giovedì 26 gennaio 2017

Suor Gianna, una vita per l'ad gentes

Suor Gianna Spaggiari, reggiana, quest’anno compirà 80 anni. Da 55 anni è missionaria salesiana e si occupa di educazione dei bambini e dei giovani.
La incontriamo in casa di sua sorella Dilma, a Gavassa, per una chiacchierata davanti ad un caffè. Colpisce la sua semplicità e la sua energia, oltre alla densità dei suoi racconti: ci si trova davanti ad un’enciclopedia della missione, 39 anni di Brasile e poi Timor Est, una scelta maturata perché <<ormai ero più brasiliana che italiana, stavo troppo bene, la missione per me era altrove. Mi ha sempre stimolato una frase: “nessuno può indicare ad altri nuovi orizzonti se prima non li sfida lui stesso” e poi mi son sentita rivolgere l’esortazione di San Paolo ai Corinzi, “guai a me se non evangelizzo”,  e mi sono sentita spinta ad “andate in tutto il mondo a predicare il Vangelo”. In questi messaggi ho trovato il coraggio per partire dal Brasile. Ero chiamata ad affrontare nuove sfide, a 64 anni, e la proposta è arrivata da Timor. Ho imparato bene anche la lingua locale, il tetum…>>


Timor è un isola del grande Arcipelago Indonesiano situata vicino all'Australia. 
Nel 1999 sotto la guida coraggiosa del grande leader dei resistenti, Xanana Gusmao, e con la collaborazione dell'ONU e del Portogallo, la parte est dell'isola ha conquistato la sua indipendenza dall'Indonesia,  chiudendo in questo modo un periodo storico di 500 anni di colonizzazione. 
Oggi Timor Est è una piccola nazione e dal maggio del 2002 è aggregata all'ONU.




Il 95% degli abitanti sono battezzati nella chiesa cattolica mentre il restante aderisce alle poche denominazione protestanti che penetrano facilmente nell'isola. 
La presenza dei musulmani è scarsa, anche se Timor confina con l’Indonesia, a maggioranza musulmana, dove risiedono anche sacche di fondamentalisti islamici. 
Resta in Timor il culto animista degli antenati: <<Il funerale è una festa anche se il morto ora può essere tenuto in casa al massimo solo 48 ore. Si fa festa tutti, con riso e carne; il morto non avrà pace se non mangi. A 30 giorni dalla morte si celebrano i Fiori Amari, dopo sei mesi si celebrano i Fiori Dolci; in entrambi i casi la famiglia del defunto si ritrova a celebrare la Messa e mangiare, non senza aver fatto benedire dal sacerdote  i fiori da deporre sulla tomba>>.



Suor Gianna arriva sull'isola a guerra finita, 16 anni fa, e si trova davanti gente poverissima di tutto, anche di Dio.
Ora suor Gianna svolge la sua missione a Laga, << un luogo benedetto dal Signore per la sua bella posizione geografica, fra le montagne e l’Oceano Indiano, ma dove regna estrema povertà, dovuta alla mancanza di acqua potabile e all'aridità del terreno. La vita è cara, si vive di importazioni in cambio di petrolio ma la produzione è limitata ed in prossima estinzione.>>
Laga è come un rione di periferia della capitale, a 5 ore dalla città, viaggiando in auto su strade sterrate di montagna. 
Le suore abitano accanto ad un orfanotrofio che ospita 98 tra bambine e ragazze,  che sono orfane di uno o entrambi i genitori o figlie di malati mentali. 
Vi sono  6 suore, tutte di Timor tranne suor Gianna, che danno assistenza alle bambine, facendo attenzione a non tagliare i legami con le loro famiglie.
 <<La famiglia è un’istituzione sociale troppo importante - ci racconta - e per le vacanze rimandiamo le bambine da qualche membro della famiglia. Per il resto le orfane studiano nella scuola salesiana attigua all'orfanotrofio. Sono seguite dai 7 ai 16 anni, per il ciclo base della scuola, poi si trasferiscono a Dili (la capitale del Paese) per frequentare le scuole superiori, o tornano ad abitare sulle montagne. Il Governo contribuisce al loro mantenimento con 150 sacchi di riso al semestre. Il riso è la base alimentare del paese, per il resto i costi delle cure e dell’alimentazione delle orfane sono coperti dalle sole offerte>>.
Comunque le suore riescono a garantire loro colazione, pranzo, merenda e cena, a base di riso, legumi locali, banane cotte, a volte carne in scatola, poco pesce << perchè pescare è pericoloso>>.

Suor Gianna ora è incaricata come economa della struttura: << vorrei smettere ma le mie suore dicono che sono necessaria>>. 
Ma non fraintendiamo, non vuole smettere di stare in missione, <<questo mai>>, ma solo di occuparsi di bilanci. 


La nostra intervista termina con queste sue parole : <<Timor è molto povero, molto più povero del Brasile, non c’è niente, anche pescare è difficile perché l’Oceano è pericolosissimo. Ma mi piace stare là, con i poveri,  nella periferia, come ci dice Papa Francesco...>> 

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