giovedì 5 ottobre 2017

Le attività pastorali di Pe Luis

Pe Luigi Ferrari è appena rientrato in Italia ma qualche giorno prima di partire ci ha inviato una lettera in cui racconta delle attività pastorali nella diocesi di Ruy Barbosa. 

Scrivo due righe per fare memoria di quanto visto e ascoltato. 

   Agosto qui in Brasile è il mese delle vocazioni. 
Abbiamo fatto un ritiro con tutti i sacerdoti della diocesi, io sono uno dei più anziani. La diocesi di Ruy Barbosa, ha un vescovo belga Dom Andrè, e ha un clero giovane: sono 7 i sacerdoti ordinati negli ultimi 8 anni; di brasiliani che vengono da altre diocesi sono 4, di missionari ci siamo 2 spagnoli, 4 italiani e un belga. La vita consacrata è rappresentata da tre Francescani, più un monastero di Cistercensi. 
I giovani sono con entusiasmo nei primi anni di sacerdozio, anche se devono affrontare problemi di come attuare il ministero in situazioni alle volte di difficoltà e anche il modello di Chiesa che si cerca di impostare non sempre è chiaro. C’è un modello classico delle CEB’S comunità di base ma anche quello più legato ai movimenti carismatici e devozionali; questo tipo di Chiesa è molto alimentato dalle televisioni cattoliche. Il seminario ha 8 giovani che si stanno preparando a diventare sacerdoti e nel propedeutico ci sono tre ragazzi in cammino. 



La pastorale familiare nelle parrocchie dove funziona ha organizzato due celebrazioni di matrimoni comunitari; sono stati belle, erano stati preparati bene; anche qui le 6 spose, come succede in tutto il mondo, si sono fatte aspettare. 
      
Da un punto di vista pastorale si vede il bisogno di dar valore alla famiglia e rafforzare il vincolo col sacramento in questo contesto culturale segnato da un grande individualismo e dalla mancanza di responsabilità nell'assumere totalmente il coniuge. 

   Evento importante nella diocesi un incontro con tema la catechesi, in Macajuba; una bella partecipazione del popolo di Dio, animato dalla catechesi catecumenale che cerca di fare dei discepoli missionari di Gesù, un invito ai cristiani che sappiano portare la buona notizia del Vangelo nelle nostre piccole comunità. 

  
 Sono stato a celebrare in due comunità dove era tanto tempo che non si diceva la Messa; è stato bello vedere la volontà della gente di lodare, di ringraziare, di cantare di nuovo i canti che erano stati dimenticati. Certo il radunarsi che è fare Chiesa, diventa indispensabile per continuare un cammino di ascolto della Parola di Dio che alimenta la nostra fede. 

   Il primo di settembre si è ricordato il giorno della salvaguardia del creato, ho incontrato il cacique Juvenal, di una tribù de indios Payayà che vivono alla sorgente del rio Utinga; è stato bello vedere come cercano di vivere rispettando e coltivando la natura. Stanno cavando una pianta che cresce in riva alla sorgente, si chiama taboa, perché è come una sanguisuga per l’acqua che nasce. Poi mi ha mostrato il lavoro che fanno in un vivaio per coltivare le piante native; un lavoro necessario per riforestare questa regione. Coltivano anche piante medicinale che vendono poi al mercato di Utinga.
A fine agosto si è avuta la notizia di una strage di una tribù di indios "Flecheiros" in Amazzonia, anche se non è stata confermata. Sono comunità isolate che vivono ancora in pieno contatto con la natura e andrebbero protette ma non ci sono soldi per gli organismi  federali Funai, che dovrebbero assisterli. 
Sembra che siano stati “garimpeiros”, cercatori di oro, che hanno invaso il loro territorio. 

   Ho partecipato assieme alle suore che collaborano con noi in Utinga e Wagner ad un incontro dei religiosi in Salvador, si è parlato della cultura dell’incontro, come icona la visita di Maria ad Elisabetta, siamo stati accolti in un grande collegio salesiano, l’incontro svolto in un cinema teatro, ben partecipato e animato. Ha colpito la testimonianza di una suora della pastorale carceraria, con una bella presenza di vita coi prigionieri. Alla sera siamo stati accolti da una comunità di suore della Provvidenza, ci hanno offerto una bella ospitalità.

   Ho partecipato anche ad una camminata a favore della vita per la prevenzione dei suicidi, è una campagna che tutti gli anni ci vede impegnati, per ridurre l’indice abbastanza alto di suicidi, specie negli adolescenti. Ansia, paura, stress, depressione, molte altre cause, si potrebbero attenuare o vincere col dialogo, con l’accompagnamento delle persone che vivono accanto.

Um abbraccio 
Pe. Luis

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