convenzione (in genere triennale e rinnovabile) stipulata tra il vescovo che invia e quello che riceve.
Il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium ha chiarito e illuminato ulteriormente la posizione dei fidei donum dicendo che la missionarietà non è più relegabile a un particolare carisma di singoli, ma fa parte della carta di identità del cristiano, del cosiddetto “ Popolo di Dio”, cioè di tutti i battezzati, in quanto vede la sua radice nel mistero di comunione della Trinità e nel Battesimo. Tutto il Popolo di Dio, nella diversità dei ministeri, ha dunque il dovere fondamentale di uscire da se stesso verso il mondo per annunciare il Regno di Dio.

Nei decenni seguenti la missione dei fidei donum è diventata una sorta di collaborazione tra chiese sorelle, di scambio di doni. Non più soltanto la necessità/urgenza di portare il Vangelo a chi non lo conosce, ma piuttosto il voler camminare insieme, da chiese sorelle per rafforzare l’unità e la testimonianza della Chiesa universale.

venerdì 6 ottobre 2017

Brasile - due anni e non sentirli

Meno undici…e pensare che suor Marisa aveva iniziato con meno quaranta, per ricordare il periodo di quaresima; e la mia amica Sara, ormai rassegnata, mi aveva detto: “Sono pronta all'alternarsi di felicità e tristezza che ti accompagneranno fino alla fine di questa esperienza”.
Meno undici…con l’ agenda piena di cose da fare prima di partire e di cose da fare appena atterrata in Italia.


Meno undici…consapevole che saranno giorni pieni di abbracci e di lacrime;  lacrime di gioia per la grande benedizione di aver conosciuto tante persone meravigliose e lacrime di gioia perché non c’è cosa più bella di riabbracciare le persone che si amano e che da due anni sono così lontane.

Come è bello credere nei segnali di Dio, sapere che nulla accade per caso, basta circondarsi delle persone giuste e tutto sarà perfetto.

Questi ultimi mesi sono stati un alternarsi di attività differenti: la missione diocesana in Itaetè, cittadina non molto distante da Nova Redençao, che ci ha ospitato; per una settimana abbiamo

giovedì 5 ottobre 2017

Le attività pastorali di Pe Luis

Pe Luigi Ferrari è appena rientrato in Italia ma qualche giorno prima di partire ci ha inviato una lettera in cui racconta delle attività pastorali nella diocesi di Ruy Barbosa. 

Scrivo due righe per fare memoria di quanto visto e ascoltato. 

   Agosto qui in Brasile è il mese delle vocazioni. 
Abbiamo fatto un ritiro con tutti i sacerdoti della diocesi, io sono uno dei più anziani. La diocesi di Ruy Barbosa, ha un vescovo belga Dom Andrè, e ha un clero giovane: sono 7 i sacerdoti ordinati negli ultimi 8 anni; di brasiliani che vengono da altre diocesi sono 4, di missionari ci siamo 2 spagnoli, 4 italiani e un belga. La vita consacrata è rappresentata da tre Francescani, più un monastero di Cistercensi. 
I giovani sono con entusiasmo nei primi anni di sacerdozio, anche se devono affrontare problemi di come attuare il ministero in situazioni alle volte di difficoltà e anche il modello di Chiesa che si cerca di impostare non sempre è chiaro. C’è un modello classico delle CEB’S comunità di base ma anche quello più legato ai movimenti carismatici e devozionali; questo tipo di Chiesa è molto alimentato dalle televisioni cattoliche. Il seminario ha 8 giovani che si stanno preparando a diventare sacerdoti e nel propedeutico ci sono tre ragazzi in cammino. 

Impressioni di settembre (dall'Albania)

Bentornati!
E ben torniamo a raccontarvi di questo mese che è passato. La vita di Gomsiqe non batte piano: al contrario della Premiata Forneria Marconi (da cui prendiamo il titolo di questo resoconto), la vita di questo settembre è stata forte ed intensa.

Noi con le Dile a Barbullush
Anche perché abbiamo dovuto salutare metà dell’arca di Noè: il 7 è tornata a casa la Franci e il 14 l’ha seguita Don Stefano. A tutti e due un grazie di cuore per questa vita percorsa insieme; rrugë të mbarë, jetë të mirë dhe vazhdoni

Un viaggio strano

Donata Frigerio, consacrata dell’Ordo Virginum, membro della Rete Pace per il Congo e operatrice del Centro Missionario Diocesano, racconta del suo recente viaggio nel Kivu, a nord-est della RD del Congo, zona martoriata dal conflitto provocato dagli interessi internazionali per le risorse minerarie.

“L’Africa, o la mangi o ti mangia”. Questo proverbio mi è stato raccontato da un missionario, in Africa, per spiegarmi come nel continente o ti butti e parli con la gente, assaggi i cibi diversi, sperimenti e ti sperimenti nelle situazioni, hai sete di conoscere (perché capire a volte è troppo difficile), oppure sei devastato. La natura, la situazione in cui la gente è costretta a vivere da forze esterne è così “forte”, a tratti violenta, che scopre di te i lati più nascosti.

Una strada di Goma, tutta in pietra lavica. Sullo sfondo le abitazioni 
Da anni vado in Africa, nella martoriata regione dei Grandi Laghi, a cavallo tra Rwanda, Burundi e Congo RD. Soprattutto in Congo, nel Kivu. Quest’anno ci son stata purtroppo solo l’indispensabile, per partecipare al matrimonio di una carissima amica. Forse perché avevo pregato molto, prima della partenza, che Dio mi aiutasse ad aprire gli occhi del cuore a quanto avrei vissuto, anche se ero razionalmente preparata al peggioramento della situazione generale, anche se ho vissuto 4 giorni di festa e innumerevoli baci ed abbracci, il mio “mangiare l’Africa” mi ha segnato profondamente.
Solo un paio di episodi del mio vissuto, a Goma,

La Casa de Espera

Chiara Picelli, ex volontaria in Madagascar con RTM, scrive dalla sua nuova sede in Angola, dove si trova con una missione del CUAMM "Medici con l'Africa".

Casa de Espera

Chiulo, settembre 2017

Ciao amici,
come vi avevo promesso eccomi qui a provare a scrivervi qualche prima impressione su questo nuovo paese che da due mesi mi ospita.

Mi trovo nel sud dell’Angola in un paesino in mezzo al mato… come tradurvi cos’è il mato? Diciamo una zona dove ci sono alberi non troppo grandi e non troppo alti.. e niente di più!
 Il paesino in cui sono si chiama Chiulo (si pronuncia

venerdì 15 settembre 2017

Benvenuti ad una nuova puntata di MissioAlbania!

In quella precedente eravamo rimasti in attesa del ritorno di Don Stefano.
Il mese di Agosto si è aperto con il saluto di Don Alessandro Dodo Ravazzini, Sebastian e Marco, partiti il 5 e che sono stati con noi per gran parte del mese di Luglio. Tra avventure dal meccanico, risate, attività nei villaggi e incontri formativi, lo scambio Seminario-Missione ha portato frutti da entrambe le parti!


Con il ritorno del Generale, i nostri intrepidi protagonisti (Don Stefano, Fede, Virgi e Franci) sono stati alle prese con le più grandi ed impegnative avventure dell’anno: i CAMPI ESTIVI!
Come nell’anno precedente, i campi sono stati tre: uno a Korthpulë (insieme anche ai ragazzi di Gomsiqe Eperme e di Kaftall), uno a Vrrith e uno a Gomsiqe-Karma!



giovedì 14 settembre 2017

Veloma mampamanghy

Anna Picciati – Medico all’Ospedale di Ampasimanjeva in Madagascar. È rientrata l’11 settembre 2017 dopo un anno di servizio volontario.

 Ci scrive:

Veloma mampamanghy, veloma mampamanghy…” E’ il ritornello di una delle canzoni che si sentiva ogni tanto per starda, per radio mentre ero sul taxy brousse, quando passavo davanti a uno dei tantissimi baracchini che vendevano qualsiasi cosa o nella piazzetta di Ampasimanjeva nel negozietto dei CD, cellulari, film (insomma...una filiale del MediaWorld). Si può tradurre come saluto di addio e per portare i saluti a chi si incontrerà una volta partiti.
Me l’hanno ripetuta tante volte nei giorni prima della parenza, tantissime. E’ ogni volta mi veniva una piccola fitta al cuore.
Ma in quei saluti che mi chiedono di portare in Italia, alla famiglia e agli amici c’è tutto il calore di questo splendido popolo.
Ed è proprio questo che spero di portare con me, in ogni piccola fitta che mi è rimasta.


Anche se qui sembra impossibile crederci, c’è ancora una terra lontana dove il tempo ha un altro valore, lo straniero ha un altro valore e anche i saluti hanno un altro valore.

Spero di rivedervi ancora cari amici malgasci, negli occhi di tutte le persone che hanno guardato al vostro valore.

A presto!

Anna

martedì 8 agosto 2017

Come un arcobaleno


 
E così, eccoci qui ancora una volta a raccontarvi del mese che è passato!

Sono trascorsi solo 31 giorni, ma “Seems like 90, seems like 90”,ovvero “Sembrano 90, sembrano 90”, citando il musical “Jesus Christ Superstar”.
Innanzitutto, questo mese è stato un arcobaleno di visite: mancando don Stefano per un po’, l’Arca di Noè ha aperto le porte e ci siamo ritrovati veramente in buona compagnia! 

Matteo Tolomelli e Sebastian Pomi (seminaristi reggiani)
e don Matteo Bondavalli a Gomsiqe
Un grazie speciale alla Benny, di cui ancora portiamo sulla pelle i suoi preziosi consigli (la Virgi soprattutto)! Grazie anche a Matteo (detto Tolo), Sebastian (SeBashku), Don Matteo Bondavalli (Don Matteo), Marco (Maccò) e (peccato manchi il sonoro)... don Alessandro #Dodo Ravazzini! Indimenticabile anche la visita della Robby di Cavriago (... e indimenticabile anche la sua Torta al limone! #grazie).
Hanno rallegrato le nostre giornate non solo i reggiani, ma anche una piccola delegazione da Crema, formata da Monsignor Gianotti e Don Angelo che hanno condiviso con noi la vita di Gomsiqe e che poi hanno raggiunto i campisti cremaschi a Lezha!

venerdì 4 agosto 2017

Dalla Romaria ai reggiani in arrivo!

Pe Luigi con un gruppo di giovani
Vi scrivo da Utinga dopo una settimana di missioni popolari in Itaetè, una parrocchia della nostra diocesi di Ruy Barbosa. Abbiamo visitato le varie comunità; eravamo un centinaio missionari: una quindicina di sacerdoti, una ventina di suore e una settantina di laici, tra loro molti giovani hanno partecipato con grande entusiasmo a questa missione, che consisteva nel visitare le famiglie e poi incontri e celebrazioni. 

Partendo dall’ascolto dalla realtà in cui vive la gente, il semplice annuncio del Vangelo, un saluto di pace che ricorda un po’ la visita di Maria ad Elisabetta, abbiamo sperimentato anche la bella e calorosa accoglienza nelle famiglie. Risvegliare e rimotivare la fede in questi piccoli paesi è sempre bello, ci fa incontrare la loro fede semplice ma anche paziente e tenace di fronte alle difficoltà della vita. Abbiamo incontrato anche persone di altre Chiese, evangelici, con un bello scambio di dialogo e comprensione. 

Missione ad intra e missione ad gentes

Ipirá – Bahia, 16-07-2017  

Carissimi, alcune notizie dal Brasile, dalla nostra missione reggiana.

Innanzitutto un motivo di gioia per noi, la riapertura della Chiesa parrocchiale di Ipirá, dopo un anno di lavori; la prima domenica di luglio abbiamo riaperto la chiesa con una celebrazione molto commossa, presieduta dal nostro vescovo André. ( foto su Face-book).  Una vera ‘eucaristia’ ringraziando Dio per la possibilità di rientrare nell’edificio, e anche per lo scampato pericolo: la chiesa stava crollando e non ne avevamo coscienza! Poteva capitare una vera tragedia.


Il costo dei lavori é elevato, al di lá di quello che si pensava inizialmente, ma molte persone hanno collaborato per aiutare. Un grande aiuto economico dalla Diocesi di Reggio

lunedì 10 luglio 2017

Akory aby a tutti!! (ciao come state???)

Ecco la frase più pronunciata dal malgascio medio ( con una frequenza di circa 400 volte al minuto ). In realtà questo saluto è utilizzato soprattutto nella regione della Vatovavy, dove ci troviamo noi. Esiste infatti un fenomeno, non ancora spiegato scientificamente, per il quale a un certo punto, superata una sottile linea invisibile circa a livello di Fianarantsoa, il saluto principale diventa “Salama”, ma nessuno sa bene dove si trova. Bisogna salire sull’altopiano per osservare questo evento. Per non parlare di quando ci si avvicina troppo alla capitale (Antananarivo, per gli amici “Tanà”) dove si passa al difficile “manaohana”.


Ma iniziamo per gradi.

venerdì 7 luglio 2017

Albania: Giugno in-Ballata

C’era una volta una piccola comunità di missionari
un parroco e 3 fanciulle, tutti volontari.
In Albania decisero di mettersi a servizio
Per non perdersi nell’ozio, un brutto vizio.

Dopo sei mesi davvero emozionanti,
anche a giugno gli eventi sono tanti!
Ma partiamo con calma, andiamo in fila
se vogliamo arrivare alla fine della rima.

Sebbene i quattro abitino stabilmente a Gomsiqe,

lunedì 26 giugno 2017

Quattro giorni in Albania


La strada che da Laç porta a Gomsiqe è una lunga distesa di  sassi di varie grandezze: nei punti un po’ critici pietre più grandi delineano il percorso e  fungono da guard-rail; per affrontare questi sentieri è necessario affidarsi a una guida salda, ammortizzatori in buono stato, e santi protettori attenti.


Don Stefano e le ragazze (Federica, Francesca e Virginia) conoscono bene queste pietre su cui viaggiano  ogni giorno, a bordo dei due fuori-strada in dotazione alla missione, per recarsi nei villaggi. Guardiamo le nostre ragazze, ce le ricordiamo sui tricicli, e ora le vediamo guidare agevolmente questi

giovedì 15 giugno 2017

6 mesi in Madagascar...

Giugno  2017, Ampasimanjeva

Salve a tutti!
Scusate se è passato un po’ di tempo, ma fermarsi a scrivere è sempre un’impresa 😅
Sono ormai trascorsi 6 mesi dall’arrivo in Madagascar (o come mi ha detto qualcuno “a metà percorso”) e questo pensiero provoca in me tanti sentimenti… gratitudine, gioia, tristezza e anche un po’ di incertezza. Un bel miscuglio!

Sono stati mesi davvero belli, così ricchi e colorati, e ogni giorno ti offre doni che riempiono di felicità, ma anche che fanno riflettere tanto.
Penso alle parole di una bimba ieri pomeriggio, nella piccola capanna di legno dove dorme con la sorellina, mentre la mamma e il fratellino sono fuori a fare i guardiani: “Di notte i topi soffiano sui piedi prima di morsicarti. Se riesci a sentirli e ti muovi, loro scappano.” Poi è uscita, ha preso un accendino, una candelina e dei legnetti. Ha acceso il fuoco e ha messo sopra tre sassi la pentola con il riso. Erano le 17:30 e preparava la cena, sfruttando la luce del tramonto. Ci ha detto infatti “Non sempre abbiamo i soldi per il petrolio”, quindi niente luce. Ah dimenticavo, il petrolio costa 500 Ariary, meno di 25 centesimi.


lunedì 12 giugno 2017

La mente che si apre ad una nuova idea...

Quante volte mi sono sentita dire: “Non fasciarti la testa prima di cadere”, “E’ inutile pensare così tanto”, “Ti interroghi troppo sulle cose che fai”.
Credo però che siano proprio queste frasi ad essere la risposta a chi mi dice anche che sono troppo impulsiva.

Manca ancora qualche mese al mio rientro, ma è inevitabile pensare a quello che c’è stato finora, a quello che ci sarà qui e poi in Italia.

Ovvio che è impossibile tirare le somme oggi e per questo credo che i miei pensieri vi sembreranno confusi, ma che in realtà compongono il grande puzzle di questa mia grande e importante esperienza.
Domenica 21 maggio in diocesi c’è stata la “IX Romaria da terra e das aguas” in ricordo dei 25 anni dalla morte di Don Matthias, vescovo statunitense che ha segnato la vita di molte persone in questa diocesi; e padre Eugenio, italiano che per molti anni è stato missionario nella città in cui vivo, ci ha raggiunto per questo grande evento.

Poter vivere insieme al popolo la gioia di ricordare don Matthias e poi parlare con padre Eugenio (abbiamo pranzato insieme il 22) mi porta a pensare a cosa significa essere missionari, al perché si decide di partire, di vivere accanto al popolo che lotta, che rivendica i propri diritti.


Non gliene importa a nessuno se veniamo qua a fare grande discorsi o a dire che da qualche altra parte del mondo c’è qualcuno che sa fare meglio; ciò che importa è essere vicini perché è solo stando insieme che si ha la forza di andare avanti, lottare e non mollare!!

IX Romaria diocesana a Ruy Barbosa
Penso poi alle mie giornate qui in paese e alla mia missione:

Forza e coraggio... è già passato maggio!

Ogni volta che ci mettiamo davanti al pc per scrivere il resoconto, i fatti sembrano avvenuti anni addietro, tanto è ricca la vita di Gomsiqe!

Maggio è stato un mese di celebrazioni, di relazioni, di sole e di preghiera, in particolare la recita del rosario che ha accompagnato e scandito il ritmo della nostra diocesi: l’incontro della pastorale giovanile a Krajen il primo maggio, con il tema “I giovani e la Chiesa”, la festa dei malati e l’incontro diocesano. Ma centrale per la vita di Sapa è stata la Celebrazione a ricordo della morte di Monsignor Luçjani, il 22, la cui scomparsa è ancora per tutti noi una ferita aperta, ma che speriamo si possa rimarginare con l’arrivo di un nuovo Pastore che, come Monsinjore, possa credere e sognare e pregare per la nostra Diocesi!

domenica 11 giugno 2017

Notizie da Pe.Luis

Provo a scrivere due righe, dopo la Pasqua e anche dopo sei mesi di permanenza in Brasile.
La full-immersion in questo mondo è stata senz’altro positiva. Il poter riparlare una lingua e conoscere anche i cambiamenti che ci sono stati in questi anni, in particolare quelli ecclesiali; il partecipare alla vita di un popolo che cerca di vivere una vita piena, ma senza dubbio soffre e chiede una aggiunta di speranza.

Un aspetto che senz’altro è cambiato nella chiesa è l’approccio al battesimo. Un tempo si battezzavano tutti senza problemi,

giovedì 11 maggio 2017

Aprile... difficile dormire!

Oh sa mirë që jemi mirë!
E voi? Come state??

Qui la Missione procede: è stato un mese denso e pieno di uova, Celebrazioni Pasquali, visite più o meno inaspettate, uova, Messe in un albanese quasi perfetto (“Nepér Crisctìn Sotìn tonéé”), uova, una gita diocesana con 20 centimetri di neve e, se non l’abbiamo già detto, uova.

Pasqua a Karma Poshte
I ragazzi e i bambini della nostra parrocchia

giovedì 4 maggio 2017

Il mio primo viaggio in... Albania!

Sono appena rientrato dal primo viaggio nella nostra missione a Gomsiqe, in Albania. Nove giorni ricchi d'incontri, preghiere e una bella vita comunitaria nella casa di Gomsiqe. È bello, nella vita, sentirsi a casa in così poco tempo; la missione dell'Albania ha questa forza, questa grazia.

In macchina verso Gomsiqe
Conoscevo solo don Stefano e Stefano Braghiroli che mi ha accompagnato, mentre non avevo mai incontrato

mercoledì 3 maggio 2017

Anniversario della Cdc a Ruy Barbosa

Ciao a tutti!

Nel fine settimana dell'ottava di Pasqua abbiamo festeggiato l'anniversario della CdC di Ruy Barbosa, ringraziando il Signore per i suoi 21 anni di vita. Quest'anno è anche il terzo centenario della Madonna Aparecida, patrona del Brasile, e per questo, Maria ci ha accompagnato durante tutto il triduo, che aveva come tema: “Attraverso la sua presenza umile ai piedi della croce, Maria ci aiuta a conoscere la vita della Casa della Carità”.


Venerdì mattina con la S. Messa abbiamo iniziato le Quarant'Ore di Adorazione, che hanno visto alternarsi persone delle varie comunità della città, pregando e cantando davanti al Santissimo. Alla sera abbiamo fatto un momento di preghiera mariano guidato da d. Luigi: un Rosario con i misteri gaudiosi, andando in processione per le vie del bairro, per poi tornare in chiesa per una breve riflessione e terminare nel cortile interno di Casa,  cantando e danzando le litanie attorno alla nostra statua della Madonna Aparecida.


Sabato mattina si è riaperta l'Adorazione con la S. Messa, presieduta da p. Antonio (il parroco), e poi continuata sempre con le diverse comunità di cui è formata la parrocchia. Alla sera c'è stata una veglia eucaristica, guidata dal diacono Genival, molto ben preparata e partecipata, poi l'Adorazione è continuata tutta notte, per chiudersi con le Lodi al mattino di domenica.


Domenica, giorno della grande festa: già all'inizio della S. Messa la chiesa era piena di gente, poi, un po' in ritardo, è arrivato il gruppo della parrocchia di Pintadas, con il parroco, d. Luca Grassi: due pullman con un centinaio di persone (!). Ha presieduto il nostro parroco, concelebranti d. Riccardo e d. Luca, e il servizio era del nostro chierichetto/diacono Agdo. Le ragazzine del bairro hanno danzato.
Al termine della Messa sul canto “In montagna”( in portoghese) abbiamo fatto una piccola rappresentazione danzando tutti insieme attorno all'altare.


Dopo il pranzo c'è stato il taglio del tradizionale “bolo” (=la torta) indispensabile in queste occasioni.
Ci siamo spostati poi in giardino, dove i giovani di Pintadas hanno fatto due rappresentazioni, una sul Vangelo del giorno, e un'altra sull'impegno sociale della Chiesa: la Chiesa dorme, arrivano ragazzi drogati, ubriachi, una prostituta, la politica corrotta, e le chiedono aiuto, ma.... lei dorme. Solo lo Spirito Santo riesce a svegliarla e a far sì che ridoni vita e dignità a tutti.

E a questo punto... FESTA... e qui quando si dice festa è festa davvero!
Musica e danze con Maximiliano, un cantante di musica tradizionale che qui ha un grande fan: Valter! Anche le signore più anziane erano molto animate, Adgo cantava e danzava vicino al cantante, e tutti gli ospiti si sono lasciati coinvolgere da tanto movimento e allegria, terminando la giornata, un po' stanchi, ma molto felici.



Ringraziamo il Signore per queste giornate di festa, per tutte le persone passate da qui, le tante preghiere fatte davanti e con Lui e gli chiediamo che il dono della CdC si possa diffondere e moltiplicare anche qui in Brasile.
Unitevi anche voi in questa preghiera!


Tutti noi della CdC di Ruy Barbosa

Qualche notizia da Ipirà

Ipirá – Bahia  Abril 2017

Carissimi, vi auguro buon tempo Pasquale!

Qualche notizia da Ipirá, dalla nostra missione diocesana. Abbiamo vissuto il Triduo celebrando in una struttura che il Municipio ci ha prestato per le nostre celebrazioni in attesa di ritornare in Chiesa.  Come nelle parrocchie italiane, anche qui sono giorni di intensa partecipazione dei fedeli. La notte della Vigilia pasquale abbiamo anche celebrato 19 battesimi di giovani e adulti, dopo un anno di formazione. Tra questi una signora che ho conosciuto facendo un giorno un incontro con un gruppo prostitute ( anche ex) alle quali ho detto di non aver timore di venire in parrocchia, di partecipare alla messa. Due sono venute alcune volte, poi sono state sorprese a rubare in un negozio.... ho chiesto qualche spiegazione e sono venute a parlarmi ma erano ubriache, poi sono state riconosciute responsabili di un furto in un negozio di una altra cittá dove hanno fatto un periodo in prigione per questo. Malgrado queste e altre  vicende ( e problemi di salute) una ha continuato a frequentare gli incontri di catechesi e l’ho incoraggiata a non desistere anche se si vergognava; lei aveva effettivamente desiderio di ricevere il battesimo e la notte di Pasqua ha celebrato con gli altri i sacramenti della Iniziazione cristiana. Anche un altro ragazzo, con qualche problema psichico, che si sentiva escluso dai compagni di scuola, ha cominciato a venire in parrocchia e a parlare con noi preti e si é sentito accolto e ha fatto l’anno di catecumenato e il battesimo.... negli ultimi mesi é diventato un fedelissimo alle celebrazioni e passa spesso nella casa parrocchiale per salutare e fare due chiacchiere. Un altro personaggio interessante del gruppo ha passato la sua infanzia e adolescenze in una delle favelas piú pericolose di Salvador, regno di spacciatori e criminali di vario tipo,  zona proibita a chi non é della favela. É pieno di tatuaggi con  simbologie che mi ha spiegato.  Ora é sposato e con due figlie piccole, e ha chiesto il battesimo; per un periodo ho fatto la formazione solo con lui perché, per motivi di orario di lavoro, non poteva partecipare con il gruppo dei catecumeni.  Tante storie, interessanti, sorprendenti, a volte deludenti.

Condivido con voi anche le fatiche con la ristrutturazione della Chiesa – Mtariz della parrocchia. Dopo l’inizio dei lavori abbiamo scoperto una situazione molto piú problematica e pericolosa del previsto. Molte parti strutturali della chiesa con pericolo di crollo. Poi la scoperta che il grande altare centrale  di legno  di Santa Anna, era nel suo interno, nelle strutture portanti, quasi tutto marcio..... non é crollato per miracolo.  Dovremo restaurarlo, e la previsione é di altri 5 mesi per il restauro, e altri 50.000 euro di spesa.

veglia pasquale 2017 - battesimo di giovani ed adulti

Comunque a fine maggio la chiesa dovrebbe essere riaperta per le celebrazioni; per quanto riguarda l’altare centrale aspetteremo, non é un impedimento per celebrare l’eucaristia con la comunitá.  Ora una piccola cronaca con i nostri guai quotidiani:

27 marzo. Entrando in chiesa i muratori si accorgono che la porta era aperta, e sono scomparsi gli strumenti di lavoro.... sega, trapani, strumenti per la lavorazione del legno...  un danno molto grave, più di 10 mila reais.  Lavoratori bloccati e disperati perché ora non si lavora.  Vado dalla polizia, intanto facciamo diffondere dalla radio di fare attenzione a chi vende attrezzi usati perché potrebbero essere quelli rubati in chiesa.   Mentre siamo alla polizia, una telefonata dalla radio informa che un uomo ha portato alcuni trapani e un altro attrezzo alla radio. Andiamo a vedere, ci sono alcuni degli attrezzi rubati, solo tre in verità. Chiediamo informazioni sul signore che ha portato la refurtiva, lavora in una strada vicina, come falegname-meccanico, e vive con figlio e figlia adolescenti in questo spazio di lavoro, avendo ricavato un buco dove porre materassi per dormire.... passo a vedere, materassi ammassati nella sporcizia.... situazione indegna. La ragazza ha trovato gli attrezzi sotto il  materasso del fratello, lo ha detto al padre, e il padre che per caso stava ascoltando la radio, ha subito portato le cose alla radio. Un ragazzo che ha appena compiuto 16 anni, che da mesi non vuole piú andare a scuola, il padre arrabbiato e disperato perché non sa cosa fare, gli spiega le cose ma il figlio non obbedisce.... sta con gli amici che giovanissimi sono consumatori e spacciatori di droga...  a volte vanno nelle città grandi per spacciare droga...  naturalmente il ragazzo non é in casa, era nei pressi ma quando ha visto movimento è fuggito.

Andiamo con il povero padre dalla polizia, poi ci inviano  all‘ufficio che tutela i minori per fare questa accusa e far iniziare provvedimenti per aiutare la famiglia. Aspettiamo perché sul momento  i responsabili sono fuori in riunione. ( La madre del ragazzo ha lasciato il marito e non si cura dei figli.) Torniamo poi dalla polizia per concludere la denuncia quando già è notte: vogliono rimandarci al giorno dopo, ma io insisto per concludere ( stanco e deluso.... un intero giorno solo per fare una denuncia.... e le indagini? Possiamo dire addio agli oggetti rubati!). Mi pare tutto molto lento, ma così è, non possiamo cambiare questa impostazione.
Il giorno seguente il ragazzo non si fa vedere...  ma alla fine il giorno dopo la polizia lo intercetta.  Lui dice che il venerdì sera aveva visto la porta della chiesa aperta, era entrato da solo, aveva portato via qualcosa, messo in una borsa ed era andato a casa. Un ragazzino magrino, già noto per i furti... io non credo alla sua versione, penso che abbia agito con un gruppo di altri, forse adulti, che hanno portato via i macchinari pesanti. Ma non abbiamo alcuna prova.....

      Hanno prestato attrezzi e macchinari ai nostri lavoratori, cosí si va avanti, spero per un bel lavoro per la nostra Chiesa Parrocchiale, uno degli edifici significativi della cittá.

    Vi auguro un buon tempo pasquale,

don Gabriele Burani, Ipirá- Bahia 

martedì 2 maggio 2017

Incontrare il Risorto!

Mt 26-27-28

Dio soffre con l’umanità e si impasta nel dolore del mondo. La sua passione è quella del mondo. In attesa di risorgere…


Per narrare questo la comunità di Matteo presenta la passione di Gesù di Nazareth come un cammino di sofferenza e vita mai come un cammino soltanto di morte. Come in Africa dove la morte è un passaggio per raggiungere la vita per sempre degli antenati. Tre episodi lo testimoniano:

1. “L’unzione di Betania”.

Una donna versa sul capo di Gesù un profumo prezioso. Profumo di vita. Profumo dell’amore che si consuma, che non ha prezzo. Che va versato. Come il sangue versato di Gesù. Che non guarda alla quantità ma alla qualità del gesto. Come il profumo che la nostra gente spruzza la notte di Pasqua sulla testa dei nuovi battezzati. E che annuncia l’odore di un orizzonte nuovo. E di un Africa nuova come voleva Daniele Comboni. Fatta di discepoli africani di Gesù protagonisti della propria storia e destino. L’Africa che libera l’Africa.

2. “ La cena pasquale”

I momenti forti della vita devono risolversi attorno al cibo condiviso. Quasi in tutte le culture. Un addio merita una cena che ne consolidi la memoria. E una cena speciale che ricorda la liberazione dalla schiavitù. Atto fondante di un processo di liberazione degli schiavi. Per cui Daniele Comboni ha dato la vita. Ma che non è mai terminato nell’ Africa e nel Ciad della nuova colonizzazione. Bambini pastori, venduti nei mercati del sud, giovani ragazze domestiche maltrattate e sfruttate nelle strade della capitale. Piccoli muhajjirin delle scuole coraniche costretti a mendicare a tutte le ore del giorno e della notte sulle strade del Ciad. In attesa di risorgere…

3. “La presenza del Risorto”

Gesù crocifisso e risorto si presenta vivo alle donne e le invia in missione. Missione di raccontare ai fratelli e sorelle che devono tornare in Galilea, la terra degli inizi. Alle periferie del mondo, geografiche ed esistenziali. Per riprendere in mano il progetto rivoluzionario delle beatitudini. Vissute ora alla luce della passione, morte e resurrezione del maestro. Missione è allora:
incontrare il Risorto: fare esperienza profonda di Gesù di Nazaret vivo in me, nella Parola, nel pane spezzato e nei fratelli e sorelle più poveri e abbandonati. Per costruire il Regno.
partire, da noi stessi innanzitutto: per incontrare fratelli e sorelle che diventano il l’orientamento decisivo della nostra vita che si proietta verso il “tu” e lascia poco alla volta il baricentro dell’”io”.
Raccontare: con la parola e la vita che Gesù ci attende sulla montagna del suo progetto di beatitudini. Per dare una svolta al mondo e raddrizzarne la storia. Dalla parte delle vittime e degli ultimi.


Dentro la Passione di Dio c’è la passione del mondo. Non esiste rito senza la sofferenza dell’umanità. Liturgia senza il battito del cuore del mondo. Catechesi senza volti e vicende dei crocifissi della storia. Diritto canonico senza diritti dei popoli oppressi.

Annuncio della resurrezione senza denuncia delle ingiustizie globali.
Denuncia del male del mondo senza annuncio della speranza di terre nuove e cieli nuovi.

Padre Filippo Ivardi Ganapini

lunedì 10 aprile 2017

Dokotera

Ciao a tutti,
finalmente riesco a trovare il tempo di fermarmi a scrivere. Oggi è giorno di festa in Madagascar e non si lavora ( il 29 marzo si festeggia la memoria dell’indipendenza e sono morte un sacco di persone).

Ma oggi l’atmosfera ad Ampa è diversa dal solito. Ieri abbiamo ricevuto la notizia della morte di Anna Maria, della “dokotera”. Mi fa effetto pensarci e probabilmente è difficile crederci davvero.
Erano tre anni che tra una cosa e l’altra faceva avanti e indietro da Ampa per lavorare come cardiologa all'ospedale. Quest’anno siamo arrivate insieme a fine ottobre e ci siamo salutate il 6 marzo. Lei è dovuta tornare in Italia per un operazione semplice e sarebbe dovuta restare circa 3 mesi. A luglio sarebbe dovuta tornare e avrebbe ricominciato a lavorare come ha fatto fino a meno di un mese fa.

Invece, appena atterrata in Italia, si è sentita male e dopo 3 operazione al cuore e 10 giorni in rianimazione, ci ha lasciati.

Difficile crederci davvero, soprattutto per chi l’ha conosciuta e sa com'era l’Anna. Sempre pronta ad avere parole di conforto e incoraggiamento…i suoi discorsi passavano da una leggerezza a una profondità incredibile.

Tutte le serate passate con lei in camera a bere qualcosa e ad ascoltare i suoi racconti sui suoi viaggi, sulla sua vita.

L’Anna amava davvero la vita e lo si capiva dall'energia che tirava fuori anche quando sarebbe stato umano non averne più. Spesso aveva molto dolore alla gamba con la protesi d’anca, alla schiena, passava tante ore in ospedale…ma se un paziente aveva bisogno lei c’era.

Avrei voglia di scrivere tante cose, di raccontare tanti episodi. Abbiamo passato con lei qualche mese, non tantissimi a dirla tutta, ma ci ha dato così tanto. A tutti.
Ma la cosa per cui voglio ricordarla sempre è la sua dedizione al lavoro. Amava davvero quello che faceva, la passione con cui si prendeva cura dei malati era davvero grande.
Anche quando ormai non c’era più niente da fare, quando si trattava di tenere in vita una persona anche solo per pochi giorni, lei non si arrendeva mai.

In particolare mi è rimasto impresso un signore, Donné. Aveva poche speranze, il cuore messo male e ormai irrecuperabile. Ma lei ci credeva, e sperava. Per seguirlo ha rinunciato perfino a prendersi qualche giorno di riposo, non voleva che morisse da solo.
E’ stato con lui fino alla fine.
Questa è l’Anna. Se riuscirò a essere anche solo una parte di quello che era lei sarà già tanto.

Anna Picciati

Lo straordinario nell'ordinario


Dall’ultima volta che ho scritto ne sono successe di cose...c’è stato il Natale (che abbiamo passato a Manakara con gli altri volontari),  abbiamo passato un mese ad Ambositra a studiare la lingua,c’è stato un terremoto (e in Madagascar ce ne sono davvero pochi!), è ritornata la corrente ad Ampa dopo che un fulmine aveva distrutto gli inverter (non me ne intendo molto, ma so solo che da lì in poi non abbiamo più avuto la luce in veranda di notte!), c’è stato un ciclone (RANO BE!!!), ho iniziato a cantare nel coro della parrocchia (mi piace un sacco, anche se passo un pomeriggio a non capire una mazza) e Tolotra (il bambino che abitava con le suore da settembre tirato via da sua mamma che lo picchiava) ha trovato una nuova famiglia.


Insomma non ci si annoia mai e mi stupisco sempre di come quello che da noi sarebbe lo straordinario diventa quotidianità qui. Non parlo solo dell’ospedale, ma anche nella vita di tutti i giorni. Forse il ciclone è stato uno degli eventi che più mi ha fatto pensare a tutto questo.
Dal giorno alla notte il villaggio si è modificato completamente. Il ciclone è arrivato la notte e aiuto che paura!! Se devo essere sincera non mi aspettavo che mi sarei così spaventata! Un vento fortissimo…avevo paura che si staccasse il tetto della veranda! Dopo un po' di ore si è calmato finalmente (anche se continuava a piovere tantissimo).

Il mattino si era già un po' allagata la strada e il pomeriggio…tutte le case erano sott’acqua!! Pazzesco!


Ma la cosa più pazzesca era che gli abitanti non ci hanno fatto un baffo! Si sono presi su con le loro cose e semplicemente si sono trasferiti in un'altra casa per qualche giorno Intanto già partivano le lakane per portare la gente da una parte all’altra. Nessuno  sembrava particolarmente turbato dalla cosa. Poi dopo 2 giorni, quando l’acqua è scesa, sono tutti tornati nelle loro case e in 3 ore il villaggio era tale e uguale a prima.

Poi ci sono le loro credenze, i fomba e i fady. Qualche giorno fa io e la Cri stavamo passeggiando nel villaggio (facevamo un po' di mitsanga-tsangana) e a un certo punto ci siamo fermate a chiacchierare con alcune ragazze che conosciamo. Sono ragazze di cultura, che hanno studiato e tutto quanto. Ma per loro il Faraony (il fiume di fianco al villaggio) pullula di sirene pronte a uccidere il primo innocente che da solo vada a lavarsi i capelli o che lavi pentole e piatti dopo aver mangiato maiale (fady!divieto più assoluto!).

Ti raccontano che di notte ci sono delle donne che escono da sole, le streghe; e se esci da solo e non stai attento puoi rischiare di essere a tua volta cavalcato da una di loro.
Insomma per loro è perfettamente normale tutto ciò e il pensiero che possa non essere vero penso sia inconcepibile.


Tutto questo ha sicuramente un suo fascino, il problema è quando invece le persone non vengono all’ospedale, o vengono troppo tardi, perché convinte di essere vittime di un sortilegio o di un malocchio.

Mi è capitato poco tempo fa di veder morire una donna di 30 anni, così, convinta di non avere più speranze per colpa di qualche sorta di stregoneria.

E’ arrivata in ospedale con un ascesso al piede, una cosa piuttosto comune qui. La mando a casa con gli antibiotici ma il giorno dopo torna con ben tre ascessi (uno sulla mano, uno sull’altra gamba e quello sul piede). Aveva anche un po' di febbre e allora il dottor. Martins la ricovera. Non stava malissimo, anche durante il giorno aveva chiacchierato, camminato. Ma la notte all’improvviso peggiora e muore.

Ero davvero stupefatta e anche dispiaciuta. Nonostante tutto, per la famiglia era chiaro che la ragazza fosse stata maledetta e quindi non salvabile.

E’ un popolo che sa stupire e affascina tanto. O almeno…queste storie mi hanno sempre affascinato in realtà. Sicuramente anche suggestionato. Comunque ci hanno assicurato che i vasa (siamo noi, i bianchi) sono immuni dal malocchio e possiamo ancora dormire sonni tranquilli…oh No?

Anna

Marzo...per punti!

Oh sa mirë që jemi mirë!! Come state??
Anche marzo è arrivato, insieme alla primavera, al trasloco e tante altre cose!! Ma andiamo per punti..

PUNTO UNO: è iniziata la Quaresima!

Abbiamo invitato le suore dorotee da noi, qui siamo in cappella!
PUNTO DUE, anzi “PUNTI DUE”: quelli che hanno dato alla Virgi dopo che si è tagliata affrontando coraggiosamente una scatola del tonno!

PUNTO TRE: Abbiamo iniziato le messe di Sant’Antonio, anche se inizialmente non potevamo stare al lago perchè era pieno d’acqua! (Strano che puntualmente ogni mese a Gomsiqe ci sia dell’acqua!!!)

PUNTO QUATTRO: le volte che abbiamo incontrato le donne per il lavoro delle vestine, ma non solo: l’8 Marzo abbiamo anche festeggiato la festa della donna, andando al Perla a bere un caffè!!!  #DonneDuDuDu

PUNTO CINQUE: stiamo continuando con la biblioteca a Laç Vau-Dejes e sta procedendo bene! I bambini sono sempre tanti (tra i 60 e i 70 ogni sabato mattina) e anche i più piccoli sono attratti dalle attività manuali e dai laboratori che proponiamo!  Siamo veramente entusiasti di questi risultati!

PUNTO SEI:  stiamo incontrando due bambini dei nostri villaggi per fare delle attività educative adatte a loro, per aiutarli nello sviluppo didattico. Li vediamo un’ora a settimana e ci stanno regalando tante piccole gioie: sono timidi, ma hanno molte qualità nascoste che pian piano stiamo scoprendo e si stanno mettendo in gioco!!
I giochi coi nostri ragazzi nel campo a Gomsiqe

PUNTO SETTE, come i nostri villaggi! Continuiamo a organizzare il catechismo delle nostre parrocchie e, oltre a partecipare alla giornata dei giovani a Krajen, abbiamo organizzato una giornata per tutti i nostri bambini di catechismo, il 18 Marzo!!! Erano tanti e aiutati da Suor Fabiola e Ina (le Ravasco), Vilma, Benito, Samuell (il seminarista) e da Endrina ed Elisabetta (Ambasciatori di Pace), abbiamo passato una mattinata bella e intensa, incentrata sul tema della Lavanda dei Piedi.. In preparazione alla Pasqua! :D #staytuned

PUNTO OTTO: le notti di questo mese passate lontano da Gomsiqe!!! #maiuntrasloco #iononcistodentro Eh sì, abbiamo staccato un po’ la spina e per 4 giorni siamo stati a riposo (chi a Nënshat e chi a Scutari), mentre per altri 4 giorni, quando il Don era in Italia, le nostre ragazze sono state ospitate da Suor Riccarda e Suor Franca, a Shirokë!! E così, oltre ad aver imparato il siciliano, abbiamo anche conosciuto meglio il popolo Gabel, aiutando Suor Riccarda nelle sue attività!
Che dire, non è stato un mese tranquillo, ma quando ce ne sono qui??

Per oggi è tutto!!!
Aprile è già iniziato col botto (piccola anteprima: ACQUA-IN-CASA #AttingereteAcquaConGioia – parte terza)!! :D

Buona Pasqua a tutti!

Virgi, Franci, Fede e Don Stefano.

(P.s: vi salutano e vi mandano gli auguri anche Sr Rita e Sr Grazia e tutti gli ospiti, in particolar modo Pjetri che il 29 ha compiuto 16 anni!!!)

martedì 4 aprile 2017

Cara Anna...


Cara Anna, anzi Annina come ti chiamava Giorgio; questa volta ce l’hai combinata davvero grossa sai? Da togliere il fiato a tutti quanti. 

Siamo sicure che un foglio non basterà mai per descrivere e raccontare la fantastica donna, amica, missionaria, confidente e zia ( non possiamo dire nonna, perché ti faceva sentire vecchia) che sei stata per tutti noi. 
Dopo una vita di lavoro in ospedale a Guastalla e dopo aver girato buona parte del mondo, hai deciso che la tua casa diventasse  il Madagascar, l’ospedale di Ampasimanjeva. 


Tra te e l’ospedale è scoppiato subito l’amore e lo dimostravi ogni giorno con la continua attenzione per i malati, i poveri ma anche per i volontari , le suore e il popolo malgascio. Nulla lasciavi al caso, ma dovevi assolutamente dare il massimo che potevi per guarire i tuoi malati, come dicevi spesso te “ i MIEI” malati. 

Chi arrivava ad Ampasimanjeva doveva conoscerti, doveva passare da camera tua detta “piazza Navona”, doveva bere un caffè o una birra seduto sul tuo banco davanti a camera tua. Era una sorta di “benvenuto ad Ampasimanjeva, adesso rimboccati le maniche e inizia a lavorare” 


Ti vogliamo ringraziare Dokotera, ti abbiamo conosciuta un anno ad Ampa e sei stata una presenza importante per noi, non sei mai stata un tipo facile, sempre “sprucida” come ti diceva il tuo Giorgio, ma con un cuore grande e infinito.

Grazie, per averci sempre accolto: nella gioia, nel pianto, nelle difficoltà quotidiane, nelle chiacchiere, per essere stata una fonte d’ispirazione per molti, per ricordarci perché eravamo lì. Grazie alle storie del passato da Don Mario, a Don Romano.
Tenendo sempre forte e presente il perché eravamo in missione: i poveri prima di tutto come diceva Don Mario. 

I poveri e i malati che ti hanno fatto fare fatica e l’abbiamo  sperimentato ogni giorno affianco a te, ma tu non ti scoraggiavi mai, passati notti e notti a leggere manuali per trovare nuove terapie e grazie hai  i tuoi sforzi sei riuscita a salvare tantissime vite. I malgasci ti chiameranno sempre “dokotera fo” (dokotera del cuore)   


Grazie per l’allegria, la tua parlantina, le tue mille lamentele per le luce, prolunghe, l’ecografi che solo tu riuscivi a fare arrivare, grazie perché quando a pranzo e a cena eri li con noi, non c’era mai un momento di silenzio, ma bisognava stare sempre attenti a ciò che dicevi perché appena finivi di parlare ci interrogavi per vedere se eravamo state attente. 


Ringraziamo il Signore per questo incontro di vita, il tuo viaggio terreno finisce qui, ma sappiamo che ogni volta che ci volteremo sarai sempre lì con noi per spronarci a dare sempre il massimo in ogni situazione della vita.  

Chissà quante chicchere ti farai con don Mario e il tuo carissimo Giorno, ora non ti sfuggirà più nulla 
Tsara Mandroso, Tsara Miverina Dokotera!

Le tue A.A. di Ampa 
Agnese e Alba…. E come dicevi te…. AuGuri aby a tutti!!! 

p.s. ti aspettiamo alla prossima pizza navona, ti vogliamo bene doko! 

Auguri di Pasqua da don Ganapini

Casa della Carità, Tongarivo (Antananarivo) 26 marzo 2017

Carissimi amici, CMD, “LA LIBERTA’”, AMGA, ROTARY DI PARMA EST, FAMILIARI, TUTTI, ancora pochi giorni e siamo a PASQUA.____Come cristiani, la LITURGIA della CHIESA, nostra Madre, viene da noi accolta con gioia, perché vuole guidare i nostri passi nel cammino dello spirito per illuminarci e sostenerci nel pellegrinaggio verso quella vita nuova, che, colla sua risurrezione, Gesù ci ha preparato. BUONA PASQUA a tutti, dunque!


Non voglio fare prediche sulla Pasqua. Ne sentirete dai vostri parroci, molto migliori delle mie._ Come il NATALE e le altre nostre belle feste, è un momento in cui si ricordano volentieri gli amici e si porgono gli auguri più cordiali e sinceri; segno pure della riconoscenza più viva e profonda. _ A proposito della Pasqua, ricordo la frase di un mio carissimo amico, compagno di Seminario ad Albinea, poi diventato prete (vocazione tardiva, da Sassuolo _ morto vari anni fa’), D. SASSI VINICIO, che nelle discussioni o quando davanti a certe difficoltà non si sapeva più cosa aggiungere, concludeva sempre dicendo: “Beh, andiamo avanti! CRISTO E’ RISORTO!!” _Bello, no?! __ Il grande problema della vita e della morte lo ha proprio risolto Lui colla sua RISURREZIONE. _Andiamo avanti dunque!

Mi piace collegare gli auguri di Pasqua con la celebrazione del 50° anniversario dell’arrivo in Madagascar del primo gruppo missionario (23 novembre 1967) inviato dal nostro benemerito vescovo def.to Mons. Gilberto Baroni, dopo aver preso la famosa decisione (13 agosto 1967) dell’impegno missionario esteso a tutta la diocesi di Reggio-Guastalla. Il legame tra questo 50° anniversario e gli auguri di BUONA PASQUA, che porgo a tutti, a nome mio e degli alunni delle nostre piccole scuole AMGA è per  me evidente: chi sono infatti quegli alunni delle nostre piccole AMGA? Sono quei poveri bimbi che, grazie a voi, possono trovare anch’essi un posto su un banco di scuola per accedere all’istruzione e prepararsi un avvenire più umano e cristiano._ Siamo dunque nella linea della SCELTA PREFERENZIALE DEI POVERI, che è la caratteristica pure della nostra MISSIONE REGGIANA, sseguita in questi 50 anni e sempre in via di ulteriori sviluppi._
Mi dice il mio amico della DIDEC, P. Guy: “Don Pietro, siamo alla 90° scuola AMGA! Una spintarella, e … arriviamo a 100 (!!!) Sono rimasto tra la contentezza e il timore … che sotto la contentezza non ci sia un pizzico di vanagloria?! … o di compiacenza che non piace al Signore?! … poi mi sono detto: “quei bimbi non sono i bimbi di D. Pietro, ma i bimbi di CRISTO GESU’, che ha detto: “LASCIATE CHE I BIMBI VENGANO A ME”. Quindi se si fa contento il cuore di GESU’, dirò assieme a quel caro amico D. Vinicio: ANDIAMO AVANTI! CRISTO E’ RISORTO, ANCHE PER LORO, E PER TUTTI!!!

In LUI l’abbraccio più affettuoso e riconoscente! BUONA PASQUA A TUTTI!
SI, IN LUI, IL RISORTO, E NELLA NOSTRA MADRE DELLA MISERICORDIA, MARIA SS

Vostro povero e vecchio fratello D. Pietro

Un saluto sorridente ad ognuno di voi!

29 Marzo 2017, Ampasimanjeva

Eccomi di nuovo qui, per cercare di raccogliere ciò che mi è stato donato in questi mesi. Ogni giorno è pieno di vita. Di momenti, gesti, immagini che mi fanno sentire viva e parte di un mondo che vive, intorno a me, creato con così tanto amore. Ve ne affido qualcuno, perché tenendoli dentro ho paura di perderli, dimenticarli, e perché è bello poterli condividere.

Del mese di gennaio, trascorso con Anna ad Ambositra cercando di imparare un po' di lingua malgascia, porto nel cuore gli ospiti della Casa di Carità, gli abbracci, le risate e i momenti di preghiera insieme. Con loro ho sentito di essere felice, senza "ma" o "se", davvero felice. Una gioia simile a quando corri sotto l'acqua che scende a secchiate e ridi, ed in quell'istante ti senti vivo e senti che quell'acqua è stata creata dalle stesse mani che hanno creato te, che ha come Padre lo stesso tuo Padre. Così è stato anche con loro, abbiamo riso tanto.

Ambositra
Ed insieme a loro, vi affido i giochi con i bimbi di Fanomesantsoa ("Il dono delle cose belle"), una casa che accoglie i figli dei carcerati; le Messe in carcere, dove il Signore si manifesta nel canto, nella musica; ed i balli, le risate insieme ai lebbrosi e a ragazzi con delle gravi infezioni, che vivono e sono medicati in una struttura chiamata Akanin'ny Marary, "Gli amici dei malati". In particolare Ny Aina, una ragazzina di 15 anni, con un'infezione della tibia talmente estesa da farle perdere la pelle e la carne, rimanendo così solo l'osso esposto. In questi giorni sarà sottoposta ad un intervento alla gamba per poter così finalmente riabbracciare la sua famiglia, che non vede da un anno, e tornare a scuola. Vi chiedo una preghiera per lei, perché possa avere un bel futuro.

Anche il rientro ad Ampasimanjeva è stato bello ed ha richiesto molte energie.
Abbiamo iniziato le uscite nei villaggi insieme alle ostetriche per visitare le donne incinta ed i neonati. Osservando quelle pance tutte diverse si coglie la bellezza del dono della vita. C'è chi è pronta a diventare presto mamma, ultimi ritocchi per preparare il figlio ad uscire nel mondo; e chi invece ha dentro di sé un piccolo seme, ancora da coltivare, giorno per giorno. E prendendo tra le braccia i bimbi di pochi mesi, appoggiati al mio petto, li sentivo respirare insieme a me. La vita nasce e cresce dentro ed intorno a noi ogni giorno.

Da poco abbiamo anche creato una piccola classe, in una stanza dell'ospedale, per i bimbi che non hanno la possibilità di studiare in villaggio e per i figli dei pazienti ricoverati che sono costretti a stare lontani da casa per un periodo di tempo più o meno lungo. Purtroppo l'aula non è molto grande e, nonostante sia aperta mattina e pomeriggio, dobbiamo dividere gli alunni durante le varie giornate, riuscendo a garantire solamente due giorni a settimana ad ogni bambino. Eppure quando arrivano sono sempre contenti. L'impegno e la voglia di imparare, nonostante facciano tanta fatica, sono da 10 e lode. Mi piace guardarli mentre ce la mettono tutta per riuscire a scrivere una lettera o un numero nuovi, in quel momento sono loro i miei maestri.

Ogni mattina, poi, Suor Saholy ed io andiamo dai tubercolotici. Prima di provare la febbre e distribuire le medicine, c'è il momento di preghiera in cui uno di loro a turno condivide spontaneamente con gli altri ed il Signore ciò che ha nel cuore. E' bello iniziare la giornata insieme a loro. In questi giorni Suor Saholy ha costruito con i bimbi un piccolo campo da calcio, con due bellissime porte di bambù, ed oggi abbiamo fatto la prima partita. Ridevano tutti, giocatori e genitori a bordo campo!

Gli effetti del ciclone ad Ampa 
C'è stato anche il ciclone. Per fortuna aveva già perso molta forza quando è arrivato ad Ampa, ma per due giorni parte del villaggio è rimasta allagata, con l'acqua che arrivava fino ai tetti delle case, fatte di legno e foglie di ravinala. L'ospedale si trova su una collina, per cui non ci sono stati danni. Mi ha stupito molto come le persone non si siano mai lamentate o disperate, affrontando la situazione insieme. E cogliendone i lati positivi. Ripenso all'immagine di una ragazza che lavava la propria bimba nell'acqua, ed accanto la sorellina più grande strofinava i panni. In quel momento, per loro, quell'acqua era un dono.

Ampa mi sta insegnando tanto. Mi ricorda ogni giorno quanto sia grande e bello il dono della vita, eppure così fragile. Gli alberi fioriscono, la frutta cresce, i bimbi nascono, il sole sorge e regala contorni dorati… tutto germoglia intorno a noi e indipendentemente da noi. Possiamo "solo" ammirare e vivere la bellezza di questi miracoli.

Ed indipendentemente da noi, la vita termina.
Come ci ha scritto Don Pietro "C'è dato un tempo non illimitato, non determinato da noi, e non sappiamo quando, quando sarà il nostro momento. Possiamo solo provare a riempire questo tempo d'amore perché solo l'amore resta di noi."

Ringrazio il Signore per il dono della vita di Anna Maria.
Vi auguro di cuore una buona Quaresima, vissuta camminando con il Signore e con chi vi è accanto. Accogliendo la vita che vi circonda. Penso sia davvero bello che il Dio che preghiamo sia lo stesso, vicini e lontani. Malati, dottori, infermieri, "vahaza" (stranieri), suore, bimbi e anche voi lì… tutti siamo rivolti allo stesso Signore crocifisso.


Tolotra

Un abbraccio forte a tutti voi,
Cris

Nelle foto… alcuni degli ospiti della casa di Carità di Ambositra; la ragazza che ha lavato la bimba nell'acqua dopo il ciclone; e Tolotra sorridente, bimbo accolto dalle suore di Ampa, che ora ha potuto abbracciare una nuova famiglia!