Prima di partire ho letto gli scritti di don Luigi Gugliemi dove racconta l'inizio della nostra presenza e anche qualche libro/testimonianza sulla chiesa durante il comunismo di E. Hoxha; ciò che mi ha colpito è stata il legame con la chiesa sorella in Rwanda e il progetto Amahoro.
Albania prima e Rwanda poi uscivano da violenze inumane e la scelta fu di ripartire dai più piccoli, e come richiesto dai locali di portare e far conoscere il Vangelo: "veniteci a parlare di Dio!" è stata la richiesta che colpì la nostra chiesa concentrata sulle opere e sul fare.
La nostra presenza nella diocesi di Sapa accompagna una chiesa sorella a proseguire un cammino che ha bisogno di tanta speranza (lettera di don Luigi, 20.2.1993)
Le difficoltà non mancano perchè la zona dove siamo continua a spopolarsi; i giovani ambiscono ad andarsene per cercare fortuna altrove; la diocesi è in attesa del nuovo Vescovo e sono ancora poche le vocazioni albanesi; la Casa di Carità è segno e con piccoli passi tenta di far riscoprire il senso vero del volontariato.
Selfie con Laura, Don Stefano, Marzia e (sotto) Vilma |
Il mese di luglio le attività parrocchiali sono sospese e l'attenzione di don Stefano e Laura è per i bambini e ragazzi che non hanno scuola e per i quali si organizzano corsi di italiano e chitarra per continuare a star loro vicini. Li aiutano Vilma e Benito, due ragazzi locali che si danno molto da fare.
Gocce di speranza:
- la Casa di Carità, con suor Rita e Suor Grazia, ha volontariato tra le signore, tra i ragazzi e le ragazze ed è meta di visite da parte di gruppi che vogliono conoscere questa famiglia così particolare;
il simbolo dei tre pani impresso nei muri della Casa della Carità |
- la canonica di Gomisqe che da luogo di detenzione è diventato luogo di evangelizzazione;
La casa della missione, durante il regime luogo di detenzione |
- tutto parla della presenza di Dio, di Dio che ha vegliato e veglia su questo popolo. Lo scambio tra chiese sorelle, dono inestimabile per la nostra diocesi, forse non ci aiuterà a cambiare la pastorale, ma potrà sostenerci nel cammino di conversione che anche noi stiamo compiendo; anche noi oggi siamo una chiesa che ha bisogno di riprendere forza e speranza, ha bisogno di coraggio per fronteggiare le sfide culturali che vogliono annientare l'umanità delle persone; che deve partire sempre dai più poveri e migranti; una chiesa che con umiltà può imparare che cosa è la FEDE e chiedere "venite a parlarci di DIO!".
Con gratitudine.
Marzia
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