domenica 25 dicembre 2016

Natale è nascita di Gesù... e nostra nascita

Natale 2016

Carissimi amici,

questa volta non ho nessun motivo per scrivervi in ritardo, dato che sono in casa tutto il giorno per il doveroso recupero. Già, come molti di voi avranno saputo, giusto due mesi fa ho avuto un intervento al cuore in cui è stata messa una valvola e due ponti, dal momento che le coronarie erano quasi chiuse.

Beh, l’importante è arrivare in tempo; tutto è andato bene, il peggio è già passato. Ora sono già nella fase della riabilitazione: cuore nuovo... vita nuova! “Non tutto il male vien per nuocere”, come si dice, infatti questa esperienza mi ha portato un po’ più di giudizio, più fede, e mi aiuta a elaborare un nuovo (se prima c’era!) equilibrio di vita, dove i valori essenziali siano sempre in primo piano, lasciando tante “faccende” in mano ad altri, soprattutto nelle mani di Dio.

Ne approfitto per ringraziarvi per aver pregato per me o pensato bene in me... ma penso che Italia e Brasile insieme facciano miracoli. Ve la conto in breve: i medici mi hanno dato la “buona notte” in sala operatoria il 29.9.16 alle ore 15.00: giovedì. Mi hanno svegliato alle otto del mattino di venerdì per la visita di Jacqueline e Paulo. Poi mi hanno tolto i tubi che avevo addosso e alle dieci del mattino mi hanno dimesso dal reparto rianimazione e mi hanno portato in stanza sul mio letto.

Sabato e domenica, dieta e medicazioni... e lunedì mi hanno dimesso dall’ospedale. “Se vuole, può stare qui anche un altro giorno” mi ha detto il medico dell’ospedale. “no, grazie, vado a casa e vi ringrazio di tutto: siete stati bravissimi”.

E così sono venuto a casa in macchina (guidava Paulo!) come se fossi ritornato nel mondo dei vivi.

Veramente il Signore è il Dio con noi, Emmanuele.


E così vivo anche un Natale differente. La Regina, la bimba di nove anni (cresce.. cresce..) che vive con me, al ritorno dalla scuola mi raccontava che aveva scritto una lettera a Babbo Natale, come la sua maestra aveva proposto in classe. Nella lettera, invece di chiedere dei regali per sé, chiedeva al buon vecchio tante coperte, tanti cibi e torte per i bambini poveri.
“Bene, bravissima” le dico.
Dopo un po’ di silenzio mi fa una serie di domande, tipo: “quali sono i poveri che tu aiuti?”
“Come si chiamano?” “Quanti bambini sono?” “Dove abitano?” “Già, perché se il Babbo Natale mi porta ciò che ho chiesto, devo conoscere questi bambini e anche sapere la strada per arrivare da loro.”

Giusto... una piccola grande inchiesta o esame di coscienza da farci per Natale.
Non è che dobbiamo amare i poveri solo a Natale, ma festeggiando la nascita del Bambino Gesù, festeggiamo la vita che nasce in noi, nel mondo. Quando condividiamo la vita con l'altro (come il Verbo che si fa carne) in modo particolare con colui che ci presenta una richiesta di aiuto, generiamo una semente di vita. La semente è feconda ed eterna nella misura in cui incontra la terra “buona”, la terra del Calvario, la terra della Croce, bagnata dal Sangue Di Cristo. E per la Croce che si apre la Resurrezione che è la nostra fede, la nostra speranza, il senso ultimo della nostra vita. Allora si capisce perché il mistero dell'Incarnazione, della condivisione, dello spezzare il pane di vita con i più poveri, ci porta al mistero della salvezza, della liberazione. Né il povero, né il ricco, né il buono, né il cattivo, né io, o noi, con tutte le nostre opere buone, ci possiamo salvare da soli. Ci salviamo e ci liberiamo come relazione con l'altro, nella compassione con il Cristo povero, senza casa, in mezzo al massacro degli Innocenti, profugo in terra straniera, marginalizzato e criminalizzato, torturato fino alla morte... E' in questa condivisione che ci sentiamo fratelli. Invece di essere “disperati” per le cose di questo mondo (che vanno veramente male) rimaniamo uniti, perseveranti, nella speranza di un altro mondo possibile, frutto di compassione, di Croce e Resurrezione.

Sono sementi buone, feconde (non ibride o geneticamente modificate!) ogni gesto di solidarietà.

Voglio ringraziare tutti gli amici del Centro Missionario di Reggio Emilia che hanno collaborato e partecipato alla cena di Boorea (840 partecipanti!), cena solidaria con i profughi della Siria in un accampamento della Palestina, solidaria con i bambini della nostra Caritas di Jandira nel progetto di scuola professionale per adolescenti che vivono ai bordi di una fascia sociale che divide (ed unisce) la marginalità dalla (con) criminalità.

Infine voglio dirvi che la mia gioia è nel vedere la Caritas con i suoi quasi mille bambini come un campo di terra buona, dove voi gettate tante sementi buone... magari le date a me perché io le semini... si, come la Regina, che ha bisogno di me per sapere il cammino per portare le coperte di Babbo Natale fino ai bambini poveri. Si, con il vostro aiuto, con l'adozione a distanza, con la preghiera, con la visita, venendo qui ad aiutare come la Marta e la Silvia, due universitarie di Roma, con i banchetti beneficenti...

Bene, allora buon Natale e buon inizio di anno: assieme ai pastori seguiamo questa luce che ci porta alla grotta degli animali, del bue, dell'asino, delle pecore... che sono stati i primi ad ospitare Gesù, con Maria e Giuseppe. San Francesco diceva che nel Natale anche gli animali devono mangiare meglio. Infatti tutto il creato soffre, geme e canta in questo parto di Maria nostra Madre.

Natale è nascita di Gesù, è nascita della vita... e la nostra nascita.

A tutti un grande abbraccio di “compassione” e di pace

don Gianchi

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