lunedì 10 aprile 2017

Dokotera

Ciao a tutti,
finalmente riesco a trovare il tempo di fermarmi a scrivere. Oggi è giorno di festa in Madagascar e non si lavora ( il 29 marzo si festeggia la memoria dell’indipendenza e sono morte un sacco di persone).

Ma oggi l’atmosfera ad Ampa è diversa dal solito. Ieri abbiamo ricevuto la notizia della morte di Anna Maria, della “dokotera”. Mi fa effetto pensarci e probabilmente è difficile crederci davvero.
Erano tre anni che tra una cosa e l’altra faceva avanti e indietro da Ampa per lavorare come cardiologa all'ospedale. Quest’anno siamo arrivate insieme a fine ottobre e ci siamo salutate il 6 marzo. Lei è dovuta tornare in Italia per un operazione semplice e sarebbe dovuta restare circa 3 mesi. A luglio sarebbe dovuta tornare e avrebbe ricominciato a lavorare come ha fatto fino a meno di un mese fa.

Invece, appena atterrata in Italia, si è sentita male e dopo 3 operazione al cuore e 10 giorni in rianimazione, ci ha lasciati.

Difficile crederci davvero, soprattutto per chi l’ha conosciuta e sa com'era l’Anna. Sempre pronta ad avere parole di conforto e incoraggiamento…i suoi discorsi passavano da una leggerezza a una profondità incredibile.

Tutte le serate passate con lei in camera a bere qualcosa e ad ascoltare i suoi racconti sui suoi viaggi, sulla sua vita.

L’Anna amava davvero la vita e lo si capiva dall'energia che tirava fuori anche quando sarebbe stato umano non averne più. Spesso aveva molto dolore alla gamba con la protesi d’anca, alla schiena, passava tante ore in ospedale…ma se un paziente aveva bisogno lei c’era.

Avrei voglia di scrivere tante cose, di raccontare tanti episodi. Abbiamo passato con lei qualche mese, non tantissimi a dirla tutta, ma ci ha dato così tanto. A tutti.
Ma la cosa per cui voglio ricordarla sempre è la sua dedizione al lavoro. Amava davvero quello che faceva, la passione con cui si prendeva cura dei malati era davvero grande.
Anche quando ormai non c’era più niente da fare, quando si trattava di tenere in vita una persona anche solo per pochi giorni, lei non si arrendeva mai.

In particolare mi è rimasto impresso un signore, Donné. Aveva poche speranze, il cuore messo male e ormai irrecuperabile. Ma lei ci credeva, e sperava. Per seguirlo ha rinunciato perfino a prendersi qualche giorno di riposo, non voleva che morisse da solo.
E’ stato con lui fino alla fine.
Questa è l’Anna. Se riuscirò a essere anche solo una parte di quello che era lei sarà già tanto.

Anna Picciati

Lo straordinario nell'ordinario


Dall’ultima volta che ho scritto ne sono successe di cose...c’è stato il Natale (che abbiamo passato a Manakara con gli altri volontari),  abbiamo passato un mese ad Ambositra a studiare la lingua,c’è stato un terremoto (e in Madagascar ce ne sono davvero pochi!), è ritornata la corrente ad Ampa dopo che un fulmine aveva distrutto gli inverter (non me ne intendo molto, ma so solo che da lì in poi non abbiamo più avuto la luce in veranda di notte!), c’è stato un ciclone (RANO BE!!!), ho iniziato a cantare nel coro della parrocchia (mi piace un sacco, anche se passo un pomeriggio a non capire una mazza) e Tolotra (il bambino che abitava con le suore da settembre tirato via da sua mamma che lo picchiava) ha trovato una nuova famiglia.


Insomma non ci si annoia mai e mi stupisco sempre di come quello che da noi sarebbe lo straordinario diventa quotidianità qui. Non parlo solo dell’ospedale, ma anche nella vita di tutti i giorni. Forse il ciclone è stato uno degli eventi che più mi ha fatto pensare a tutto questo.
Dal giorno alla notte il villaggio si è modificato completamente. Il ciclone è arrivato la notte e aiuto che paura!! Se devo essere sincera non mi aspettavo che mi sarei così spaventata! Un vento fortissimo…avevo paura che si staccasse il tetto della veranda! Dopo un po' di ore si è calmato finalmente (anche se continuava a piovere tantissimo).

Il mattino si era già un po' allagata la strada e il pomeriggio…tutte le case erano sott’acqua!! Pazzesco!


Ma la cosa più pazzesca era che gli abitanti non ci hanno fatto un baffo! Si sono presi su con le loro cose e semplicemente si sono trasferiti in un'altra casa per qualche giorno Intanto già partivano le lakane per portare la gente da una parte all’altra. Nessuno  sembrava particolarmente turbato dalla cosa. Poi dopo 2 giorni, quando l’acqua è scesa, sono tutti tornati nelle loro case e in 3 ore il villaggio era tale e uguale a prima.

Poi ci sono le loro credenze, i fomba e i fady. Qualche giorno fa io e la Cri stavamo passeggiando nel villaggio (facevamo un po' di mitsanga-tsangana) e a un certo punto ci siamo fermate a chiacchierare con alcune ragazze che conosciamo. Sono ragazze di cultura, che hanno studiato e tutto quanto. Ma per loro il Faraony (il fiume di fianco al villaggio) pullula di sirene pronte a uccidere il primo innocente che da solo vada a lavarsi i capelli o che lavi pentole e piatti dopo aver mangiato maiale (fady!divieto più assoluto!).

Ti raccontano che di notte ci sono delle donne che escono da sole, le streghe; e se esci da solo e non stai attento puoi rischiare di essere a tua volta cavalcato da una di loro.
Insomma per loro è perfettamente normale tutto ciò e il pensiero che possa non essere vero penso sia inconcepibile.


Tutto questo ha sicuramente un suo fascino, il problema è quando invece le persone non vengono all’ospedale, o vengono troppo tardi, perché convinte di essere vittime di un sortilegio o di un malocchio.

Mi è capitato poco tempo fa di veder morire una donna di 30 anni, così, convinta di non avere più speranze per colpa di qualche sorta di stregoneria.

E’ arrivata in ospedale con un ascesso al piede, una cosa piuttosto comune qui. La mando a casa con gli antibiotici ma il giorno dopo torna con ben tre ascessi (uno sulla mano, uno sull’altra gamba e quello sul piede). Aveva anche un po' di febbre e allora il dottor. Martins la ricovera. Non stava malissimo, anche durante il giorno aveva chiacchierato, camminato. Ma la notte all’improvviso peggiora e muore.

Ero davvero stupefatta e anche dispiaciuta. Nonostante tutto, per la famiglia era chiaro che la ragazza fosse stata maledetta e quindi non salvabile.

E’ un popolo che sa stupire e affascina tanto. O almeno…queste storie mi hanno sempre affascinato in realtà. Sicuramente anche suggestionato. Comunque ci hanno assicurato che i vasa (siamo noi, i bianchi) sono immuni dal malocchio e possiamo ancora dormire sonni tranquilli…oh No?

Anna

Marzo...per punti!

Oh sa mirë që jemi mirë!! Come state??
Anche marzo è arrivato, insieme alla primavera, al trasloco e tante altre cose!! Ma andiamo per punti..

PUNTO UNO: è iniziata la Quaresima!

Abbiamo invitato le suore dorotee da noi, qui siamo in cappella!
PUNTO DUE, anzi “PUNTI DUE”: quelli che hanno dato alla Virgi dopo che si è tagliata affrontando coraggiosamente una scatola del tonno!

PUNTO TRE: Abbiamo iniziato le messe di Sant’Antonio, anche se inizialmente non potevamo stare al lago perchè era pieno d’acqua! (Strano che puntualmente ogni mese a Gomsiqe ci sia dell’acqua!!!)

PUNTO QUATTRO: le volte che abbiamo incontrato le donne per il lavoro delle vestine, ma non solo: l’8 Marzo abbiamo anche festeggiato la festa della donna, andando al Perla a bere un caffè!!!  #DonneDuDuDu

PUNTO CINQUE: stiamo continuando con la biblioteca a Laç Vau-Dejes e sta procedendo bene! I bambini sono sempre tanti (tra i 60 e i 70 ogni sabato mattina) e anche i più piccoli sono attratti dalle attività manuali e dai laboratori che proponiamo!  Siamo veramente entusiasti di questi risultati!

PUNTO SEI:  stiamo incontrando due bambini dei nostri villaggi per fare delle attività educative adatte a loro, per aiutarli nello sviluppo didattico. Li vediamo un’ora a settimana e ci stanno regalando tante piccole gioie: sono timidi, ma hanno molte qualità nascoste che pian piano stiamo scoprendo e si stanno mettendo in gioco!!
I giochi coi nostri ragazzi nel campo a Gomsiqe

PUNTO SETTE, come i nostri villaggi! Continuiamo a organizzare il catechismo delle nostre parrocchie e, oltre a partecipare alla giornata dei giovani a Krajen, abbiamo organizzato una giornata per tutti i nostri bambini di catechismo, il 18 Marzo!!! Erano tanti e aiutati da Suor Fabiola e Ina (le Ravasco), Vilma, Benito, Samuell (il seminarista) e da Endrina ed Elisabetta (Ambasciatori di Pace), abbiamo passato una mattinata bella e intensa, incentrata sul tema della Lavanda dei Piedi.. In preparazione alla Pasqua! :D #staytuned

PUNTO OTTO: le notti di questo mese passate lontano da Gomsiqe!!! #maiuntrasloco #iononcistodentro Eh sì, abbiamo staccato un po’ la spina e per 4 giorni siamo stati a riposo (chi a Nënshat e chi a Scutari), mentre per altri 4 giorni, quando il Don era in Italia, le nostre ragazze sono state ospitate da Suor Riccarda e Suor Franca, a Shirokë!! E così, oltre ad aver imparato il siciliano, abbiamo anche conosciuto meglio il popolo Gabel, aiutando Suor Riccarda nelle sue attività!
Che dire, non è stato un mese tranquillo, ma quando ce ne sono qui??

Per oggi è tutto!!!
Aprile è già iniziato col botto (piccola anteprima: ACQUA-IN-CASA #AttingereteAcquaConGioia – parte terza)!! :D

Buona Pasqua a tutti!

Virgi, Franci, Fede e Don Stefano.

(P.s: vi salutano e vi mandano gli auguri anche Sr Rita e Sr Grazia e tutti gli ospiti, in particolar modo Pjetri che il 29 ha compiuto 16 anni!!!)

martedì 4 aprile 2017

Cara Anna...


Cara Anna, anzi Annina come ti chiamava Giorgio; questa volta ce l’hai combinata davvero grossa sai? Da togliere il fiato a tutti quanti. 

Siamo sicure che un foglio non basterà mai per descrivere e raccontare la fantastica donna, amica, missionaria, confidente e zia ( non possiamo dire nonna, perché ti faceva sentire vecchia) che sei stata per tutti noi. 
Dopo una vita di lavoro in ospedale a Guastalla e dopo aver girato buona parte del mondo, hai deciso che la tua casa diventasse  il Madagascar, l’ospedale di Ampasimanjeva. 


Tra te e l’ospedale è scoppiato subito l’amore e lo dimostravi ogni giorno con la continua attenzione per i malati, i poveri ma anche per i volontari , le suore e il popolo malgascio. Nulla lasciavi al caso, ma dovevi assolutamente dare il massimo che potevi per guarire i tuoi malati, come dicevi spesso te “ i MIEI” malati. 

Chi arrivava ad Ampasimanjeva doveva conoscerti, doveva passare da camera tua detta “piazza Navona”, doveva bere un caffè o una birra seduto sul tuo banco davanti a camera tua. Era una sorta di “benvenuto ad Ampasimanjeva, adesso rimboccati le maniche e inizia a lavorare” 


Ti vogliamo ringraziare Dokotera, ti abbiamo conosciuta un anno ad Ampa e sei stata una presenza importante per noi, non sei mai stata un tipo facile, sempre “sprucida” come ti diceva il tuo Giorgio, ma con un cuore grande e infinito.

Grazie, per averci sempre accolto: nella gioia, nel pianto, nelle difficoltà quotidiane, nelle chiacchiere, per essere stata una fonte d’ispirazione per molti, per ricordarci perché eravamo lì. Grazie alle storie del passato da Don Mario, a Don Romano.
Tenendo sempre forte e presente il perché eravamo in missione: i poveri prima di tutto come diceva Don Mario. 

I poveri e i malati che ti hanno fatto fare fatica e l’abbiamo  sperimentato ogni giorno affianco a te, ma tu non ti scoraggiavi mai, passati notti e notti a leggere manuali per trovare nuove terapie e grazie hai  i tuoi sforzi sei riuscita a salvare tantissime vite. I malgasci ti chiameranno sempre “dokotera fo” (dokotera del cuore)   


Grazie per l’allegria, la tua parlantina, le tue mille lamentele per le luce, prolunghe, l’ecografi che solo tu riuscivi a fare arrivare, grazie perché quando a pranzo e a cena eri li con noi, non c’era mai un momento di silenzio, ma bisognava stare sempre attenti a ciò che dicevi perché appena finivi di parlare ci interrogavi per vedere se eravamo state attente. 


Ringraziamo il Signore per questo incontro di vita, il tuo viaggio terreno finisce qui, ma sappiamo che ogni volta che ci volteremo sarai sempre lì con noi per spronarci a dare sempre il massimo in ogni situazione della vita.  

Chissà quante chicchere ti farai con don Mario e il tuo carissimo Giorno, ora non ti sfuggirà più nulla 
Tsara Mandroso, Tsara Miverina Dokotera!

Le tue A.A. di Ampa 
Agnese e Alba…. E come dicevi te…. AuGuri aby a tutti!!! 

p.s. ti aspettiamo alla prossima pizza navona, ti vogliamo bene doko! 

Auguri di Pasqua da don Ganapini

Casa della Carità, Tongarivo (Antananarivo) 26 marzo 2017

Carissimi amici, CMD, “LA LIBERTA’”, AMGA, ROTARY DI PARMA EST, FAMILIARI, TUTTI, ancora pochi giorni e siamo a PASQUA.____Come cristiani, la LITURGIA della CHIESA, nostra Madre, viene da noi accolta con gioia, perché vuole guidare i nostri passi nel cammino dello spirito per illuminarci e sostenerci nel pellegrinaggio verso quella vita nuova, che, colla sua risurrezione, Gesù ci ha preparato. BUONA PASQUA a tutti, dunque!


Non voglio fare prediche sulla Pasqua. Ne sentirete dai vostri parroci, molto migliori delle mie._ Come il NATALE e le altre nostre belle feste, è un momento in cui si ricordano volentieri gli amici e si porgono gli auguri più cordiali e sinceri; segno pure della riconoscenza più viva e profonda. _ A proposito della Pasqua, ricordo la frase di un mio carissimo amico, compagno di Seminario ad Albinea, poi diventato prete (vocazione tardiva, da Sassuolo _ morto vari anni fa’), D. SASSI VINICIO, che nelle discussioni o quando davanti a certe difficoltà non si sapeva più cosa aggiungere, concludeva sempre dicendo: “Beh, andiamo avanti! CRISTO E’ RISORTO!!” _Bello, no?! __ Il grande problema della vita e della morte lo ha proprio risolto Lui colla sua RISURREZIONE. _Andiamo avanti dunque!

Mi piace collegare gli auguri di Pasqua con la celebrazione del 50° anniversario dell’arrivo in Madagascar del primo gruppo missionario (23 novembre 1967) inviato dal nostro benemerito vescovo def.to Mons. Gilberto Baroni, dopo aver preso la famosa decisione (13 agosto 1967) dell’impegno missionario esteso a tutta la diocesi di Reggio-Guastalla. Il legame tra questo 50° anniversario e gli auguri di BUONA PASQUA, che porgo a tutti, a nome mio e degli alunni delle nostre piccole scuole AMGA è per  me evidente: chi sono infatti quegli alunni delle nostre piccole AMGA? Sono quei poveri bimbi che, grazie a voi, possono trovare anch’essi un posto su un banco di scuola per accedere all’istruzione e prepararsi un avvenire più umano e cristiano._ Siamo dunque nella linea della SCELTA PREFERENZIALE DEI POVERI, che è la caratteristica pure della nostra MISSIONE REGGIANA, sseguita in questi 50 anni e sempre in via di ulteriori sviluppi._
Mi dice il mio amico della DIDEC, P. Guy: “Don Pietro, siamo alla 90° scuola AMGA! Una spintarella, e … arriviamo a 100 (!!!) Sono rimasto tra la contentezza e il timore … che sotto la contentezza non ci sia un pizzico di vanagloria?! … o di compiacenza che non piace al Signore?! … poi mi sono detto: “quei bimbi non sono i bimbi di D. Pietro, ma i bimbi di CRISTO GESU’, che ha detto: “LASCIATE CHE I BIMBI VENGANO A ME”. Quindi se si fa contento il cuore di GESU’, dirò assieme a quel caro amico D. Vinicio: ANDIAMO AVANTI! CRISTO E’ RISORTO, ANCHE PER LORO, E PER TUTTI!!!

In LUI l’abbraccio più affettuoso e riconoscente! BUONA PASQUA A TUTTI!
SI, IN LUI, IL RISORTO, E NELLA NOSTRA MADRE DELLA MISERICORDIA, MARIA SS

Vostro povero e vecchio fratello D. Pietro

Un saluto sorridente ad ognuno di voi!

29 Marzo 2017, Ampasimanjeva

Eccomi di nuovo qui, per cercare di raccogliere ciò che mi è stato donato in questi mesi. Ogni giorno è pieno di vita. Di momenti, gesti, immagini che mi fanno sentire viva e parte di un mondo che vive, intorno a me, creato con così tanto amore. Ve ne affido qualcuno, perché tenendoli dentro ho paura di perderli, dimenticarli, e perché è bello poterli condividere.

Del mese di gennaio, trascorso con Anna ad Ambositra cercando di imparare un po' di lingua malgascia, porto nel cuore gli ospiti della Casa di Carità, gli abbracci, le risate e i momenti di preghiera insieme. Con loro ho sentito di essere felice, senza "ma" o "se", davvero felice. Una gioia simile a quando corri sotto l'acqua che scende a secchiate e ridi, ed in quell'istante ti senti vivo e senti che quell'acqua è stata creata dalle stesse mani che hanno creato te, che ha come Padre lo stesso tuo Padre. Così è stato anche con loro, abbiamo riso tanto.

Ambositra
Ed insieme a loro, vi affido i giochi con i bimbi di Fanomesantsoa ("Il dono delle cose belle"), una casa che accoglie i figli dei carcerati; le Messe in carcere, dove il Signore si manifesta nel canto, nella musica; ed i balli, le risate insieme ai lebbrosi e a ragazzi con delle gravi infezioni, che vivono e sono medicati in una struttura chiamata Akanin'ny Marary, "Gli amici dei malati". In particolare Ny Aina, una ragazzina di 15 anni, con un'infezione della tibia talmente estesa da farle perdere la pelle e la carne, rimanendo così solo l'osso esposto. In questi giorni sarà sottoposta ad un intervento alla gamba per poter così finalmente riabbracciare la sua famiglia, che non vede da un anno, e tornare a scuola. Vi chiedo una preghiera per lei, perché possa avere un bel futuro.

Anche il rientro ad Ampasimanjeva è stato bello ed ha richiesto molte energie.
Abbiamo iniziato le uscite nei villaggi insieme alle ostetriche per visitare le donne incinta ed i neonati. Osservando quelle pance tutte diverse si coglie la bellezza del dono della vita. C'è chi è pronta a diventare presto mamma, ultimi ritocchi per preparare il figlio ad uscire nel mondo; e chi invece ha dentro di sé un piccolo seme, ancora da coltivare, giorno per giorno. E prendendo tra le braccia i bimbi di pochi mesi, appoggiati al mio petto, li sentivo respirare insieme a me. La vita nasce e cresce dentro ed intorno a noi ogni giorno.

Da poco abbiamo anche creato una piccola classe, in una stanza dell'ospedale, per i bimbi che non hanno la possibilità di studiare in villaggio e per i figli dei pazienti ricoverati che sono costretti a stare lontani da casa per un periodo di tempo più o meno lungo. Purtroppo l'aula non è molto grande e, nonostante sia aperta mattina e pomeriggio, dobbiamo dividere gli alunni durante le varie giornate, riuscendo a garantire solamente due giorni a settimana ad ogni bambino. Eppure quando arrivano sono sempre contenti. L'impegno e la voglia di imparare, nonostante facciano tanta fatica, sono da 10 e lode. Mi piace guardarli mentre ce la mettono tutta per riuscire a scrivere una lettera o un numero nuovi, in quel momento sono loro i miei maestri.

Ogni mattina, poi, Suor Saholy ed io andiamo dai tubercolotici. Prima di provare la febbre e distribuire le medicine, c'è il momento di preghiera in cui uno di loro a turno condivide spontaneamente con gli altri ed il Signore ciò che ha nel cuore. E' bello iniziare la giornata insieme a loro. In questi giorni Suor Saholy ha costruito con i bimbi un piccolo campo da calcio, con due bellissime porte di bambù, ed oggi abbiamo fatto la prima partita. Ridevano tutti, giocatori e genitori a bordo campo!

Gli effetti del ciclone ad Ampa 
C'è stato anche il ciclone. Per fortuna aveva già perso molta forza quando è arrivato ad Ampa, ma per due giorni parte del villaggio è rimasta allagata, con l'acqua che arrivava fino ai tetti delle case, fatte di legno e foglie di ravinala. L'ospedale si trova su una collina, per cui non ci sono stati danni. Mi ha stupito molto come le persone non si siano mai lamentate o disperate, affrontando la situazione insieme. E cogliendone i lati positivi. Ripenso all'immagine di una ragazza che lavava la propria bimba nell'acqua, ed accanto la sorellina più grande strofinava i panni. In quel momento, per loro, quell'acqua era un dono.

Ampa mi sta insegnando tanto. Mi ricorda ogni giorno quanto sia grande e bello il dono della vita, eppure così fragile. Gli alberi fioriscono, la frutta cresce, i bimbi nascono, il sole sorge e regala contorni dorati… tutto germoglia intorno a noi e indipendentemente da noi. Possiamo "solo" ammirare e vivere la bellezza di questi miracoli.

Ed indipendentemente da noi, la vita termina.
Come ci ha scritto Don Pietro "C'è dato un tempo non illimitato, non determinato da noi, e non sappiamo quando, quando sarà il nostro momento. Possiamo solo provare a riempire questo tempo d'amore perché solo l'amore resta di noi."

Ringrazio il Signore per il dono della vita di Anna Maria.
Vi auguro di cuore una buona Quaresima, vissuta camminando con il Signore e con chi vi è accanto. Accogliendo la vita che vi circonda. Penso sia davvero bello che il Dio che preghiamo sia lo stesso, vicini e lontani. Malati, dottori, infermieri, "vahaza" (stranieri), suore, bimbi e anche voi lì… tutti siamo rivolti allo stesso Signore crocifisso.


Tolotra

Un abbraccio forte a tutti voi,
Cris

Nelle foto… alcuni degli ospiti della casa di Carità di Ambositra; la ragazza che ha lavato la bimba nell'acqua dopo il ciclone; e Tolotra sorridente, bimbo accolto dalle suore di Ampa, che ora ha potuto abbracciare una nuova famiglia!

lunedì 3 aprile 2017

Buona Pasqua da Jandira

Carissimi amici,
sabato scorso ho potuto vedere un matrimonio per Whatsapp... qui nel salone della comunità, affianco alla mia casa. Questo salone è proprio polivalente: durante il giorno accoglie un centinaio di bambini dell’asilo della Caritas; il giovedì sera e la domenica c’è la messa e altre riunioni di tipo religioso. Il sabato in genere c’è una festicciola: un compleanno di un bambino, una festa di beneficenza per la Chiesa o per l’asilo. Anche  matrimoni, ma con la solennità tipica della cerimonia e della festa.


<<Siamo senza soldi!>> mi spiegano gli sposi che “in privato” mi hanno chiesto una benedizione. <<Ci siamo sposati al civile e per la festa abbiamo lasciato fare agli amici, che abbiamo invitato per Whatsapp>>
E’ stato un invito di questo tipo: <<Venite alla festa del nostro matrimonio. Per favore portare da mangiare e da bere, perché noi non abbiamo niente.>> Saranno venute più di 200 persone e ciò che non è affatto mancato è stato il bere... Ma alla domenica mattina sono andati tutti a casa sani e salvi!
Non so fino a che punto siano da imitare... Però a confronto di certi matrimoni con tanto lusso, sfoggio, vanità, sperpero di cibo, di specialità rarissime, ecc ecc... mi viene da pensare che potrebbe esserci una via di mezzo.

Questo “caso” di festa semplice, non è solo un caso, ma un sintomo di una crisi economica e sociale che si approfondisce sempre di più nel Brasile di oggi, in modo particolare, fra i più poveri e fra i giovani sempre più poveri, senza lavoro, esclusi dalle università, senza prospettive e speranze.
Il governo attuale si avvale di una maggioranza di parlamentari (corrotti) per cambiare la costituzione, contro i diritti dei lavoratori sempre più precari, contro il diritto alla pensione minima per gli anziani, contro l’accesso degli studenti alle università, contro l’insegnamento di materie umanistiche nelle scuole e inviabilizza i progetti popolari per una casa propria... ecc.. ecc..
Secondo il martellamento ossessivo dei mass media, questo governo è legittimo, democratico e starebbe rimettendo in piedi un Brasile rovinato dal governo precedente (di sinistra); ma chi ancora riesce a fare una lettura della realtà, capisce molto bene che  se non è golpista, è senz’altro un fantoccio in mano a quell’invisibile elite economica che comanda il Brasile di oggi.  Quest’elite brasiliana in pratica è filiale dei centri di potere del capitale internazionale; anche questo sempre più invisibile e anonimo, ma onnipresente ... sarà che sia il demonio?


Comunque sia, il Brasile viene sempre più smantellato dal suo progetto nazionale e popolare, costruito con tante difficoltà nell’ultimo ventennio. C’è stata la crisi della Petrobras, Odebrecht, e altre grandi industrie brasiliane. In questo momento c’è la crisi della carne (vendita di carne scaduta ecc.) della quale il Brasile è il più grande esportatore nel mondo.
Di buono c’è una cosa: quanto meno terre si destinano ai buoi, più terra rimane per l’uomo e le foreste tirano un sospiro di sollievo.

Di questo caos politico ed economico in cui il Brasile è affondato, ne sentiamo le ripercussioni in ogni momento della giornata. Negli asili i bambini mangiano di più... anche perché in casa c’è sempre meno cibo. Tutti i giorni c’è gente che chiede un lavoro:  “posso fare qualsiasi cosa,  anche pulire i pavimenti, i bagni, perché in casa non ho più niente”. Il più delle volte ci resta solo il soffrire insieme, il com-patire... dare una parola di speranza. E’ vero che accogliamo più di 900 bambini e più un centinaio di bambini di una favela qui vicino, a cui diamo appoggio giuridico e un minimo di assistenza e accompagnamento; ma sinceramente in fondo ci sentiamo dei naufraghi in mezzo all’Oceano, aggrappati a una tavola di salvezza: una speranza, un sogno, un’utopia... per cui ancora riusciamo a cantare le Beatitudini e il Cantico delle Creature.
Amici di Massenzatico (es. Piola) mi hanno invitato a partecipare al cinquantesimo del cantiere di lavoro ‘66/’67 che abbiamo vissuto insieme a Piediluco in Umbria. Si trattò infatti di un’esperienza per allora inedita, in cui giovani per lo più studenti, durante le vacanze estive, si organizzavano in gruppi di 30/50 membri. Iscritti previamente al movimento Soci Costruttori, con sede in Belgio, venivano mandati in vari centri di accoglienza in tutta Europa, per fare lavori manuali o sociali in situazioni di povertà. Io che ero un semplice frate-studente in un convento di Udine, iscrittomi con tante difficoltà ai Soci Costruttori, fui mandato proprio a Piediluco, dove ho vissuto 15 giorni di intensa vita di comunità e di lavoro con un gruppo di giovani, organizzato da Don Lorenzo Braglia. Quel prete, un vero profeta, è stato il mio maestro di vita, e i giovani non solo divennero i miei amici, ma ancor oggi sono veri fratelli e sorelle nel Vangelo. Con loro ho cominciato a partecipare al GLM (Gruppo Laico Missionario) il Quem  Sabe, La Collina e la stessa missione in Brasile, prima a Bahia, poi In Acre, e Jandira (da 30 anni).


Grazie amici e fratelli. Purtroppo non posso venire in Italia per celebrare con voi questa data che ha marcato la nostra vita e la nostra utopia, però vi posso assicurare che quell’esperienza è stata una “rivoluzione”, battezzandomi non solo come Gianchi, che è divenuto il mio nome di battaglia, ma anche identificando la mia vita come un cantiere di lavoro per i più poveri.
Voglio finire questa lettera pasquale con una nota di “Alleluia”!


Abbiamo creato la Panetteria Comunitaria, la quale non solo sta dando lavoro a una mezza dozzina di persone, ma anche grazie ad essa, i nostri bambini e tutti quelli che lavorano con loro, mangiano ogni giorno il “pane nostro”, e si sta allargando anche una clientela, a cui si vende un pane buono ed a un buon prezzo. A pari passo sta funzionando anche la Scuola di Panetteria, nella quale i nostri bambini (i giovani e gli adulti alla sera) apprendono a fare il pane, sia per la loro casa, sia come una possibilità di accesso al mercato del lavoro.
Grazie a tutti che mi avete aiutato; avrei tanti nomi da fare, ma in modo particolare ringrazio la Manuela di Casina (RE) e tutta la sua famiglia. Questi gesti di solidarietà di tanti amici mi animano nella fede e nella speranza di continuare, nonostante l’età e un cuore “ricucito”, la mia vita di condivisione con i più poveri.




Grazie, il vostro aiuto e la vostra preghiera mi rendono sempre più forte e sempre più nuovo.
Allora  auguri di buona Pasqua a tutti: risorgere significa credere in un cielo nuovo e in una nuova terra.


Padre Gianchi