mercoledì 30 marzo 2016

Da Tongarivo, Santa Pasqua 2016


Carissimi amici,

ho vergogna ad inviare auguri che certamente arriveranno in ritardo. Questa volta però c’è stato un motivo reale: il mio stato di salute. Grazie al Signore tutto è andato bene: pochi giorni di ospedalizzazione, un piccolo intervento chirurgico… Spero si tratti di un problema risolto, almeno per ora. Ringrazio con tutto il cuore chi di voi, venuto a conoscenza di ciò, mi ha ricordato nella preghiera. Il ricordo però vi chiedo di continuare ad averlo, soprattutto perché nella vecchiaia (88 anni compiuti due mesi fa) credo ce ne sia ancor più bisogno, avvicinandosi l’incontro con Colui che pure sappiamo essere ricco di misericordia. Ah, il grande e consolante mistero della MISERICORDIA, che stiamo celebrando soprattutto in questo anno! E la Pasqua ne è il fondamento, no? Quindi auguri, quelli più belli che si possano fare a tutti voi, perché la grande festa che celebriamo sia veramente una Pasqua di Resurrezione, di vita nuova in cristo Gesù, che non aspetta altro che gli apriamo la porta del nostro povero cuore con un “Sì” totale e generoso…

Sia sostenuto dalla nostra Mamma, la Madre della Misericordia, tale “Sì”! Lei conosce la nostra incostanza e fragilità… Buttiamoci dunque in Lei! Affidiamoci al suo Cuore Immacolato! Sarà la via più sicura per arrivare a Lui! Diceva san Pio da Pietrelcina, fortemente preoccupato: “ormai ci può salvare solo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria…” (dalla rivista “La Madre di Dio”, novembre 2014, p. 16). Perdonatemi! Non voglio affatto fare delle prediche. Vi dico con semplicità quello che il cuore mi detta… senza pretese.

Termino con un pensiero che stralcio da una lettera scritta il 31 dicembre 2011 dal sacerdote Antonio Romeo dei Servi della Chiesa, ora missionario in Cile, che ha trascorso vari anni qui in Madagascar. Cita don Giovanni Voltolini che pure è stato missionario qui in Madagascar e di cui pure ero amicissimo, morto pochi anni fa, lasciando un buonissimo ricordo in chi lo ha conosciuto, specialmente nella grossa parrocchia di Anosibe (Antananarivo). Ebbene diceva don Giovanni Voltolini: “con la Madonna ho sempre detto sì al Signore”. Anche lui Servo della Chiesa, devotissimo della Madonna, tanto tanto buono e semplice…

Auguri dunque a tutti di una buonissima Pasqua: auguri accompagnati dalla più profonda riconoscenza e dalla preghiera, nella speranza, a Dio piacendo, di rivederci fra non molto, se le me condizioni di salute lo permetteranno. Ricordatemi tanto al Signore e alla nostra Madre della Misericordia, Maria!

Vostro aff.mo fratello in Cristo, don Pietro Ganapini

Auguri da Manakara

Carissimi tutti,
             famigliari e amici, mi fa piacere condividere con voi quanto sto vivendo in questo periodo, perché penso sia veramente il segno della nostra fede. La “lotta” tra la morte e la Vita descritta in modo mirabile nella Sequenza di Pasqua: “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora vivo Trionfa”è quello che ogni giorno siamo chiamati a testimoniare: credere che la Vita trionfa anche di fronte a tante situazioni di morte, partecipare alle sofferenze di tutti quelli che ci circondano con la certezza che il bene è più forte del male, che la Vita trionfa sulla morte.

Vivere il quotidiano, con le sue fatiche, paure, sofferenze, esclusioni, con la speranza, la certezza che il Dio che è morto – negli ospedali, nei carceri, nelle membra di un bimbo denutrito, disabile o abusato, sui barconi della speranza, nei pensieri distorti e nell’angoscia di un malato mentale – è un Dio che risorge.

L’uomo-Dio Gesù non ha fallito la sua missione nella morte della croce, ha dato compimento ad un piano di immensa misericordia: addossarsi il male, la croce, per farne uno strumento di bene, la pace, che dona ai suoi discepoli la sera di Pasqua.

Carissimi, in questi giorni sto terminando una tourné che mi ha portato ad accompagnare il dott. Ernesto Venturini nel suo lavoro di formatore. Come sapete il dott. Venturini è uno psichiatra che da diversi anni ci aiuta perché anche in Madagascar la relazione con le persone che soffrono di problemi di salute mentale sia vissuta in modo positivo, non più esclusione ma integrazione, non più isolamento ma comunione ... anche questo è un segno di resurrezione!

Ormai da un po’ di anni non lavoro più in modo diretto in strutture che si occupano di questa o quella situazione di disagio o malattia, il Vescovo di Farafangana mi ha chiesto di partecipare al cammino di una piccola comunità a sud della città di Manakara. Attraverso i programmi della Ferme St. François d’Assisi, dove ora vivo, cerchiamo di offrire alla comunità circostante gli stimoli per un cammino di evoluzione e di crescita: quante situazioni di fatica economica, morale, esistenziale ... quante persone in difficoltà e prive di speranza ... la nostra presenza: dei miei fratelli servi della Chiesa, dei sacerdoti che vivono con noi e mia; vuole essere un segno di speranza ... di resurrezione!


Anche se non lavoro più direttamente all’Akanin’ny Marary o nei progetti di RTM continuo a collaborare con queste realtà perché il servizio che prestano è l’incontro con le realtà di maggiore esclusione e sofferenza che si incontrano qui in Madagascar: lebbrosi, tubercolotici, disabili fisici e mentali, malati mentali, detenuti e tutte le forme di povertà che ogni giorno la società sa far emergere ... con queste persone si cerca innanzitutto di ritrovare dignità! Si cerca di comunicare alle persone che li circondano quanto sia importante riconoscere a ciascuno il diritto di esserci! il diritto di essere amato, accolto, ascoltato, sostenuto! Quante persone ho incontrato in questi lunghi anni ... vi assicuro vedere un bambino rialzarsi e camminare ... vedere una donna che era sconvolta dal dolore per il suo bambino in fin di vita e che ora può giocare con lui, ... pregare con un lebbroso che fino a ieri era escluso e che oggi nello scambio della pace ti tende le sue mani martoriate dal male ... tutto questo è un segno di resurrezione!

Sto condividendo il cammino con i miei fratelli e sorelle Servi della Chiesa, in certi momenti il passo è incerto, si fa fatica, si arranca e si cade; altre volte il passo è spedito e la donazione di se per il servizio agli altri e alla Chiesa vuole essere una testimonianza, la certezza che tutto questo è un segno di resurrezione!

Ho voluto farmi aiutare da Papa Francesco e da Madre Teresa di Calcutta, le foto, i volti, i loro gesti ..... sono segni di resurrezione!
Grazie a tutti e a ciascuno perché ci siete, perché assieme ogni volta che vinciamo il male con il bene, ogni volta che sappiamo accogliere l’altro, aprirci alle sue necessità siamo segno di resurrezione!

Buona Pasqua, Luciano.

PS: Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno inviato i loro auguri per il mio 58° compleanno (si diventa vecchi! Spero un po’ più saggi), grazie a tutti di cuore, un abbraccio, vi voglio bene!!!

martedì 15 marzo 2016

Sr Alvera e il suo orfanotrofio nel Kivu

« Suor » Alvera è una donna congolese dall'energia incredibile.
Era una missionaria carmelitana, ha studiato in Italia per 4 anni, si è formata come catechista e sarta per sostenere le donne, ha lavorato per 4 anni in brousse (nei villaggi spersi sulle montagne), poi in città, nella martoriata regione del Nord Kivu, al centro di un conflitto terribile per più di 20 anni.

E' stata missionaria in Madagascar, dove ha conosciuto Don Emanuele Benatti.
Di ritorno dal Madagascar ha notato la drammatica situazione dei bambini di strada, orfani di guerra e abbandonati in balia dei mercenari di turno, a rischio costante di morte o di essere obbligati ad entrare nelle fila dei gruppi armati come bambini soldato. Ha chiesto di distaccarsi dal Convento e di occuparsi dei bimbi e le è stato concesso per un breve periodo. Messa alle strette dalla congregazione, con la quale è rimasta comunque in ottimi rapporti, Alvera ha deciso di uscire dalla Congregazione e rimanere con i bambini. Ha aperto un piccolo orfanotrofio, casa di accoglienza, a Goma, città capoluogo del Nord Kivu. 






Il suo stile e la sua storia ricordano Madre Teresa di Calcutta, vive in povertà insieme ai suoi bambini, a cui fa da mamma, ed aiuta tutti coloro che si rivolgono a lei per un problema o una parola buona.

Ora si occupa, aiutata da qualche volontario e qualche mamma del quartiere, di una 40ina di bimbi in casa e di altri 70 che si trovano nelle loro famiglie, in situazione di estrema povertà, che lei accompagna perché possano frequentare la scuola.

Un sorriso dolce e disarmante, corporatura sottile e fraglie, Alvera non rivela tutta la sua forza interiore, la determinazione che le viene dall'amore di Dio che riversa sui piccoli di cui si fa carico. I bambini non hanno quasi nulla ma non manca loro l'affetto ed un tetto.

La casa ora è assolutamente insufficiente alle necessità dei bimbi e, con l'aiuto di amici italiani e canadesi e di Suor Giovanna Gallicani dell'Istituto Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, si sta provvedendo, pian piano, alla costruzione dei bagni e della cucina nuovi, per arrivare poi alla ristrutturazione delle camerate e di tutta la casa.

L'azione di Sr Alvera è una piccola fiamma di amore che brucia per i bambini. 


Questa estate con un piccolo gruppo di Parma e di Reggio Emilia scenderò in Congo RD da Ss Alvera per sostenerla nella sua lotta quotidiana e condividere in semplicità la vita con i bimbi.  
                                                                          
                                                                                                     Donata







Buona Pasqua 2016 da Jandira - Brasile!

   Carissime amiche e amici, 
mentre vi scrivo c’è alla televisione l’ennesima trasmissione di come si deve combattere la zanzara che sta attaccando e terrorizzando tutto il territorio brasiliano e latino-americano: Dengue, Zika, microcefalia ecc…
Un semplice e innocuo moscerino, che depositava le uova negli stagni ed era il cibo prediletto delle rane, degli uccelli, di anatre ecc… ora è diventato specialista nel proliferare nelle città depositando indisturbato le sue uova nelle acque ferme: vasi, gomme, rottami, immondizie abbandonate….a tutti fa paura ma in modo particolare è un incubo per le donne incinta o che possono rimanere incinta. Benedetto sia papa Francesco, che con la sua semplicità piena di sapienza e di buon senso ha spiegato che il contraccettivo è il male minore a cui ricorrere per evitare una gravidanza piena di rischi. Qui in casa abbiamo ospite un'adolescente già al sesto mese di gravidanza. Sembra sia tutto normale, ma per difendersi da queste zanzare c’è solo il “repellente” e tante preghiere...

A 70 anni, cosa faccio qui a Jandira? Cerco sempre di vivere una realtà ecclesiale che mi permetta e mi aiuti ad amare Dio, il prossimo ed in modo particolare i più poveri.
Sono aiuto-parroco in una parrocchia di Osasco, in un grosso quartiere di periferia Helena Maria. Siamo in tre preti, in una buona sintonia umana e pastorale nel concretizzare gli indirizzi della Chiesa attraverso le Comunità Ecclesiali di Base. Continuo nella “Pastorale della Terra”, visitando e partecipando in alcuni “assentamenti” del “Movimento dei Senza Terra”; la “Pastorale urbana” con la Comuna Urbana “D. Helder Camara”, la favela del Cardoso, ecc...
Seguo in modo particolare un progetto “Campo e Città” con sede ad Ibiuna, a 100 km da San Paolo, dove ancora c’è un’agricoltura familiare ed un gruppetto di contadini e ortolani che lavorano nel biologico.
Il mio sogno è potere riunire questa frontiera agro-ecologica che resiste alla inesorabile e massacrante urbanizzazione, alla nascente contro-cultura urbana, che è alla ricerca di un cibo sano, di un ambiente pulito e di un mondo diverso, con base nell’umano in comunione con la natura.
Ed è questo che la nostra Caritas di Jandira vuole insegnare ai circa 900 bambini che popolano gli 8 asili distribuiti nei vari quartieri popolari di Jandira.
Infatti quest’anno, oltre alle attività pedagogiche di base, si vuole inserire l’Educazione Ambientale a partire dalla formazione di orti in tutti gli asili (dove non c’è lo spazio, si fa sulle pareti…), dove il bambino, accompagnato dalla Educatrice Ambientale, segue l’orto e aiuta nella misura del possibile, nel seminare, nel piantare, nel raccogliere, lavare, e mangiare, depositando poi i resti umidi nell’apposito compostaggio. Per cui l’orto biologico centrale, realizzato grazie all’aiuto del centro missionario di Reggio Emilia e di Borea, avrebbe un compito guida e nello stesso tempo produttivo, mentre per tutti gli asili il piccolo orto avrebbe il compito di essere un laboratorio di educazione ambientale.

Ah … e non è finita: stiamo ultimando anche la “Panetteria”, alla Comuna Urbana, che nello stesso tempo sarà anche una scuola di panificazione e culinaria per ragazzi e ragazze, e per i grandi.
Mi fermo qui perché la lista è troppo lunga. E poi … quest’anno verrò in Italia dopo Pasqua, da metà aprile a metà maggio circa, spero di vedervi tutti, trovarvi in salute e vedere quanto siete cresciuti… (anche noi vecchi cresciamo!).

Vi auguro buona Pasqua: vi auguro di vivere il Padre Nostro come ci insegna Papa Francesco. Vivere la sua volontà e il suo regno, qui in questa terra, condividendo la nostra vita, come pane spezzato dal Risorto, con il prossimo, con i più poveri, con i bambini, con i bambini di Jandira che tanto aiutate.
Grazie dell’aiuto, grazie di condividere la nostra missione, grazie a nome di tutti i bambini della Caritas di Jandira !
                            Un bacione a tutti!
                                                       Buona Pasqua

                                                                          Pe. Giancarlo ( Gianchi)  

venerdì 11 marzo 2016

Antonio Romeo, da missionario di brousse a prete del deserto

Tocopilla, 26 febbraio 2016

Carissimi  amici: 
da Tocopilla vi giunga il mio saluto fraterno, il mio ricordo, la mia preghiera, i miei auguri all’inizio di quest'anno, perchè lo viviamo intensamente scoprendo e vivendo in noi l’amore e la
misericordia di Dio Padre e diventando noi misericordia per i nostri fratelli. 



Come ben sapete, questa parrocchia nel terremoto del novembre  2007 perse tutto tranne la  Chiesa... e siamo tanto limitati in ogni iniziativa, riunione… e  poi neanche io ho una mia casa o un luogo dove ricevere le persone, il mio ufficio è la sacrestia. Voglio dare un futuro a questa parrocchia, così il 12 aprile 2014 fu benedetta la prima pietra dal nostro arcivescovo e da due anni andiamo avanti.
Nel 2015 il lavoro è continuato poco, per mancanza di fondi, un  aiuto della  CEI  ha permesso di riprendere i lavori, iniziare al primo piano la casa parrocchiale; in parrocchia stiamo facendo diverse attività per raccogliere soldi... 

Al PIANO  TERRA è previsto un piccolo salone che si può trasfomare in due sale, sala mortuaria e uffici del parroco e segretaria. 
Al PRIMO  PIANO costruiremo la Casa Parrocchiale.

Per finire il tutto abbiamo bisogno di circa 20.000 euro, dobbiamo finire, non posso lasciar chiudere il cantiere per mancanza di fondi. 
Vengo con fiducia a bussare alle vostre porte, non chiedo altro che l’obolo della vedova, euro su euro, peso cileno su peso cileno.
La Divina Provvidenza Si  Farà Presente.  . 

Vi ringrazio di cuore a nome della mia comunità parrocchiale,  Vi assicuriamo la nostra preghiera e riconoscenza, grazie carissimi amici e tutti quelli con cui ho condiviso la gioia, la speranza e il servizio ai nostri fratelli malgasci, 

Il Signore benedica le vostre famiglie 
               Antonio  Romeo
 da missionario della brousse a prete del deserto