26 maggio 2016
Qoftë levduar Jesu Krishti!
Siamo arrivati con il
Vescovo Adriano martedì mattina in terra albanese per portare come Diocesi di
Reggio Emilia il nostro saluto e la nostra vicinanza alla chiesa sorella di
Sapa e al suo Vescovo. Ci avevano preceduto don Carlo Fantini e il diacono
Antonio Ferretti.
Dopo un saluto alla
comunità della Casa della Carità e ad alcuni parenti del Vescovo Luciano siamo
andati in Cattedrale dove da domenica sera (festa della SS. Trinità) è stata posta la salma del Vescovo Luciano.
La Cattedrale in questi giorni è diventata davvero il centro di tutta la
Diocesi: è continua la processione di fedeli laici, sacerdoti, consacrate,
donne, uomini, ragazze e giovani provenienti non solo dai villaggi intorno a
Vau-Dejes ma anche da tante parti dell’Albania, del Kosovo e del Montenegro.
Il Vescovo Adriano ha
guidato un breve momento di preghiera per e con il Vescovo Luciano, concludendo
con la benedizione della salma. Anche Pjetri ha voluto salutare per l’ennesima
volta il suo amico Monsignore e, aiutato da alcuni ragazzi che lo hanno
sollevato, è riuscito a toccare il vetro della bara.
Ci ha sorpreso il silenzio e il clima di preghiera che si sentiva, che
si respirava in Cattedrale nonostante le tante persone presenti.
Abbiamo cenato alla Casa e dopo cena ci siamo ritrovati insieme al
Vescovo Adriano per ricordare un po’ la figura del Vescovo Luciano e
condividere il cammino fatto, da tanti anni, insieme alla chiesa albanese.
Alcuni di noi, insieme al Vescovo Adriano, sono poi saliti a Gomsiqe
per la notte.
Mercoledì è stato il giorno del funerale. Si è cominciato con le lodi
cantate tutti insieme in Cattedrale.
Poi sono iniziati i preparativi per la celebrazione della Messa. Gli
Ospiti della Casa con sr Rita e sr Grazia hanno trovato posto in Cattedrale
insieme alle altre autorità.
Nel cortile della Cattedrale era stato installato un maxi schermo per
permettere anche a chi non è potuto entrare di seguire la Messa. Il cortile si
è cominciato a riempiere già dalla mattina presto e continuavano ad arrivare
persone: suore, donne, uomini e ragazzi, tutti per ringraziare insieme il
Signore per il dono del Vescovo Luciano.
In Albania la bara viene chiusa solamente nel momento della sepoltura,
quindi abbiamo potuto celebrare la Messa anche “alla presenza” del Vescovo
Luciano.
La Messa è stata presieduta dal Vescovo di Scutari, mons. Massafra,
concelebrata da 11 Vescovi e tanti sacerdoti. Erano presenti religiosi e
religiose, rappresentanti del mondo Ortodosso e Musulmano, rappresentanti delle
istituzioni guidate dal presidente della Repubblica Albanese.
L’omelia è stata fatta dal Vescovo del Kosovo, Mons. Doda, amico di
sempre del Vescovo Luciano con il quale è stato ordinato sacerdote.
Il vangelo scelto era
quello dell’incontro tra Marta e Gesù, “Marta
dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava
seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio
fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio,
egli te la concederà».
Gesù le risponde “Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, chiunque vive e
crede in me, non morrà in eterno”.
Al termine della celebrazione il Vescovo è stato sepolto in Cattedrale.
Il nostro gruppetto, al quale si è aggiunto don Stefano, è ripartito
per tornare a casa nel pomeriggio.
Dobbiamo ringraziare il Signore per il dono grande che è stato questo
Vescovo per questa chiesa e anche per la nostra chiesa di Reggio. Dalle tante
persone che sono passate per salutarlo viene da pensare che abbia voluto bene a
tanti e che fosse un punto di riferimento per tanti, dai politici alle persone
più semplici dei villaggi della montagna. E’ stato pastore buono in mezzo alla
sua gente, avendo a cuore i sacerdoti, la famiglia, l’ecumenismo, i giovani,
gli ammalati.
Ora comincia un tempo nuovo per la Chiesa di Sapa, un tempo in cui si dovrà continuare a camminare e a seminare nei solchi preparati dal Vescovo Luciano: la Casa della Carità, la Casa di spiritualità dei Balcani animata dai padri Carmelitani, la Caritas e tutte quelle piccole e grandi attenzioni che aveva per la sua gente.
Don Filippo, sr Ines, Paola e Caterina
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