Ma iniziamo per gradi.
Ci troviamo ad Ampasimanjeva, ridente villaggio perso tra le risaie, affacciato sul il Faraony, il fiume che attraversa la regione e finisce per gettarsi nell’Oceano Pacifico. Siamo io e Cristina, arrivate a ottobre-novembre dell’anno scorso, ad abitare qui quest’anno. Entrambe lavoriamo a un progetto sulla salute madre-bambino del reparto di maternità. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le donne incinta e le matrone dei villaggi (le Ampanoloana) all’importanza di partorire in ospedale.
Un momento di formazione con le matrone dei villaggi (ostetriche dei villaggi) qui ad Ampa |
Un ricoverato all'ospedale |
Un fulmine ha distrutto i pannelli solari e non c’è più la corrente all’FMA (e quindi all’ospedale dove ci sono gli ECO e l’ossigeno)? Fa lo stesso, non gli si userà per un po'.
Sono finiti i vaccini per il tetano? Fa lo stesso, non ci si vaccina. E che problema c’è?:)
Insomma, bisogna sostanzialmente mettersi il cuore il pace (o come dicono loro “Amboarina ny fo”: “costruire il cuore” letteralmente).
Oltre al progetto, ad Ampa ci sono tante altre cose da fare! Il tutto si sviluppo intorno all’ospedale. E’diviso in 5 padiglioni sostanzialmente. Due dedicati agli adulti, uno alla maternità (dove si trova anche la sala parto), uno alla pediatria (dove si fanno anche le circoncisioni di solito…evento mondano e momento di incontro in quel di Ampa ) e uno dove ritroviamo la sala operatoria, la scuola, l’accettazione (dove i pazienti pagano la visita e i farmaci) e gli uffici (anche quello mio e della Cri, dove ci alterniamo per inserire i dati dei parti e delle visite delle donne incinta nel computer). Sicuramente inserire questi dati, o come diciamo noi “le fiches” non è il lavoro più divertente del pianeta, ma con un po' di buona musica il tutto cambia.
Nelle cucine dell'ospedale, i parenti dei ricoverati cucinano |
Probabilmente uno dei motivi per cui talvolta affrontano la malattia del proprio caro con tanta rassegnazione è anche per il fatto che, purtroppo, talvolta l’ospedale è visto davvero come l’ultima spiaggia in un certo senso. Prima può essere che siano già stati da qualche stregone che ha usato qualche cura strana (anche più dannosa). Ci hanno raccontato che la figura dello stregone è piuttosto particolare. Alcuni sono più “cattivi”, affrontano dei veri e propri “studi” e che, sembra, per decidere la cura da dare al malato facciano ingoiare dei sassolini o dei semi a un serpente, e, in base a come li sputa, si sceglie la terapia.
Se si dovesse raccontare di tutte le storie strane che girano intono a stregoni, streghe, ecc…probabilmente bisognerebbe scrivere un libro. E’ davvero strabiliante come per ogni malgascio, anche per gente colta, sia tutto tremendamente vero.
Ma tornando ad Ampa, un’altra parte importante nell’ospedale sono le cucine. Qui i famigliari dei malati vivono fino a quando non potranno tornare a casa con il loro caro. E’ un posto dove davvero si respira aria di casa. Ci sono i forni, le fatepera (fornelli bassi caratteristici dove cuociono il cibo), gente che mangia, stuoie, coperte. Tante famiglie che legano, si aiutano come possono, si fanno forza a vicenda per i propri cari ammalati.
un bimbo giu dai tubercolotici |
Da poco, circa 2 mesi, masera (Suora) Saholy, ha fatto costruire un bel campetto da calcio per loro e per i bimbi dell’FMA. Non è tanto grande, ma abbastanza per farli giocare 35 ore su 24 al giorno. Sono davvero instancabili!
In gita con le massere e gli "ospiti" della casa |
La cucina la domenica mattina dalle massere con la cri che aiuta a cucinare |
La massera Saholy da da mangiare a un piccolo gemellino! |
Poi ci siamo noi!Io e la Cristina che siamo le saramba (letteralmente “ragazze giovani in cerca di marito”). Con le suore condividiamo soprattutto i pasti, le messe, la preghiera della sera e il pinnacolo la domenica pomeriggio (circa 3 ore di feroce battaglia all’ultimo sangue). In realtà facciamo anche tante altre cose insieme! Per pasqua e Natale abbiamo fatto i cappelletti, spesso la Domenica la Cri fa il pane con loro, e qualche volta andiamo in gita. Tra i tanti loro servizi c’è anche quello di accogliere i “kambana”, i gemelli. Il popolo malgascio; ma soprattutto gli antaimoro, hanno i cosiddetti Fahady, che sono delle cose vietate, non si possono fare. I gemelli, nella nostra zona in particolare, sono una di quelle. Uno dei due viene sistematicamente abbandonato. Non è importante che sia maschio o femmina, non si può tenere. Per fortuna, nelle zone più limitrofe ad Ampa, hanno imparato a portarlo in Casa di carità dove le masere se ne prendono cura e lo preparano per essere adottato. E’ un servizio molto bello, ed è sempre emozionante vedere le nuove famiglie che arrivano a prendere il bimbo.
Ma i Fahady non finiscono qui. A Manakara per esempio è vietatissimo mangiare carne di maiale (probabilmente anche per la presenza consistente di musulmani). Qui ad Ampa bisogna stare attenti a non vestirsi di rosso se si va vicino al Faraony, ma anche a non lavarcisi i capelli o le pentole. Pena essere catturati dalle Sirene (ebbene si…dimenticatevi della candida e dolce Sirenentta della Disney) o dai coccodrilli.
Anche uscire di notte è pericoloso, soprattutto per le donne. Rischi di essere etichettata come strega, o, ancora peggio, si rischia di essere cavalcati direttamente dalle streghe. Insomma, onde evitare fraintendimenti, io e la Cri la sera ce ne stiamo buone buone a guardarci i nostri film
Prima di partire mi avevano parlato delle loro tradizioni, sapevo di questi divieti e dei loro usi (di alcuni), ma davvero non smettono mai di stupirti. Ed è bello portare loro rispetto, ti fa sentire più parte del popolo, anche quando ti chiamano Vahaza (“straniero”) 500 volte al giorno. Ma a piccoli passi cominci a sentirti un po' più accettato.
Anche se è difficile raccontare di Ampasimanjeva in poche righe, spero di avervi almeno un po' incuriosito….Veloma a tutti!
Anna
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