lunedì 3 aprile 2017

Buona Pasqua da Jandira

Carissimi amici,
sabato scorso ho potuto vedere un matrimonio per Whatsapp... qui nel salone della comunità, affianco alla mia casa. Questo salone è proprio polivalente: durante il giorno accoglie un centinaio di bambini dell’asilo della Caritas; il giovedì sera e la domenica c’è la messa e altre riunioni di tipo religioso. Il sabato in genere c’è una festicciola: un compleanno di un bambino, una festa di beneficenza per la Chiesa o per l’asilo. Anche  matrimoni, ma con la solennità tipica della cerimonia e della festa.


<<Siamo senza soldi!>> mi spiegano gli sposi che “in privato” mi hanno chiesto una benedizione. <<Ci siamo sposati al civile e per la festa abbiamo lasciato fare agli amici, che abbiamo invitato per Whatsapp>>
E’ stato un invito di questo tipo: <<Venite alla festa del nostro matrimonio. Per favore portare da mangiare e da bere, perché noi non abbiamo niente.>> Saranno venute più di 200 persone e ciò che non è affatto mancato è stato il bere... Ma alla domenica mattina sono andati tutti a casa sani e salvi!
Non so fino a che punto siano da imitare... Però a confronto di certi matrimoni con tanto lusso, sfoggio, vanità, sperpero di cibo, di specialità rarissime, ecc ecc... mi viene da pensare che potrebbe esserci una via di mezzo.

Questo “caso” di festa semplice, non è solo un caso, ma un sintomo di una crisi economica e sociale che si approfondisce sempre di più nel Brasile di oggi, in modo particolare, fra i più poveri e fra i giovani sempre più poveri, senza lavoro, esclusi dalle università, senza prospettive e speranze.
Il governo attuale si avvale di una maggioranza di parlamentari (corrotti) per cambiare la costituzione, contro i diritti dei lavoratori sempre più precari, contro il diritto alla pensione minima per gli anziani, contro l’accesso degli studenti alle università, contro l’insegnamento di materie umanistiche nelle scuole e inviabilizza i progetti popolari per una casa propria... ecc.. ecc..
Secondo il martellamento ossessivo dei mass media, questo governo è legittimo, democratico e starebbe rimettendo in piedi un Brasile rovinato dal governo precedente (di sinistra); ma chi ancora riesce a fare una lettura della realtà, capisce molto bene che  se non è golpista, è senz’altro un fantoccio in mano a quell’invisibile elite economica che comanda il Brasile di oggi.  Quest’elite brasiliana in pratica è filiale dei centri di potere del capitale internazionale; anche questo sempre più invisibile e anonimo, ma onnipresente ... sarà che sia il demonio?


Comunque sia, il Brasile viene sempre più smantellato dal suo progetto nazionale e popolare, costruito con tante difficoltà nell’ultimo ventennio. C’è stata la crisi della Petrobras, Odebrecht, e altre grandi industrie brasiliane. In questo momento c’è la crisi della carne (vendita di carne scaduta ecc.) della quale il Brasile è il più grande esportatore nel mondo.
Di buono c’è una cosa: quanto meno terre si destinano ai buoi, più terra rimane per l’uomo e le foreste tirano un sospiro di sollievo.

Di questo caos politico ed economico in cui il Brasile è affondato, ne sentiamo le ripercussioni in ogni momento della giornata. Negli asili i bambini mangiano di più... anche perché in casa c’è sempre meno cibo. Tutti i giorni c’è gente che chiede un lavoro:  “posso fare qualsiasi cosa,  anche pulire i pavimenti, i bagni, perché in casa non ho più niente”. Il più delle volte ci resta solo il soffrire insieme, il com-patire... dare una parola di speranza. E’ vero che accogliamo più di 900 bambini e più un centinaio di bambini di una favela qui vicino, a cui diamo appoggio giuridico e un minimo di assistenza e accompagnamento; ma sinceramente in fondo ci sentiamo dei naufraghi in mezzo all’Oceano, aggrappati a una tavola di salvezza: una speranza, un sogno, un’utopia... per cui ancora riusciamo a cantare le Beatitudini e il Cantico delle Creature.
Amici di Massenzatico (es. Piola) mi hanno invitato a partecipare al cinquantesimo del cantiere di lavoro ‘66/’67 che abbiamo vissuto insieme a Piediluco in Umbria. Si trattò infatti di un’esperienza per allora inedita, in cui giovani per lo più studenti, durante le vacanze estive, si organizzavano in gruppi di 30/50 membri. Iscritti previamente al movimento Soci Costruttori, con sede in Belgio, venivano mandati in vari centri di accoglienza in tutta Europa, per fare lavori manuali o sociali in situazioni di povertà. Io che ero un semplice frate-studente in un convento di Udine, iscrittomi con tante difficoltà ai Soci Costruttori, fui mandato proprio a Piediluco, dove ho vissuto 15 giorni di intensa vita di comunità e di lavoro con un gruppo di giovani, organizzato da Don Lorenzo Braglia. Quel prete, un vero profeta, è stato il mio maestro di vita, e i giovani non solo divennero i miei amici, ma ancor oggi sono veri fratelli e sorelle nel Vangelo. Con loro ho cominciato a partecipare al GLM (Gruppo Laico Missionario) il Quem  Sabe, La Collina e la stessa missione in Brasile, prima a Bahia, poi In Acre, e Jandira (da 30 anni).


Grazie amici e fratelli. Purtroppo non posso venire in Italia per celebrare con voi questa data che ha marcato la nostra vita e la nostra utopia, però vi posso assicurare che quell’esperienza è stata una “rivoluzione”, battezzandomi non solo come Gianchi, che è divenuto il mio nome di battaglia, ma anche identificando la mia vita come un cantiere di lavoro per i più poveri.
Voglio finire questa lettera pasquale con una nota di “Alleluia”!


Abbiamo creato la Panetteria Comunitaria, la quale non solo sta dando lavoro a una mezza dozzina di persone, ma anche grazie ad essa, i nostri bambini e tutti quelli che lavorano con loro, mangiano ogni giorno il “pane nostro”, e si sta allargando anche una clientela, a cui si vende un pane buono ed a un buon prezzo. A pari passo sta funzionando anche la Scuola di Panetteria, nella quale i nostri bambini (i giovani e gli adulti alla sera) apprendono a fare il pane, sia per la loro casa, sia come una possibilità di accesso al mercato del lavoro.
Grazie a tutti che mi avete aiutato; avrei tanti nomi da fare, ma in modo particolare ringrazio la Manuela di Casina (RE) e tutta la sua famiglia. Questi gesti di solidarietà di tanti amici mi animano nella fede e nella speranza di continuare, nonostante l’età e un cuore “ricucito”, la mia vita di condivisione con i più poveri.




Grazie, il vostro aiuto e la vostra preghiera mi rendono sempre più forte e sempre più nuovo.
Allora  auguri di buona Pasqua a tutti: risorgere significa credere in un cielo nuovo e in una nuova terra.


Padre Gianchi

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