“Occupati di lei, Chiara!”. Così mi ha detto una
ragazza incontrata per caso* al mercato, una ex-detenuta del carcere di
Manakara. “Occupati di Beby!”.
Beby è in carcere da più di due anni ormai, insieme
alla sua bimba Leticia, nata e cresciuta in prigione. “Non è mai uscita di qui,
non ha mai visto una bici, gli zebù...” mi dice sempre sua mamma. Beby non è
ancora stata processata, la data dell'udienza non è mai stata fissata. E se
proprio proprio vogliamo dirla tutta, Beby è pure innocente! Il compagno pare
abbia fatto girare dei soldi falsi, lui è scappato e lei è finita dentro. Fine
dell'inchiesta.
Beby e Leticia in attesa della partenza per casa
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In realtà a Beby avevo già proposto di tentare con
una richiesta di libertà provvisoria, ma non aveva accettato, con la
giustificazione che non voleva crearsi false speranze. Ma la richiesta
dell'amica quel giorno per caso* al mercato mi ha fatto venir voglia di
riprovarci. E Beby questa volta accetta.
Prepariamo le carte, le consegno a chi di dovere ma nel
frattempo le cancellerie dei Tribunali dichiarano sciopero, che durerà due
mesi. Finalmente riprendono a lavorare, vado a cercare la pratica in carcere...
non si trova più. L'impiegato fruga tra i faldoni che giacciono abbandonati qua
e là borbottando che l'aveva addirittura messa una busta (addirittura...) e
mentre temo che sia invece finita piegata sotto i piedi di un tavolo
traballante , busta anonima tra centinaia di buste anonime (che poi mi chiedo
come non faccia a capire che dentro quella busta c'è la vita di una persona),
ecco che finalmente, casualmente* la trova. Passano le settimane, nessuna
risposta. Forse non hanno accettato la richiesta. Nel frattempo torno in Italia
e al mio rientro a Manakara, giusto due giorni dopo, per caso* una signora,
anche lei ex-detenuta, mi ferma per strada e mi dice che stanno processando
Beby. Come prego? Corro in Tribunale e, guarda il caso*, la trovo al banco dei
testimoni. Il Giudice decide: assolta.
Beby e Leticia sono libere! Che felicità! Raccolgono le loro poche cose e il
giorno dopo ci troviamo alla stazione degli autobus. Le aspetta un viaggio di due giorni che le riporterà a casa
e verso una nuova vita tutta da costruire.
Mi chiedo come sia il mondo visto per la prima volta
a due anni. Chissà com'è visto con gli occhi di un bimbo?
E quindi per quest'anno auguro che il Natale possa
portare a tutti pace, gioia, serenità ma anche un bel paio di occhi nuovi da
bimbo che ci aiutino a vedere come fosse la prima volta il mondo e che ci
rendano capaci di stupirci, commuoverci ed appassionarci per le piccole e grandi meraviglie di tutti i
giorni.
BUON NATALE
Chiara
*Caso: pseudonimo scelto da Dio
quando non vuole firmarsi di persona . (Anatole France)
Ps: Proprio in questo momento, dalla prigione, arrivano
le voci dei carcerati: stanno cantando. Si preparano per la Messa di Natale.
Sarà il “Caso”?