giovedì 23 febbraio 2017

Dalla Bolivia, dalla "Casa de los niños". Di Aristide Gazzotti

Domenica 5 febbraio 2017
 
                        Jade Araceli...
 
Una storia breve, di appena 13 anni, conclusasi nella mattina di oggi in ospedale quando i medici si sono arresi davanti alla fragilità di un corpo distrutto dal diabete...

Riprendo frasi di alcuni mesi fa:
"Difficile comunicarlo, difficile accettarlo, difficile sondare i piani di questo nostro Dio della vita che ci prova continuamente con il dolore innocente di tanti piccoli e a cui continuiamo ad affidare le nostre illusioni. Esperienze come questa ci invitano al silenzio perché non capiamo, perché non abbiamo risposte, perché il dolore chiude oggi pesantemente gli occhi del nostro cuore così come abbiamo visto chiudersi oggi inesorabilmente, in poche ore, gli occhi di questa nostra figlia".
Jade è volata via dopo aver tanto sofferto -più che per la sua malattia- per l'abbandono della sua famiglia che lei non ma mai conosciuto. Noi abbiamo sofferto con lei, ma abbiamo fatto tanta fatica ad accompagnarla in questo cammino di solitudine. Oggi dobbiamo chiederle perdono.

Jade con David
Però, alla fine di questo percorso della sua difficile storia, negli ultimi giorni abbiamo visto accendersi una luce. Infatti, Jade è stata accolta 2 settimane fa, proprio nel giorno del suo compleanno, nel seno di una delle nostre famiglie. Jade ha lasciato la nostra casa felicissima. Ed è stata felicissima in queste due settimane. Stamattina nella sua stanzetta è stato trovato un bigliettino piccolo piccolo che trascrivo:
"Eres la mejor mamá del mundo. Te quiero mucho. No me dejes sola de nuevo".

Alla fine della sua vita, Jade ci ha voluto svelare il suo segreto in questo piccolo biglietto e ha così ricevuto il regalo più bello che poteva immaginarsi: è stata accolta in una famiglia, abbracciata da una mamma che le voleva bene, e che non l'avrebbe lasciata mai più sola!
E come mi diceva questa nostra mamma proprio stamattina in ospedale, affranta e distrutta dal dolore: "Finalmente Jade oggi è arrivata in un posto in cui Maria e Gesú non l'abbandoneranno mai".
Mistero della vita che trionfa sulla morte, mistero di un amore insondabile che ci avvolge.

Nella nostra cappellina riposa Jade stanotte, con il suo vestitino bianco da principessa, circondata dai fiori e con una musica che scende dal cielo, lei che era innamorata della musica.
Le sue parole e il suo anelo sono registrati per sempre nell'ultimo video fatto dalla nostra amica María, dove appare proprio la sua mamma Ximena. Vale la pena vederlo, meditarlo, condividerlo e conservarlo nel cuore...
 
... ciao, Jade!

Qualche notizia dalla Bahia da don Luigi Ferrari

Gennaio è stato un mese molto caldo, si aspettava la pioggia ma niente. Io e don Riccardo abbiamo in particolare accompagnato la parrocchia di Nova Redenção, dove si è celebrata la festa di San Sebastiano. La preparazione della festa ha coinciso anche con la visita di una immagine della Madonna Aparecida; quest’anno sono 300 anni che é stata scoperta e nel tempo è diventata la Patrona del Brasile. Così questa semplice immagine di legno di 40 cm.di colore marron scuro, ha visitato le comunità della campagna e poi nei giorni della festa i vari quartieri della cittadina.

Bella la partecipazione del popolo che sente Maria Aparecida come una madre affettuosa che si cura della gente, e si affida a lei nei momenti di sofferenza e anche nelle scelte della vita. Non per niente lei, negra, ha avuto nei pescatori poveri e negli schiavi i primi devoti che ha soccorso liberandoli e dando loro dignità e forza. La festa di San Sebastiano: ben partecipata con la presenza del Vescovo dom Andrè, che ha anche salutato e ringraziato i Fratelli della Carità che qui si sono avvicendati per circa 22 anni; bello il pranzo comunitario e anche la processione. Abbiamo anche messo a posto un po’ la canonica che adesso verrà abitata da pe. Mario nuovo parroco di Nova Redenção e Ibiquera.

Così abbiamo iniziato il trasloco verso Utinga dove ci siamo sistemati nella casa parrocchiale. Assieme a noi è arrivato anche il diacono Genival; che ha portato molte immagini di santi e molte piante. I giorni 28 e 29 di gennaio abbiamo celebrato il mandato di inizio della missione pastorale per le parrocchie di Bonito e Utinga. Dom Andrè ci ha affidato queste parrocchie e stiamo cominciando a conoscere queste comunità. L’impressione è stata buona, nella liturgia sono molto disciplinati e hanno una bella animazione nei canti; tanti i ministranti: della Parola, del canto, della Eucarestia, dell’accoglienza. In Utinga sono presenti tre Suore del Congo collaborano alla pastorale e abitano in una Casa Familia dove vengono ospitate alcune donne anziane. In questi giorni il diacono Genival é stato ricoverato all’ospedale di Feira de Santana: ha avuto una piccola paresi facciale; bella la preghiera della gente per la sua salute, si sta riprendendo bene.

Il 29 gennaio, io don Luigi ho compiuto 60 anni, abbiamo fatto un po’ di festa alla CdC di Ruy Barbosa, con un incontro degli italiani missionari qui in Diocesi. C’era un bolo (dolce) fatto della moglie di Firmino e io ho fatto la pizza. A seguire l’incontro dove abbiamo accolto Sr. Alessandra, l’ultima arrivata con sr. Manuela e poi ci siamo fermati a vedere i programmi dei prossimi mesi. Avremo la visita del nuovo direttore del CMD don Pietro, abbiamo fatto un programma per fargli conoscere le realtà in cui viviamo. Poi in luglio-agosto avremo la visita dei campisti accompagnati da don Marco di Sassuolo.
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Ciao a tutti!
Dopo poco più di due settimane dall'arrivo in Brasile... cosa dire, se non le prime impressioni?
Un mondo molto diverso, un paesaggio molto diverso: da Salvador (dove sr. Manuela e io siamo arrivate di sera e dove è venuto a prenderci d. Luigi), con dei gran stradoni con poche indicazioni, alla casa delle suore che ci hanno ospitato a Itapoã, alla bellezza dell'oceano, al sertão (semi-arido), che si incontra venendo verso l'interno della Bahia, con paesini molto poveri sulla strada, dove i bimbi cercano di vendere ananas, bottigliette d'acqua o altro a chi passa in macchina... E poi il sole, caldo, molto forte, le vacche magre che si vedono brucare quel poco di verde, o bere in qualche pozza d'acqua, che non si sa bene da dove viene...

Poi l'arrivo a Ruy Barbosa, l'accoglienza degli Ospiti, delle Sorelle, della gente di qua.
Gli Ospiti sono molto belli: c'è un concentrato di piccoli di condizione e giovani di età. Il più piccolo è Francisco, 12 anni, la più anziana è Gea, che di anni ne ha più di 70, ma dice di averne 5. In pochi parlano, ma la relazione va al di là delle parole. Con qualcuno invece è molto difficile relazionarsi: la vita è un grande mistero!

In Casa c'è uno stile sobrio, ma c'è tutto! Si ricicla ciò che si può: vista la siccità che qui è di casa, l'acqua dei risciacqui delle lavatrici si riusa per gli sciacquoni, o per lavare per terra. L'acqua che si usa per lavare le verdure si tiene per dar da bere alle piante...
Guardandosi attorno, il bairro dove abitiamo è povero, c'è gente semplice, anche poco istruita (comunque sia, l'istruzione scarsa è un problema del Brasile). Poi tanta gente che sta lì, seduta fuori di casa e mi chiedo: come fanno a vivere?
Ci sono delle ragazzine del bairro che vengono spesso in Casa: aiutano ad alzare le bimbe, le pettinano (sono maestre in questo), danno loro da mangiare, si fermano a giocare tra loro... Speriamo che crescendo restino legate alla Casa!

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!”. Credo che la nostra presenza qui sia per questo: quanto abbiamo ricevuto nella vita, ora siamo chiamati a ridonarlo.
Ci sono tante cose diverse, ma l´importante, come tutti mi hanno detto, è mettersi in ascolto, non giudicare, entrarci pian piano (qui nessuno ha fretta).

Queste le prime impressioni. Continuate ad accompagnarci con la preghiera!

Don Luigi e sr.Alessandra a nome dell’equipe

Un abbraccio dalla calda Bahia

Eccomi qua, dopo qualche mese di silenzio, con tante cose da dire, senza sapere da dove iniziare.

Le mie giornate sono piene, spesso la sera quando torno a casa preferisco leggere o guardare un po’ di tv per distrarmi, per fare qualcosa di poco impegnativo; e così ora che sono seduta a pensare, mi rendo conto di come nella quotidianità mi sembra sempre di far così poco, ma come a distanza di 4 mesi dall’ultima volta che ho scritto, le cose da raccontare sono così tante.


Novembre e dicembre sono stati mesi di verifiche e di riunioni conclusive; l’assemblea diocesana, l’assemblea diocesana della pastorale giovanile, l’ultimo incontro dell’anno dello zonale di cui la nostra parrocchia fa parte, il bingo parrocchiale, il ritiro del gruppo giovani, senza dimenticare l’ultimo giorno di scuola e gli scrutini finali a cui ho partecipato: come è andato il 2016, cosa potevamo fare meglio e quali sono i propositi per il nuovo anno.

Anno di cambiamenti: i don, le suore e il sindaco; si ringrazia il passato e si guarda al futuro con gioia e speranza, perché anche se è un anno che non piove (l’ultima volta ha piovuto 15 giorni a gennaio dello scorso anno),  la vita va avanti e si spera che tutto possa andare meglio!

È arrivato dicembre: Alessandra (missionaria laica a Salvador) è tornata in Italia dopo un anno; un’amica che mi è stata accanto e mi ha aiutata nei momenti più difficili; Massaranduba (il quartiere dove viveva con 2 preti fiorentini) è stato per me una casa, dove poter essere me stessa, confrontarmi e anche sfogarmi quando qualcosa non andava. Non è così scontato trovare qualcuno a cui raccontare le tue paure, i tuoi dubbi, i tuoi problemi ed essere capito, ma soprattutto senza essere giudicato; ancora più difficile e quando sei dall’altra parte del mondo, immersa in una cultura totalmente diversa. Massaranduba è stato per me il mio porto sicuro, dove poter essere me stessa senza dovermi preoccupare dei miei difetti.

Ho salutato anche suor Alice e suor Ana Maria, della congregazione Francescana di Cristo Re;hanno cambiato città, come spesso accade nelle congregazioni religiose. Sono state per me mamme, zie, amiche, sorelle, mi hanno sostenuta e aiutata, abbiamo condiviso momenti difficili, ma anche tanti momenti di gioia. Sono state per me la mia famiglia, le persone con cui condividevo il pranzo la domenica; coloro che mi rammendavano la maglia scucita e coloro che chiamavo quando andavo in un'altra città, per avvisarle che ero arrivata e che stavo bene. Senza di loro probabilmente questo primo anno di missione non sarebbe andato così bene.

E poi finalmente l’abbraccio tanto atteso, dopo 4 anni, con mia zia, suora missionaria qui in Brasile, nello stato del Mato Grosso del sud. Abbiamo trascorso il Natale insieme, ho conosciuto la città in cui vive e ho potuto costatare che non importa il posto, mia zia ha un cuore così grande e una fede così forte, che riesce ad illuminare qualsiasi persona incontri e qualsiasi cosa faccia.
Siamo poi andate a Mogi das Cruzes, nello stato di San Paolo; è in questa città magica che il mio percorso è iniziato e che mi ha portato qui dove sono oggi.

Ho rincontrato tanti amici, ragazzine che oggi sono donne, mogli e mamme, ragazzini diventati uomini. Alcuni di loro hanno dato uno schiaffo alla vita, costruendone una migliore; altri hanno dovuto lottare con più forza, in molti ce l’hanno fatta, altri purtroppo no.
Ma ciò che conta è l’amore, che dopo anni resta lo stesso: essere invitati a pranzo, potermi sedere a gambe incrociate sui loro divani, perché questi anni di lontananza sono stati solo fisici, ognuno di noi era nel cuore dell’altro.

Mia zia mi ha chiesto se avrei raccontato a qualcuno ciò che vissuto questo mese, ma non lo farò; sarebbe come raccontare i segreti dei miei amici con cui condivido la mia quotidianità; storie di prostituzione, violenza, droga, prigione, ma anche problemi con i propri genitori, con i figli, problemi d’amore, la mancanza di lavoro, la salute:  è la vita, per qualcuno è più semplice, per altri un po’ meno.
Sono ritornata a Redençao ed è stato bello poter riabbracciare tutti. Il 4 di febbraio c’è stata la messa per dare il benvenuto al nuovo padre e alla nuove suore, il 6 prima riunione in equipe per organizzare questo nuovo anno.

Io non so come andrà, ma sicuramente questa esperienza mi sta mettendo alla prova. Tutte le persone della comunità mi hanno un po’ adottata, ma la sera, quando resto sola devo fare i conti con me stessa, per cercare di capire se sto procedendo sul cammino più giusto, per rispetto a me stessa, ma soprattutto per rispetto alle persone che incontro ogni giorno.

Qualche giorno fa stavo andando a messa e una bimba mi è corsa in contro per abbracciarmi urlando il mio nome, poi a bassa voce mi ha detto “Lo so che non ti piace quando ti chiamo italiana”.  Quella sera sono andata a letto serena, ringraziando Dio per tutto l’amore che ricevo  e perché come dice mia zia, questo cuore può solo contenere più persone da amare.
E durante le mie preghiere ci sono i volti di tutte le persone che ho incrociato in questi pochi anni di vita, perché non c’è cosa più bella di sapere che c’è Qualcuno lassù a proteggere tutte loro.

Un abbraccio dalla calda Bahia

Vanessa (Leccese, febbraio 2017)

giovedì 2 febbraio 2017

Un mese freddo ma pieno di emozioni!

Oh Sa mirë që jemi mirë!! State bene??
Qui.. siamo vivi, che non è così scontato, pensando ad alcune avventure in Land Rover per le strade di Vrrith...
La nevicata dei primi di gennaio, vista da Vrrith.

Questo Gennaio è stato un mese freddo e pieno di emozioni! Tanti cambiamenti... forse troppi!!
Don Stefano è diventato Generale dei Servi della Chiesa, Don Daniele Gianotti (parroco della Fede) Vescovo di Crema e adesso abbiamo cambiato pure il direttore del Centro Missionario (Benvenuto don Pietro!!!! Come stai?? ).

Anche qui tra Laç e Gomsiqe ci sono stati diversi cambiamenti: dopo un capodanno passato a schivare i petardi lanciati dai giovani di Vau-Dejes, insieme a Don Carlo siamo tornati operativi con le Messe, Uji bekume e visite a diverse comunità (le Ravasco, case-famiglia, etc..).

Don carlo e Klavisti, Karma Poshte
Il 9 Gennaio abbiamo poi salutato don Carlo, che ringaziamo per: le lezioni di albanese, le sue doti di kuzhinjer, la sua pazienza, i suoi aneddoti, ma soprattutto per aver raccolto decine di secchi d’acqua nella casa di Gomsiqe che si era allagata (#AttingereteAcquaConGioia #Dicevano).

Le immagini della piazza di Laç che stanno bucherellando per farci una pedonale!!!!
Evento centrale di questo mese è stato sicuramente il lento e sudato avviamento della biblioteca a Vau-Dejes, progetto che partirà probabilmente il 18 Febbraio!! Per ora siamo andati nelle classi di catechismo (dalla 5° alla 9°) a presentare la biblioteca e a farci conoscere, stiamo prendendo nuovi libri e stiamo cercando di creare una rete collaborativa tra noi, RTM, la parrocchia, il comune e la scuola di Laç!! Stiamo incontrando tanta gente, stiamo muovendo le acque in previsione di #UscireDalRecinto per dare a tutti  (grandi e piccoli, cattolici e non) la possibilità di partecipare a questo progetto. Valeria, la maestra, ci sta aiutando tantissimo dandoci idee, consigli ed ispirazioni!! #Flm

Questo mese siamo andati ad alcuni incontri diocesani e nazionali per la pastorale giovanile: anche in questo settore stanno nascendo tante idee, progetti ed iniziative che speriamo possano partire e coinvolgere tanti giovani (magari anche dei nostri villaggi!!!!).

un giorno alla scuola con i Gabel
Continuiamo le attività quotidiane, il catechismo, le visite alle famiglie dei villaggi, il lavoro (e le chiacchiere) con le donne, i ritrovi con le ravasco e le ragazze che ospitano. La Fede, la maestra della #community, ha incominciato ad andare ogni lunedì dai Gabel al villaggio della pace e, insieme a Suor Riccarda, aiuta nelle attività scolastiche e nei giochi, che i Gabel apprezzano molto 
E in questo mese abbiamo fatto anche un giretto in Montenegro!!
... non tanto per una gita, ma perché la Virgi ha avuto qualche problema con i documenti per il permesso di soggiorno! Almeno, però abbiamo avuto la possibilità di addentrarci in luoghi dell’Albania oscuri perfino a Google Maps. Ne abbiamo approfittato per visitare la prima chiesa in cemento dei balcani (#wow) e la chiesa ortodossa (molto bella!!!).

Le due Dile stanno bene, anche se chiaramente sono rimaste ferite dalla morte di Gjon, il “conte di Vig”... Adesso la Dila giovane è migliorata molto, tanto che non ha più bisogno di medicine!!! Speriamo continui così!

Per Gennaio è tutto dalla comunità Laç Vau-Dejes/Gomsiqe!!

Un saluto a tutti!!
 Franci, Fede, Virgi e il Generale Don Stefano 

(Un saluto anche da parte di: i bambini e i ragazzi dei villaggi, Suor Rita, Suor Grazia e gli ospiti della CdC, la Valeria, Benito e Vilma, RTM, la Jolanda Caritas, i salesiani del Montenegro)