martedì 31 ottobre 2017

Ti auguro tempo

Ampasimanjeva, 21 ottobre 2017

“Ti auguro tempo.
Ti auguro tempo per divertirti e ridere.
Ti auguro tempo non per affrettarti e correre.
Ti auguro tempo per meravigliarti,per stupirti,per avere fiducia.
Ti auguro tempo per sperare ed amare.
Ti auguro tempo per sentirti fortunato ogni giorno”.

E’ ormai passato quasi un anno da quando mi hanno regalato queste parole su un bigliettino, poco prima della mia partenza.
Un anno, tanto o poco tempo, dipende un po’ dai punti di vista (chiedetelo a mia mamma!). Ma tempo in cui davvero mi sono divertita, meravigliata, sentita viva. In cui ho riso, pianto, a volte corso un po’ troppo (non solo sul campo da calcio!), camminato scalza, cantato, accolto mani tra le mie. Tempo in cui ho amato, con le mie fragilità, le mie fatiche, aprendo il mio cuore sempre troppo piccolo.
E mi sento tanto fortunata, non lo dico perchè voglio farvi credere che sia tutto rosa, lo sento davvero. Anche nei giorni in cui qualcosa non va, fuori o dentro di me, in cui sono più stanca o triste, c’è SEMPRE un momento, una situazione, un gesto in cui il mio cuore trova pace ed è grato di essere amato, nella semplicità di quello che è. Ogni giorno.


A volte è qualcosa di inaspettato, che stupisce.
Richard, un ragazzino ricoverato per due mesi all’ospedale a causa della

lunedì 30 ottobre 2017

Con i malati, da fratelli

La testimonianza di Enrica Salsi, missionaria laica in Madagascar

Il missionario fidei donum  (“dono di fede”) compie 60 anni. Nati dall’Enciclica Fidei Donum di Pio XII del 1957, i fidei donum sono sacerdoti, diaconi e  laici diocesani  inviati a realizzare un servizio temporaneo in un territorio di missione dove già esista una diocesi, con una convenzione (in genere triennale e rinnovabile) stipulata tra il vescovo che invia e quello che riceve.
Il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium ha chiarito e illuminato ulteriormente la posizione dei fidei donum dicendo che la missionarietà non è più relegabile a un particolare carisma di singoli, ma fa parte della carta di identità del cristiano, del cosiddetto “ Popolo di Dio”, cioè di tutti i battezzati, in quanto vede la sua radice nel mistero di comunione della Trinità e nel Battesimo. Tutto il Popolo di Dio, nella diversità dei ministeri, ha dunque il dovere fondamentale di uscire da se stesso verso il mondo per annunciare il Regno di Dio.

Nei decenni seguenti la missione dei fidei donum è diventata una sorta di collaborazione tra chiese sorelle, di scambio di doni. Non più soltanto la necessità/urgenza di portare il Vangelo a chi non lo conosce, ma piuttosto il voler camminare insieme, da chiese sorelle per rafforzare l’unità e la testimonianza della Chiesa universale.

venerdì 6 ottobre 2017

Brasile - due anni e non sentirli

Meno undici…e pensare che suor Marisa aveva iniziato con meno quaranta, per ricordare il periodo di quaresima; e la mia amica Sara, ormai rassegnata, mi aveva detto: “Sono pronta all'alternarsi di felicità e tristezza che ti accompagneranno fino alla fine di questa esperienza”.
Meno undici…con l’ agenda piena di cose da fare prima di partire e di cose da fare appena atterrata in Italia.


Meno undici…consapevole che saranno giorni pieni di abbracci e di lacrime;  lacrime di gioia per la grande benedizione di aver conosciuto tante persone meravigliose e lacrime di gioia perché non c’è cosa più bella di riabbracciare le persone che si amano e che da due anni sono così lontane.

Come è bello credere nei segnali di Dio, sapere che nulla accade per caso, basta circondarsi delle persone giuste e tutto sarà perfetto.

Questi ultimi mesi sono stati un alternarsi di attività differenti: la missione diocesana in Itaetè, cittadina non molto distante da Nova Redençao, che ci ha ospitato; per una settimana abbiamo

giovedì 5 ottobre 2017

Le attività pastorali di Pe Luis

Pe Luigi Ferrari è appena rientrato in Italia ma qualche giorno prima di partire ci ha inviato una lettera in cui racconta delle attività pastorali nella diocesi di Ruy Barbosa. 

Scrivo due righe per fare memoria di quanto visto e ascoltato. 

   Agosto qui in Brasile è il mese delle vocazioni. 
Abbiamo fatto un ritiro con tutti i sacerdoti della diocesi, io sono uno dei più anziani. La diocesi di Ruy Barbosa, ha un vescovo belga Dom Andrè, e ha un clero giovane: sono 7 i sacerdoti ordinati negli ultimi 8 anni; di brasiliani che vengono da altre diocesi sono 4, di missionari ci siamo 2 spagnoli, 4 italiani e un belga. La vita consacrata è rappresentata da tre Francescani, più un monastero di Cistercensi. 
I giovani sono con entusiasmo nei primi anni di sacerdozio, anche se devono affrontare problemi di come attuare il ministero in situazioni alle volte di difficoltà e anche il modello di Chiesa che si cerca di impostare non sempre è chiaro. C’è un modello classico delle CEB’S comunità di base ma anche quello più legato ai movimenti carismatici e devozionali; questo tipo di Chiesa è molto alimentato dalle televisioni cattoliche. Il seminario ha 8 giovani che si stanno preparando a diventare sacerdoti e nel propedeutico ci sono tre ragazzi in cammino. 

Impressioni di settembre (dall'Albania)

Bentornati!
E ben torniamo a raccontarvi di questo mese che è passato. La vita di Gomsiqe non batte piano: al contrario della Premiata Forneria Marconi (da cui prendiamo il titolo di questo resoconto), la vita di questo settembre è stata forte ed intensa.

Noi con le Dile a Barbullush
Anche perché abbiamo dovuto salutare metà dell’arca di Noè: il 7 è tornata a casa la Franci e il 14 l’ha seguita Don Stefano. A tutti e due un grazie di cuore per questa vita percorsa insieme; rrugë të mbarë, jetë të mirë dhe vazhdoni

Un viaggio strano

Donata Frigerio, consacrata dell’Ordo Virginum, membro della Rete Pace per il Congo e operatrice del Centro Missionario Diocesano, racconta del suo recente viaggio nel Kivu, a nord-est della RD del Congo, zona martoriata dal conflitto provocato dagli interessi internazionali per le risorse minerarie.

“L’Africa, o la mangi o ti mangia”. Questo proverbio mi è stato raccontato da un missionario, in Africa, per spiegarmi come nel continente o ti butti e parli con la gente, assaggi i cibi diversi, sperimenti e ti sperimenti nelle situazioni, hai sete di conoscere (perché capire a volte è troppo difficile), oppure sei devastato. La natura, la situazione in cui la gente è costretta a vivere da forze esterne è così “forte”, a tratti violenta, che scopre di te i lati più nascosti.

Una strada di Goma, tutta in pietra lavica. Sullo sfondo le abitazioni 
Da anni vado in Africa, nella martoriata regione dei Grandi Laghi, a cavallo tra Rwanda, Burundi e Congo RD. Soprattutto in Congo, nel Kivu. Quest’anno ci son stata purtroppo solo l’indispensabile, per partecipare al matrimonio di una carissima amica. Forse perché avevo pregato molto, prima della partenza, che Dio mi aiutasse ad aprire gli occhi del cuore a quanto avrei vissuto, anche se ero razionalmente preparata al peggioramento della situazione generale, anche se ho vissuto 4 giorni di festa e innumerevoli baci ed abbracci, il mio “mangiare l’Africa” mi ha segnato profondamente.
Solo un paio di episodi del mio vissuto, a Goma,

La Casa de Espera

Chiara Picelli, ex volontaria in Madagascar con RTM, scrive dalla sua nuova sede in Angola, dove si trova con una missione del CUAMM "Medici con l'Africa".

Casa de Espera

Chiulo, settembre 2017

Ciao amici,
come vi avevo promesso eccomi qui a provare a scrivervi qualche prima impressione su questo nuovo paese che da due mesi mi ospita.

Mi trovo nel sud dell’Angola in un paesino in mezzo al mato… come tradurvi cos’è il mato? Diciamo una zona dove ci sono alberi non troppo grandi e non troppo alti.. e niente di più!
 Il paesino in cui sono si chiama Chiulo (si pronuncia