mercoledì 16 dicembre 2015

Lettera di Natale da Jandira


Carissimi amici e amiche,
                  non so da quanto tempo è che scrivo una lettera di Natale...
Ho cominciato quando ero in seminario, per scrivere alla famiglia, dato che non ci era concesso “uscire”, neanche per Natale... Poi ho cominciato a scrivere dal Brasile, visto che la distanza non mi concedeva la possibilità di venire in Italia. Cioè, essendo entrato in seminario a 10 anni, è veramente da tanto tempo che scrivo lettere di Natale... ma è sempre un momento nuovo, qualcosa che nasce, che dà una nuova speranza alla vita. È vero che qui in Brasile la situazione è molto confusa e buia: ci sono alti funzionari di Stato, di banche e di Governo sotto inchiesta o in prigione per corruzione e latrocinio..., imprese nazionali e multinazionali in tribunale per rispondere al più grande disastro umano e ambientale causato da un sistema fraudatorio e criminoso di estrazione di minerali dalle montagne di Minas Gerais. Una frana colossale che ha  sfondato una diga ed ha gettato fuori dal lago una quantità enorme di acqua e fango che ha inondato la valle sottostante fino al mare, per oltre 800 km, causando morte e distruzione: non solo per l'alluvione, ma soprattutto per i prodotti tossici impregnati nel fango.


L'economia va male perché l'industria si è fermata, ritraendosi del 2­3% all'anno. Chi è in crescita è “l'​agronegocio” (carne, soia, caffè, ecc...), il commercio estero, la disoccupazione e l'inflazione (10%).                    
Dentro al parlamento, da oltre un anno si discute di come fare cadere ​la Presidenta Dilma: giornali, radio, televisione..., tanti contro Dilma, dalla mattina alla sera, sabato e domenica! Beh, ora hanno cominciato anche un processo di ​impeachmen, capeggiato dal presidente della Camera, ladro patentato e internazionale, con vari conti di milioni di dollari nelle banche svizzere... (e pastore evangelico...).
                  
Dilma è una donna onesta e capace, fin da giovane ha militato a favore della democrazia, e durante la dittatura militare è stata imprigionata e torturata, ed ha sempre creduto in un governo sensibile verso i più poveri. Purtroppo però tutti i paesi del BRICS sono in difficoltà, e nel frattempo in America Latina la destra si è ripresa l'Argentina e il Venezuela, ed ora tocca al Brasile, anche se per “l'impero” la paura è quella che Lula possa essere nuovamente candidato dopo Dilma, con la possibilità di avere altri 8  anni di “centro­sinistra”.
Questo rapido sguardo al Brasile che comanda, mi fa venire in mente il Vangelo: mentre governavano l'Imperatore Cesare, Ponzio Pilato, Caifa..., nel deserto, ai margini, sconosciuto, fuori dal mondo, Giovanni (o Francesco) si muoveva in modo diverso... “Prepariamoci, via tutto quello che non serve, che ci appesantisce, che non ci lascia liberi. Entriamo nel cammino del Regno di Dio, che ci porta a nuovi Cieli e nuove Terre...” Insomma, il Messia ci dice che un altro mondo è possibile.


Qui, a Jandira, viviamo questa utopia, specialmente con i bambini, con la favela, con i Senza­Terra...
La “​Sonia”, è contenta della sua baracca in mezzo alle altre 200 baracche della “​Favela del Cardoso”.  “Non sono il capo”, dice, “ma quando qualcuno ha bisogno viene da me ed io provo ad aiutare come posso”. È una donna sposata, ha cinque figli, e tanti nipoti e nipotini... tutti belli e vivaci come la nonna. “Non ci interessa la classica casa in muratura, cinque metri di terra per noi sono già sufficienti per fare la nostra baracca”. Anche Giuseppe e Maria (​sic) hanno da poco una baracca così, di 5 metri, costruita giusto in tempo che nascesse il loro bambino...(Gesù...?). Quanti bambini, nella favela, nelle strade, nei mercati. Quante mamme che chiedono di accogliere il loro bambino nei nostri asili.                          

Accogliamo già più di 700 bambini, e il prossimo anno ne avremo 900, forse 1000. Il Comune di Jandira è economicamente fallito (non chiedetemi il perché) e ci ha chiesto aiuto nell'assistenza ai bambini. È vero che..., ma il bambino non ha colpa, è colui che è abbandonato, è nostro!
Vorrei terminare parlandovi di Josè Perninha, quello che non era pescatore, ma abitava sulla strada, dalla prigione alla strada, dall'accampamento dei senza terra allo sfratto, e poi un altro sfratto. Allora l'ho chiamato a vivere a casa mia: “Ma non disturbo?” mi disse... “Proviamo!”. Abituato a bere e ubriacarsi, ora beve quel bicchiere di vino che gli do a pasto... Il mio studio (io non studio più...) è diventato il suo appartamento. Durante il giorno va da un asilo all'altro, come volontario, per sistemare una porta, una finestra, un rubinetto, un bagno, pitturare, fa il muratore, fa di tutto e bene. I bambini lo adorano e lo abbracciano: “lo zio Zè è arrivato!”, e le cuoche hanno sempre qualcosa di speciale per lui.              
             

Arriva a casa contento..., l'altro giorno l'avevano chiamato a lavorare in una impresa come muratore, ma lui ha detto di no: “perché?”, chiesi. “Perché dovrei lavorare per loro?” “Ti pagano”, dissi. “Ma chi ci guadagna di più sono loro...” Mi viene in mente un certo “​plus” del vecchio Marx, ma sorvolo e replico: “Certo, ma tu potresti mettere via un po' di soldi per te!” Lui ride e dice: “Sono sempre vissuto senza soldi, e quando li ho avuti li ho spesi male, e mi hanno portato solo danni...
Mi piace la vita così come è oggi: andare agli asili, aiutare, fare del bene..., la gioia più grande è sentire l'abbraccio dei bambini e ricevere una “marmitta” piena di cibo offerta con amore dalla cuoca...”
Beh, penso che Papa Francesco incammini il Giubileo della misericordia verso questa gente, gli ultimi, gli scartati, i cacciati, i rifugiati..., della Chiesa, dell'Europa, del Mondo... avere un cuore capace di accogliere: solidale e misericordioso...! Non come il Palazzo di Erode o Sommo Sacerdote che sia, ma come la grotta di Betlemme, o la ​Favela del Cardoso.

Auguri di Buon Natale, vostro amico e fratello
                                                                   Gianchi

NB: Una ultima parola: grazie a tutti, in modo particolare a voi delle “adozioni a distanza”, che permettono alla Caritas San Francisco di accogliere tanti bambini ed essere vicini ai più poveri di Jandira, come la ​Favela del Cardoso.
​Un altro grazie al Centro Missionario Diocesano e agli amici della cena di Borea: già stiamo avviando l'orto comunitario urbano che guiderà gli orticelli dei bambini in ogni asilo; tutto biologico! Grazie!
Buon natale ed un bacione da tutti i “nostri” bambini, e Buon Anno!
Venite a trovarci..

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