lunedì 19 settembre 2016

La porta del povero

Ritornando in terra peruviana, seppur per pochi giorni, non potevo non ripercorrere le strade che tutti i giorni, percorre la gente che frequenta la nostra missione.

Le strade polverose della periferia di Lima

Strade ´polverose, spesso in salita, attraversate da rigagnoli di ogni genere, affiancate da fili elettrici, spesso aggrovigliati e pendolanti. Per non parlare poi delle infinite strettoie , ai lati delle strade, strettoie che conducono a loro volta a realtá sempre piu nascoste e lontane...

Qui le famiglie ancora non hanno l’ acqua in casa... contenuta in cisterne comuni, viene portata, pagando, con bidoni alle proprie abitazioni.

Un giorno, arrivando davanti all’ ”abitazione” di una famiglia che volevo vistare, mi fermo ad ammirarne la PORTA... si’, la porta , di cui si parla tanto in quest’anno giubilare...: si tratta di una porta semplice, di legno, molto fragile .... basta poco per sfondarla. Osservo che la porta é SOCCHIUSA: sono attesa...

La porta socchiusa
L’accoglienza é commovente per la semplicitá e la gioia con cui sono ricevuta... All’interno é tutto un “gioco” di lamiere, teli, tavole di compensato” che cercano di creare alcuni spazi, delle piccole stanze. La giovane coppia che mi accoglie non esita a farmi entrare e mi porta fino al cuore di quel “labirinto”. L’incontro con la famiglia e’ semplice, fatto di ascolto e di semplici gesti, come quello di mangiare qualcosa insieme... Nella povertá, tutto é stato preparato con molta cura, anche la sedia migliore riservata per l’ospite.

Varcare la porta del povero e lasciarmi condurre nel suo mondo, nelle sue fatiche, nelle sue ferite... senza pretendere di dare facili risposte o “ricette di conversione”, e´la mia sfida piú grande.... forse la nostra sfida piu grande. Una cosa é certa: colui che puo sembrare il “piu povero” , non lo é sicuramente in fatto di umanitá e di fede.

Sorprende poi la riconoscenza finale da parte della giovane coppia: sulla soglia di casa, il dono di un frutto perché mi ristori durante il cammino di ritorno.

All’uscita, mi rimetto in cammino, davanti a me una distesa infinita di “baracche e polvere. Di polvere e di baracche”. Quante vole – penso – vorremmo un Dio meno coinvolto con la terra, con la polvere... un Dio meno coinvolto con la fragilitá dell’uomo.... Un Dio pulito, ordinato, perfetto, quasi “virtuoso”. Invece – fuori dalla porta – di polvere c’e ne’ tanta! Ma questa é la strada, la strada del Vangelo...

E.... “Lungo la strada é incominciata la Chiesa: lungo la strada polverosa la Chiesa continua... Camminate e starete nella Chiesa” (P. Mazzolari)

Cosi , sono le nostre strade di oggi... qui ...li’....ovunque: polverose e piene di una umanita´da cercare ed amare, con la fiducia che “le porte sono semichiuse”, sempre, anche lá dove sembra, per noi, improbabile.

Suor Paola Torelli

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