giovedì 8 dicembre 2016

Da un mese ad Ampa

Ciao a tutti,
eccomi qui finalmente, in una domenica tranquilla sulla veranda, a scrivere le mie prime impressioni di questo mese.
Solo un mese...ma mi ci vorrebbe un'altro mese per scrivere tutto quello sto vivendo.
Dentro di me pensavo di venire in Madagascar e trovare tempo per fare tutte le cose per cui ultimamente in Italia facevo fatica a trovare il tempo. Niente di più sbagliato...o meglio...si fa fatica a trovare il tempo per fare tutto perché cambiano un po' anche le priorità.
Alla partenza non mi son ben resa conto del tempo che sarei dovuta star via. Mi sembrava di partire per un campeggio o per una vacanza di un mese... che da li a poco sarei comunque tornata a casa. 
In realtà nemmeno adesso mi rendo conto bene del tempo...è passato un mese e mi sembra di essere arrivata ieri, mi sveglio il mattino ed già è sera...qui è tutto diverso! 
Poi dopo cena e compieta (20:30), arriva il sonno e vita kabari :). I ritmi rallentano ma le giornate sono veloci!
Non ho ancora trovato una mia routine giornaliera. 

La mattina cerco di andare in ospedale, ma non sempre è così perché può esserci l'uscita nei villaggi, da lavorare per il progetto, andare in maternità, ecc..
Il pomeriggio invece vado in ufficio a inserire i dati delle donne in gravidanza insieme ad Alba ed a Cristina che è arrivata da una settimana. Quest'anno io e Cristina continueremo il lavoro di Alba. Sono un po' tesa per quando Alba tornerà in Italia... perché ci sono tante cose da fare, un po' per la lingua...ma sono sicura che Cristina sarà di grande grande aiuto.
L'ospedale mi ha davvero colpito, mi aspettavo ovviamente che sarebbe stato diverso...ma quando lo vedi fa tutto un'altro effetto. La lingua mi impedisce di aver un reale dialogo con i pazienti ( qualche volta butto li qualche parolina in malgascio che ho imparato, giusto per far scena :)), ma questo mi ha portato a osservare molto di più...e anche questo penso sia importante... i movimenti, le espressioni, i sorrisi e tutti i gesti da cui traspare la l'ansia, l'attesa, l'accettazione, il sollievo...Non tutte le storie finiscono bene ad Ampasimanjeva e anche questo fa tanto riflettere, ti mette davanti degli interrogativi. E accettare il fatto che non sempre ci siano delle risposte pronte, anche questo bisogna imparare a fare.
Nonostante sia qui da relativamente poco mi è capitato di vedere qualcosa, ma la storia che forse mi ha colpito di più fino ad ora è di un bimbo di 8 ani che è stato ricoverato in Pediatria per qualche settimana.
Il Dottore gli aveva trovato una massa nell'addome che con tutte le probabilità era un tumore maligno. Purtroppo in questi casi ad Ampa non c'è quasi speranza, forse solo in capitale si sarebbe potuto fare qualcosa, ma per quella famiglia sarebbe stato troppo pesante come costi. In quel periodo è venuto un gruppo di medici belgi che hanno operato, aiutando così il Dottor Martins nel suo lavoro e sono venuti a conoscenza del bimbo. Erano un l'unica speranza, dopo aver parlato con i genitori si è deciso di provarci.
Purtroppo, durante l'operazione, ci si è accorti che la malattia era molto più estesa di quello che si pensava, e a quel punto l'unica cosa possibile da fare è stata richiudere tutto.
È stato un momento molto triste, in aggiunta al pensiero che forse in un'altro posto si sarebbe salvato...ma pensare così non aiuta.

Alcuni giorni dopo sono tornata a trovarlo, dopodiché sono tornati nel loro villaggio. Probabilmente questo bimbo e la sua storia saranno dimenticati, ma la fierezza sul loro volto, quella no, non la potrò dimenticare.

Anna Picciati - Ampasimandjeva


I litchis. Da noi li chiamiamo lici (s), son quei frutti delle dimensioni di una ciliegia, dalla buccia legnosa rossa, dalla polpa bianca dolcissima. In questo periodo il Madagascar ne è pieno. Buon appetito con il frutto malgascio natalizio

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