lunedì 22 agosto 2016

Ruy Barbosa: E' pieno di vita!

Ruy Barbosa, 15 agosto 2016

Faccio un po' fatica a mettere in fila le idee per descrivere il Brasile. Anche se sono qua da solo un mese mi sento talmente piena di emozioni ed esperienze vissute che non so davvero da dove iniziare.

Sono partita perché volevo allargare i miei orizzonti e in fatto di orizzonti qua non si scherza. Il Brasile è una terra sconfinata che mi mette molto in soggezione perché mi sento piccola e inutile davanti a tutta questa bellezza.

E non sto parlando solo delle bellezze naturali, ma anche della ricchezza che trovo in ogni persona che incontro e nelle relazioni che cerco di costruire.

Due mesi sono davvero pochissimi, ma questa consapevolezza mi sprona a dare il meglio per vivere pienamente questo tempo davvero di grazia che mi è stato regalato.

Sara con alcuni bimbi
Innanzi tutto l'essere bianca, con i capelli lisci e parlare una lingua strana a volte mi mette davvero in difficoltà. Sono i bambini, che se ti devono dire una cosa non ci pensano due volte, a sottolinearmelo ogni giorno. Qua nel bairro (quartiere) sono diventata la mascotte e non so come, ma ogni giorno spunta un bambino nuovo che mi corre incontro chiamandomi per nome. Sono proprio i bimbi che mi aiutano a distruggere un po' quelle barriere che inevitabilmente si creano tra me e loro e a volte si siedono di fianco a me provando a insegnarmi qualche parola in portoghese. Qua a otto anni le bimbe sono già donne, in certe cose sono molto più avanti di quelle europee.

Si avverte però una cosa: spesso manca la solidità di una famiglia unita alle spalle perché spesso i papà non ci sono, oppure hanno altre donne e la mamma ha un sacco di figli dei quali fatica a prendersi cura vista anche la povertà nella quale alcune famiglie vivono. Secondo me parte proprio da qua il grande abisso che c'è tra la nostra e la loro cultura. 

Sono sempre i bambini che con le loro domande a volte mi fanno morire dal ridere. La settimana scorsa sono andata a Miguel Calmon che dista circa due ore da Ruy Barbosa a casa di Gianluca, un missionario reggiano che vive con sua moglie e i suoi figli, in uno dei quartieri più poveri della città. Una sera eravamo seduti davanti alla porta e sono arrivati tutti i bimbi della via a giocare davanti a casa. Inevitabilmente sono scattate un sacco di domande sul mio conto e ad un certo punto un bimbo mi ha chiesto se in Italia ci si va in omnibus, e quando ho risposto che si deve prendere l'aereo perché è molto lontano, hanno spalancato gli occhi e hanno detto: “ma voli nel cielo!”.
Sul momento mi sono messa a ridere, ma ripensandoci questo mi dice molto sulla loro concezione del mondo e delle distanze...

Un'altra cosa che mi ha subito colpito del Brasile è la fede della gente. É una fede concreta, che non ha bisogno di discorsi astratti e non si limita alla messa di domenica. È una fede che si basa sulla venerazione di luoghi, come grotte e santuari, e di simboli, come statuette o croci al collo e al polso. Non mi dimenticherò mai le messe brasiliane della domenica... molto cantate e danzate, accompagnate da tutta l'assemblea con battiti e gesti delle mani. È molto significativa anche la presenza di un sacco di chiese diverse anche nella stessa strada a volte. Evangelici, Battisti e protestanti di ogni tipo... è il segno di una chiesa varia ma unita.

Beh, adesso ci manca un mese quindi mi devo mettere in gioco per godere di tutte queste cose fino all'ultimo secondo...

“Tutti quanti presi da qualcosa di importante
Che non è importante per niente!
Siamo indaffarati a cancellare le impronte
Della nostra vita precedente ...
...Non è mica vero che tristezza ed allegria
Son distribuite in modo uguale...
...Un ricordo che brucia ancora
Perché è pieno di vita, è pieno di vita
È pieno di vita” (Jovanotti)

Sperando di portare a casa ciò che è importante veramente, ringrazio il Signore per questa opportunità e vi abbraccio forte!! a prestissimoooo!

Sara

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