mercoledì 18 novembre 2015

Vanessa ed il Brasile prossimo

Vanessa Leccese ha 26 anni e nel 2009 è venuta ad abitare a Reggio Emilia per studiare. Ora è laureata in scienze dell'educazione.
E’ già stata 3 volte in Brasile e sentiva il desiderio di una esperienza di lunga durata, ci scrive…

"A 19 anni un ragazzo italiano si trova di fronte ad una scelta, quella di iscriversi all’università o meno. E per noi ragazzi del sud Italia il quesito è anche: lasciare casa, trasferirsi in qualche altra città o restare. Per me, nel 2008, la scelta è stata un’altra. Avrei potuto fare la cosa più semplice, iscrivermi all’università. Ma dentro di me sentivo che non era quello che volevo. Stavo cercando la felicità, quella travolgente, che ti toglie il respiro.Mi chiamo Vanessa, ho 26 anni e sono di Montescaglioso (MT). Sono partita per il Brasile nell’ottobre 2008 e sono ritornata nell’aprile 2009 sapendo cosa volevo: diventare un’educatrice! E così mi sono iscritta all’università di Modena e Reggio Emilia, sicuramente guidata da Qualcuno che ci vedeva più lontano di me. Mi sono laureata e, nel frattempo, ho avuto la grande fortuna di conoscere alcuni servizio civilisti della Caritas che mi hanno un po’ stravolto la vita. Nel 2013 ho deciso di partecipare al bando SCV, superandolo. Ho prestato servizio per un anno in una Comunità di prima accoglienza per mamme e bambini e nel frattempo sono venuta a conoscenza del Corso di “Villa Borettini”, organizzato dal Centro Missionario di Reggio Emilia e da altre realtà reggiane che si occupano di missione. In quel momento mi sono ritrovata di fronte ad un bivio: cosa fare della mia vita? Nel frattempo l’anno di servizio civile era finito. Avevo trovato lavoro come educatrice, ero felice. Erano sei anni che vivevo a Reggio: amici, affetti, l’indipendenza tanto desiderata, ma c’era qualcosa che mancava.Agli occhi della società  stavo finalmente costruendo la mia vita, ma il sogno dal quale ero partita, quello di diventare educatrice, sapevo che non era completo, non era quello il vero motivo per cui mi ero iscritta all’università.

E così il coraggio di rischiare: “don Romano vorrei partire!”. E don Romano Zanni, direttore del Centro Missionario della Diocesi di Reggio Emilia, mi ha accolto con questa proposta: “C’è un progetto in Bahia pensato per una coppia, ma hanno deciso di non partire… tu cosa ne pensi?”.Ho aspettato tre mesi prima di richiamare, perché farlo voleva dire sì, sono pronta. E quando ho avuto il coraggio, nulla si è più fermato: i documenti, comunicarlo alla mia famiglia, la preparazione, il corso a Verona organizzato dal CUM (Centro Unitario per la Cooperazione Missionaria fra le Chiese) per tutti i partenti in missione in America Latina e Africa.L’8 novembre partirò e quando mi guardo indietro penso che quanto è accaduto nella mia vita negli ultimi 6 anni mi abbia portato a questo ritorno in Brasile.

Vanessa Leccese (al centro) con Alba (alla sua sinistra, prossima partente per il Madagascar) con altri partenti al Cum.


A me non piace raccontare della mia vita, ho riflettuto molto prima di scrivere, ma qualcuno mi ha detto: “credo sia importante trasmettere un messaggio, qualcuno l’ha fatto con me, oggi lo faccio io”.In molti hanno detto di me che sono una persona coraggiosa, in realtà penso di non esserlo. Ho preso una decisione, voglio vivere la mia vita! Non cerco la felicità, ma la pace di vivere ogni giorno in pienezza!"

Il progetto Mãe da esperança
Il progetto Mãe da esperança  a Nova Redençao nello stato federale di Bahia in Brasile, opera a favore dei minori a rischio seguendo la loro crescita. È una piccola struttura che accoglie i bambini da 0 a 12 anni che si trovano in estrema difficoltà non solo materiale ma anche famigliare. Centro di attenzione sono i bambini con la loro storia legata alla famiglia, alla scuola e al potenziamento della loro creatività.

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