Vorrei
ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi due anni di
missione in Madagascar, dal punto di vista economico ma anche con
una vicinanza affettiva ed il ricordo nella preghiera. Quando si è
lontani fa piacere sapere di essere pensati e ricordati ed è bello
sentirsi in comunione con il mondo dal quale si proviene!
Vi
descrivo, quindi, i progetti che, anche grazie al vostro aiuto, sono
stati avviati.
La
missione reggiana in Madagascar è presente in quattro città,
Antananarivo, Ambositra, Ampasimanjeva e Manakara. Nello specifico io
vivo e lavoro a Manakara, sulla costa sud-est dell’Isola.
Il
progetto per il quale sono stata inviata è stato denominato
“Progetto
Commissione Sociale”.
Le
vicende politiche del Paese negli ultimi dieci anni hanno influenzato
l’economia della città di Manakara, hanno portato alla chiusura
del porto e dell’aeroporto e quindi alla caduta a picco del
traffico commerciale e delle possibilità di lavoro. Se si
tralasciano alcuni prodotti agricoli stagionali che permettono un
impiego cospicuo di personale, le piccole industrie hanno
progressivamente chiuso i battenti e oggi le opportunità di lavoro
sono minime. Sono fortemente aumentate quindi le povertà legate
direttamente o indirettamente alla mancanza di lavoro.
Manakara
è, però, anche una città viva nella solidarietà e nell’attenzione
alle persone che soffrono. Le parrocchie, le congregazioni religiose
e le altre associazioni presenti e operanti in vari ambiti sociali
sono attive e cercano di darsi da fare. La richiesta di aiuto che ci
è stata fatta ormai tre anni fa dal Vescovo locale era legata alla
necessità di creare una rete tra queste realtà già esistenti e
operanti, in modo che, da un lato, si potessero ottimizzare le
risorse per raggiungere il maggior numero di persone in difficoltà
e, dall’altro, si riuscisse, insieme, a prendere in carico alcune
situazioni di sofferenza per aiutarne il superamento.
In
questo contesto, dopo una prima fase di mappatura e di conoscenza di
chi già operava nel sociale, è nata una Commissione Sociale che
raggruppa i rappresentanti delle varie parrocchie, congregazioni e
associazioni. La Commissione si riunisce una volta ogni due mesi e
cerca di far circolare le informazioni, di discutere dei problemi che
singolarmente non si riuscirebbero ad affrontare, di individuare le
priorità di intervento. Stanno così nascendo le prime attività
strutturate e condivise per dare delle risposte a bisogni diffusi;
due esempi sono:
-
Il progetto di avvio al lavoro per le ragazze madri, per permettere loro di riscattarsi e vivere in modo dignitoso con il proprio figlio. Si cerca di farle lavorare in piccoli gruppi con l’obiettivo di creare relazioni positive di aiuto e di sostegno tra le ragazze che vivono gli stessi problemi.
-
La ricostruzione post-ciclone; lo scorso 17 gennaio si è abbattuto sulla città un ciclone che ha spazzato via case e cose ed ha provocato la morte di alcune persone. Una volta conclusi gli interventi di emergenza, si è reso necessario aiutare le persone a ricostruire le proprie case.
Un
altro ambito nel quale presto il mio servizio è l’ospedale
psichiatrico di Ambokala,
un ospedale statale che si colloca appena fuori città e che
rappresenta il riferimento per tutto il sud dell’isola, non certo
per le sue potenzialità di accoglienza ma semplicemente perché è
l’unico.
La
Diocesi di Reggio Emilia ha conosciuto l’ospedale nel 2008 e, da
allora, i volontari della missione, insieme a molti volontari locali
(principalmente suore e preti che fanno riferimento all’ospedale
per far curare i malati delle loro parrocchie e villaggi) hanno
avviato una mensa che garantisce tre pasti al giorno ai malati che lo
richiedano perché soli o perché in difficoltà economica. Nel tempo
è stato fatto un grosso lavoro di ristrutturazione della struttura,
risistemando le casette che fungono da stanze, acquistando i letti
per i malati, costruendo bagni, chiedendo l’allacciamento della
corrente elettrica e scavando un pozzo che permetta l’utilizzo
dell’acqua. SI è aiutato l’ospedale anche a reperire le medicine
per la malattia mentale, inizialmente introvabili sull’Isola ed ora
regolarmente prodotte da un’azienda farmaceutica locale e
acquistabili nella farmacia dell’ospedale al pari di tutti gli
altri farmaci.
All’ospedale
ora lavorano tutti i giorni un medico, e tre infermieri hanno di
recente iniziato la turnazione anche notturna. E’ così garantita
una presenza sanitaria fissa quotidiana.
In
collaborazione con il personale sanitario sto aiutando l’avvio di
vari laboratori ed attività che permettano ai malati di scandire la
giornata, di mantenere autonomie e di acquisirne di nuove in vista
del rientro a casa. Ad esempio i malati e i loro familiari puliscono
il riso e le verdure che vanno cucinate nella mensa, mantengono in
ordine il grande giardino in cui l’ospedale è immerso, reperiscono
la legna per cucinare, si occupano dell’orto. Sempre a scopo
terapeutico sono state pensate attività ludiche ma anche attività
manuali come l’intreccio della fehiara o il cucito. Altre attività
specifiche sono pensate dai volontari per i singoli malati: talvolta
si tratta semplicemente dello stare insieme, del parlare,
dell’accogliere…
Molti
sono i poveri
che frequentano casa nostra,
che vengono a cercarci per chiedere aiuto. Le richieste più
frequenti sono legate alla salute, alla frequenza scolastica dei
figli ed alla mancanza di lavoro. Laddove è possibile si evita di
dare denaro, cerchiamo occasioni per dare alle persone la possibilità
di guadagnare ciò che serve loro. Due particolari attività che
svolgiamo sono:
-
L’acquisto di artigianato. Nella relazione che si crea con gli artigiani si cerca di aiutarli a rispettare gli ordini e i tempi di consegna, a gestire anticipi e saldi, si propongono modelli nuovi che possano dare una possibilità di vendita in più rispetto a quelli già molto diffusi (parte di questo artigianato è acquistabile alla mostra missionaria aperta nella Chiesa della Disciplina ogni seconda domenica del mese).
-
C’è stata l’occasione di una partita di due tonnellate di chiodi di garofano da pulire per un commerciante di spezie che esporta in Italia. Si è creato un gruppo di quindici donne, di cui due donne già esperte per questo tipo di lavoro, disponibili ad insegnarlo alle altre, e tredici donne povere; per tre giorni queste donne hanno ricevuto un salario sulla base dei chili di spezie pulite ed hanno avuto l’opportunità anche di acquisire questa competenza.
Infine,
considerato l’aumento di numero dei cristiani, da circa tre anni è
nata a Manakara una quarta parrocchia, nella quale operano Don
Giovanni (sacerdote fidei donum della Diocesi di Reggio Emilia) e
Padre Odilon (sacerdote locale, anche lui missionario in quanto
incardinato in una Diocesi diversa rispetto a quella di Manakara). Un
edificio di culto ancora non c’è: le Messe sono celebrate in una
sala di proprietà di un’associazione di sviluppo rurale, che sorge
di fianco al terreno sul quale dovrà essere edificata la chiesa.
Chiesa che, almeno inizialmente, sarà il luogo in cui celebrare la
Messa, ma anche dove fare catechismo, incontrare i catechisti, i
formatori, i parrocchiani, colmare il desiderio di conoscenza di un
Dio a volte ancora poco conosciuto (sono tanti i battesimi ora
richiesti anche dalle persone adulte). I parrocchiani si sono
attivati con la raccolta fondi per partecipare alla costruzione della
Chiesa ma, considerata la situazione economica delle famiglie,
difficilmente riusciranno da soli a reperire le risorse necessarie.
Alcune delle donazioni ricevute sono quindi state utilizzate per
avviare i lavori di costruzione
della Chiesa.
Grazie
di cuore a tutti voi! Ora è già tempo di ripartire per altri due
anni! Arrivi a ciascuno di voi il mio fraterno saluto e la richiesta
di mantenere viva la comunione dei cuori!
I lavoratori di puss puss che fan parte della Rete
Diana