martedì 4 aprile 2017

Cara Anna...


Cara Anna, anzi Annina come ti chiamava Giorgio; questa volta ce l’hai combinata davvero grossa sai? Da togliere il fiato a tutti quanti. 

Siamo sicure che un foglio non basterà mai per descrivere e raccontare la fantastica donna, amica, missionaria, confidente e zia ( non possiamo dire nonna, perché ti faceva sentire vecchia) che sei stata per tutti noi. 
Dopo una vita di lavoro in ospedale a Guastalla e dopo aver girato buona parte del mondo, hai deciso che la tua casa diventasse  il Madagascar, l’ospedale di Ampasimanjeva. 


Tra te e l’ospedale è scoppiato subito l’amore e lo dimostravi ogni giorno con la continua attenzione per i malati, i poveri ma anche per i volontari , le suore e il popolo malgascio. Nulla lasciavi al caso, ma dovevi assolutamente dare il massimo che potevi per guarire i tuoi malati, come dicevi spesso te “ i MIEI” malati. 

Chi arrivava ad Ampasimanjeva doveva conoscerti, doveva passare da camera tua detta “piazza Navona”, doveva bere un caffè o una birra seduto sul tuo banco davanti a camera tua. Era una sorta di “benvenuto ad Ampasimanjeva, adesso rimboccati le maniche e inizia a lavorare” 


Ti vogliamo ringraziare Dokotera, ti abbiamo conosciuta un anno ad Ampa e sei stata una presenza importante per noi, non sei mai stata un tipo facile, sempre “sprucida” come ti diceva il tuo Giorgio, ma con un cuore grande e infinito.

Grazie, per averci sempre accolto: nella gioia, nel pianto, nelle difficoltà quotidiane, nelle chiacchiere, per essere stata una fonte d’ispirazione per molti, per ricordarci perché eravamo lì. Grazie alle storie del passato da Don Mario, a Don Romano.
Tenendo sempre forte e presente il perché eravamo in missione: i poveri prima di tutto come diceva Don Mario. 

I poveri e i malati che ti hanno fatto fare fatica e l’abbiamo  sperimentato ogni giorno affianco a te, ma tu non ti scoraggiavi mai, passati notti e notti a leggere manuali per trovare nuove terapie e grazie hai  i tuoi sforzi sei riuscita a salvare tantissime vite. I malgasci ti chiameranno sempre “dokotera fo” (dokotera del cuore)   


Grazie per l’allegria, la tua parlantina, le tue mille lamentele per le luce, prolunghe, l’ecografi che solo tu riuscivi a fare arrivare, grazie perché quando a pranzo e a cena eri li con noi, non c’era mai un momento di silenzio, ma bisognava stare sempre attenti a ciò che dicevi perché appena finivi di parlare ci interrogavi per vedere se eravamo state attente. 


Ringraziamo il Signore per questo incontro di vita, il tuo viaggio terreno finisce qui, ma sappiamo che ogni volta che ci volteremo sarai sempre lì con noi per spronarci a dare sempre il massimo in ogni situazione della vita.  

Chissà quante chicchere ti farai con don Mario e il tuo carissimo Giorno, ora non ti sfuggirà più nulla 
Tsara Mandroso, Tsara Miverina Dokotera!

Le tue A.A. di Ampa 
Agnese e Alba…. E come dicevi te…. AuGuri aby a tutti!!! 

p.s. ti aspettiamo alla prossima pizza navona, ti vogliamo bene doko! 

1 commento:

  1. Un saluto a tutti voi di Reggio Emilia Missioni,che personalmente non conosco.Il mio nome e' Gianni Sanna.
    Sono un collega di Anna ed ho sentito di essere li,alle esequie di Anna a Fabbrico,per renderle un ultimo ma presente saluto.
    Ho conosciuto Anna ad Ampasimanjeva nel novembre 2014,dove anche io grazie alla preziosa disponibilita'di dott.Martin ho con loro collaborato e vissuto una straordinaria esperienza di vita prima che pofessionale.
    Con Anna che non conoscendolo mi ha spiegato facendomelo conoscere il termine " sprucida" che nella mia Sardegna non usiamo.
    Quanto puo' apparire retorico dicendolo....condividere una realta' che e' cosi diversa da noi.
    Ricordo una sera che dopo cena si faceva rientro in camera al buio li ad Ampa e passando di fronte alle cucine salutavamo i parenti dei degenti chelidormivano.
    Noi avevamo il nostro letto con camera singola...loro la loro promisquita'
    In camera quella sera mi avevano salutato nel prendere il pigiama dall'armadio una coppia di scarafaggi cui forse avevo disturbato la privacy.
    Nella sua fragilita' di donna aveva chiesto a Giorgio una inferriata per la sua porta...
    A me che avevo decorticato un ascesso di un braccio aveva detto " bravo Gianni" io non lo avrei saputo fare ...non sopportavo l'odore penetrante del pus.

    Anna non volevo essere bravo,ma fare mio quel tuo dire che quel poco che facevamo era li molto.
    grazie per questo indelebile ricordo di te nella mia vita.
    Un abbraccio fraterno nella memoria.

    Grazie a tutti voi per avermi ospitato

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