lunedì 10 aprile 2017

Dokotera

Ciao a tutti,
finalmente riesco a trovare il tempo di fermarmi a scrivere. Oggi è giorno di festa in Madagascar e non si lavora ( il 29 marzo si festeggia la memoria dell’indipendenza e sono morte un sacco di persone).

Ma oggi l’atmosfera ad Ampa è diversa dal solito. Ieri abbiamo ricevuto la notizia della morte di Anna Maria, della “dokotera”. Mi fa effetto pensarci e probabilmente è difficile crederci davvero.
Erano tre anni che tra una cosa e l’altra faceva avanti e indietro da Ampa per lavorare come cardiologa all'ospedale. Quest’anno siamo arrivate insieme a fine ottobre e ci siamo salutate il 6 marzo. Lei è dovuta tornare in Italia per un operazione semplice e sarebbe dovuta restare circa 3 mesi. A luglio sarebbe dovuta tornare e avrebbe ricominciato a lavorare come ha fatto fino a meno di un mese fa.

Invece, appena atterrata in Italia, si è sentita male e dopo 3 operazione al cuore e 10 giorni in rianimazione, ci ha lasciati.

Difficile crederci davvero, soprattutto per chi l’ha conosciuta e sa com'era l’Anna. Sempre pronta ad avere parole di conforto e incoraggiamento…i suoi discorsi passavano da una leggerezza a una profondità incredibile.

Tutte le serate passate con lei in camera a bere qualcosa e ad ascoltare i suoi racconti sui suoi viaggi, sulla sua vita.

L’Anna amava davvero la vita e lo si capiva dall'energia che tirava fuori anche quando sarebbe stato umano non averne più. Spesso aveva molto dolore alla gamba con la protesi d’anca, alla schiena, passava tante ore in ospedale…ma se un paziente aveva bisogno lei c’era.

Avrei voglia di scrivere tante cose, di raccontare tanti episodi. Abbiamo passato con lei qualche mese, non tantissimi a dirla tutta, ma ci ha dato così tanto. A tutti.
Ma la cosa per cui voglio ricordarla sempre è la sua dedizione al lavoro. Amava davvero quello che faceva, la passione con cui si prendeva cura dei malati era davvero grande.
Anche quando ormai non c’era più niente da fare, quando si trattava di tenere in vita una persona anche solo per pochi giorni, lei non si arrendeva mai.

In particolare mi è rimasto impresso un signore, Donné. Aveva poche speranze, il cuore messo male e ormai irrecuperabile. Ma lei ci credeva, e sperava. Per seguirlo ha rinunciato perfino a prendersi qualche giorno di riposo, non voleva che morisse da solo.
E’ stato con lui fino alla fine.
Questa è l’Anna. Se riuscirò a essere anche solo una parte di quello che era lei sarà già tanto.

Anna Picciati

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